Una decisione che era nell’aria da mesi e che per la prima volta è apparsa in una proposta di legge non ancora ufficiale. Le aziende tecnologiche che occupano molta banda dovrebbero contribuire, pagando, alla realizzazione della rete che utilizzano.
La Commissione Europea starebbe valutando una proposta di legge per far sì che le aziende tecnologiche e di servizi che utilizzano gran parte della larghezza di banda di Internet paghino una certa quota per lo sviluppo delle infrastrutture necessarie allo sviluppo della rete.
La bozza del documento è stata vista da Bloomberg e fa parte di un’attività di consultazione con l’industria di settore, quindi per il momento non si tratta di una proposta ufficiale, ma è comunque indicativa di una certa volontà della Commissione Europea.
“I servizi usano sempre più banda. Big Tech paghi per gli investimenti nelle infrastrutture di rete europee”
Secondo la bozza, alle grandi aziende tecnologiche che forniscono video in streaming e altri servizi ad alta intensità di dati verrebbe chiesto di contribuire a pagare per il traffico che generano, per esempio tramite un fondo che compensi i costi di realizzazione delle reti 5G e delle infrastrutture in fibra.
Sarebbe allo studio anche un sistema obbligatorio per i pagamenti diretti tra le aziende tecnologiche e le telco.
Affinché si possa stabilire quali siano le aziende che debbano pagare per lo sviluppo della rete, la Commissione ha anche proposto una soglia che qualifichi una società come “grande generatrice di traffico”, sulla falsa riga di quanto sta per accadere con il Digital Markets Act attraverso la figura dei gatekeeper, cioè dei controllori del mercato per dimensioni e ricavi.
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Nella bozza del documento la Commissione afferma che il passaggio a “metaversi e mondi virtuali, il rapido spostamento verso il cloud, l’uso di tecnologie innovative online” sta rendendo più evidente la necessità di fare di più per proteggere gli investimenti nelle infrastrutture di rete.
Questo pensiero della Commissione Europea è stato influenzato nei mesi scorsi anche dalle pressioni delle grandi telco, che sono arrivate a scrivere una lettera all’Unione Europea affinché “i più grandi generatori di traffico contribuiscano in maniera equa agli ingenti costi che attualmente impongono sulle reti europee“.
Gli operatori insistono: “Big Tech paghi per sviluppare 5G e fibra ottica”. TIM e Fastweb firmano la lettera
Di contro, gli operatori mobili virtuali si sono detti contrari a una soluzione del genere, perché creerebbe oligopoli dando alle grandi telco il poter di far trasmettere i dati dei fornitori di contenuti solo dietro il pagamento da parte loro di una “tassa” sottoforma di contributo diretto, ottenendo così un controllo sbilanciato del mercato.
“Big Tech non paghi per lo sviluppo della rete”: gli operatori mobili virtuali contro le telco
Una posizione contraria è stata mantenuta anche da alcuni deputati europei. In una lettera scritta la scorsa estate hanno evidenziato che Internet non può essere libera se alcuni fonitori di servizi online pagheranno per il suo sviluppo; venendo meno anche ai criteri di libertà digitale sanciti nel 2015 dall’Unione Europea.
Alcuni deputati europei non vogliono che Big Tech paghi le telco per contribuire allo sviluppo della rete
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FonteBloomberg
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