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Il padre di Carlo Giuliani: anarchici Brigata 20 luglio fanatici, gente che disprezzo

Piazza Alimonda, G8 20 luglio 2001: Carlo Giuliani con l’estintore in mano

“Ci sono modi più dignitosi del 41 bis per impedire contatti Cospito’ Roma, 6 feb. (Adnkronos) –

“Questi sono dei fanatici, gente che disprezzo, dovrebbero fare ben altro. Una cosa che mi infastidisce, che non serve a niente. Cialtroni”.

Lo ha dichiarato oggi all’agenzia AdnKronos il genovese Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il giovane con l’estintore in mano colpito a morte da un carabiniere ausiliario il 20 luglio del 2001 durante il G8 di Genova, definendo gli anarchici della “Brigata 20 luglio” che si ispira a Carlo Giuliani.

“Dovrebbero andarsene a casa, punto – ha aggiunto Giuliano Giuliani parlando ancora delle Brigata 20 luglio – sono delle cose che non dovrebbero essere fatte, perché l’unica cosa utile che si può fare intorno all’omicidio di Carlo è ricordare l’ingiustizia che ha subìto.

Raccontare quello che è successo, le porcherie che hanno fatto il reparto dei Carabinieri e i magistrati, che non hanno nemmeno voluto fare un processo.

Queste sono le uniche cose serie rispetto al fatto che ci sono due istituzioni dello Stato, Magistratura e Arma dei Carabinieri, dentro alle quali, insieme a tanta gente che fa il suo dovere, per carità, ci sono degli autentici farabutti. E’ questo che bisogna ricordare”.

In merito all’anarchico Alfredo Cospito, detenuto al 41 bis e da mesi in sciopero dalla fame, Giuliano Giuliani ha commentato: “Le violenze dello Stato ci sono, certo. C’è il problema delle comunicazioni, con i mezzi di oggi è un po’ complicato impedirle. Ora, la forma è molto violenta, certamente, per cui probabilmente bisognerebbe riuscire a raggiungere l’obiettivo di impedire la diffusione delle notizie, degli ordini e dei comandi in un modo un po’ più dignitoso che non sia il 41 bis”.

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