Gli Stati Uniti annunceranno nei prossimi giorni un nuovo massiccio pacchetto di aiuti all’Ucraina, uno dei più corposi fino a ora inviati a Kiev. Tuttavia, nel pacchetto non dovrebbero essere compresi carri armati, nonostante le richieste ucraine e nonostante Regno Unito e Polonia si siano invece dette favorevoli. In particolare, Londra ha annunciato l’invio di 12 carri Challenger 2, mentre Varsavia prevede l’invio di carri Leopard. Secondo quanto riporta il quotidiano New York Times, il Pentagono sta inviando all’Ucraina armi americane immagazzinate in Israele.
Una forte esplosione, poi l’elicottero che precipita sull’asilo. È la drammatica sintesi del racconto dei testimoni dello schianto di Brovary, la città nella regione di Kiev dove l’elicottero EC-225 del Servizio di emergenza statale ucraino è caduto su un asilo. Al termine delle operazioni di ricerca e soccorso sono 14 i morti, tra questi un bambino, il ministro degli Affari Interni, Denys Monastyrskyi, e il suo vice Yevghen Yenin, in servizio a Roma fra il 2012 e il 2016 come consigliere dell’ambasciata ucraina in Italia, proprio durante la Rivoluzione di Maidan. Al momento da parte delle autorità non è stato dichiarato se lo schianto sia un incidente o invece il risultato di un’operazione di guerra.
E adesso c’è l’Italia nel mirino di Mosca. Da nazione con le «relazioni tra le più amichevoli» con Mosca, il nostro Paese si è trasformato in uno «dei leader delle azioni e della retorica antirusse». La definizione è di Serghei Lavrov, che parla di «mobilitazione totale di tutto l’Occidente» per puntare al «dominio» del mondo. Primo obiettivo la Russia, appunto, per la quale Washington e i suoi alleati puntano a «una soluzione finale come Hitler per gli ebrei» per eliminare il suo peso strategico. E «poi verrà la Cina». Non deve sorprendere quindi che Vladimir Putin ribadisca l’intenzione di continuare la cosiddetta operazione militare speciale fino alla «vittoria della Russia» che Putin definisce «inevitabile» perché «si basa sull’unità del popolo russo, sull’eroismo dei combattenti», ha affermato parlando da San Pietroburgo, dove ha incontrato i veterani dell’assedio nazista all’allora Leningrado.
Punti chiave
Un gruppo di 9 Paesi europei promette carri armati a Kiev
Un gruppo di 9 Paesi europei Estonia, Regno Unito, Polonia, Lettonia, Lituania, Danimarca, Repubblica Ceca, Olanda e Slovacchia si impegna con il «patto di Tallinn» a fornire all’Ucraina armi come missili, carri armati e cannoni semoventi. È quanto si legge in un comunicato congiunto. «Domani a Ramstein esorteremo gli altri alleati e partner a seguire l’esempio e contribuire con i propri pacchetti di supporto pianificati il prima possibile per garantire una vittoria ucraina sul campo di battaglia nel 2023», si legge nella nota.
Gli Usa autorizzano aiuti militari per 2,5 miliardi all’Ucraina
Gli Stati Uniti autorizzano l’invio di altri 2,5 miliardi di dollari di armi all’Ucraina. Lo riportano i media americani, sottolineando che saranno inviati, fra l’altro, 90 mezzi corazzati Stryker e 59 veicoli da combattimento Bradley.
Il direttore della Cia ha visto Zelensky
Il diretto della Cia William Burns è volato in gran segreto a Kiev alla fine della scorsa settimana e ha incontrato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, al quale ha comunicato quali sono le aspettative per le prossime mosse militari della Russia. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti
Crosetto: “La Russia ci attacca perché aiutiamo Kiev a difendersi”
«I post pubblicati oggi sui profili social dell’Ambasciata russa in Italia non fanno altro che riprendere vecchi fermoimmagine di un video datato giugno 2022 e rappresentano solo l’ennesimo tentativo di proseguire nella propaganda contro il nostro Paese e contro il nostro appoggio alla resistenza del popolo ucraino». Lo dichiara il ministro della Difesa, Guido Crosetto. «L’Italia ha finora mandato aiuti militari all’Ucraina con 5 decreti. Il contenuto di questi 5 decreti è stato secretato dal Governo precedente che ha predisposto e realizzato quei decreti. Decreti a cui il Governo in carica continua e continuerà a dare esecuzione in piena sintonia con il nostro Parlamento. All’interno di questi 5 decreti c’erano anche sistemi di difesa controcarro del tipo di quelli di cui parla l’Ambasciata russa. D’altro canto, dopo la scelta del governo russo di entrare nel territorio sovrano di un’altra nazione con truppe e mezzi terrestri, i Paesi che hanno scelto di aiutare l’Ucraina a difendersi hanno inviato le armi necessarie a fermare quel tipo di attacco», aggiunge. «Ricordo all’Ambasciata russa che, se i loro carri armati fossero rimasti in Russia, le armi fornite all’Ucraina per potersi difendere, e dunque per poter sopravvivere, sarebbero rimaste nei magazzini delle nazioni che le avevano in dotazione», conclude Crosetto.
Zelensky alla tv tedesca: “Potete inviare i Leopard, allora fatelo. Qui si muore”
«Siete persone adulte. Potete benissimo continuare a parlare così per altri sei mesi, ma la gente nel nostro Paese muore, ogni giorno». Così Volodymyr Zelensky, intervistato dall’emittente tedesca Ard, usa toni bruschi sull’esitazione del governo tedesco riguardo all’invio in Ucraina dei carri armati Leopard. «Per dirla in parole povere: potete inviare i Leopard o no? Allora consegnateli!», ha aggiunto il presidente ucraino, che poi ha assicurato che questi tank non verranno usati per scopi offensivi ma difensivi. «Non è che noi attaccheremo, se qualcuno è preoccupato per questo – ha affermato – questi carri armati non entreranno in Russia, ci stiamo difendendo». Nell’intervista, Zelensky ha comunque avuto anche parole di gratitudine per l’aiuto finora fornito a Kiev dalla Germania: «Siamo grati. Voglio che tutti lo sentano: siamo grati alla Germania».
L’Iran: non abbiamo riconosciuto l’annessione di Crimea e territori del Donbass
«Nonostante le eccellenti relazioni tra Teheran e Mosca, non abbiamo riconosciuto la secessione della Crimea dall’Ucraina». Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, in un’intervista all’emittente turca Trt, aggiungendo che l’Iran «non ha riconosciuto la secessione di Luhansk e Donetsk». Anche se la leadership politica continua a negarlo, Teheran sta dando sostegno alla Russia nella guerra in Ucraina, principalmente fornendo i droni kamikaze.
Usa: “La Crimea è ucraina, Kiev ha il diritto di riprenderla”
«La Crimea è parte integrante dell’Ucraina e Kiev ha tutto il diritto di riprenderla»: lo ha detto in un briefing la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh, ricordando che comunque gli Usa non dettano gli obiettivi e i tempi delle operazioni militari e che gli ucraini decidono in modo sovrano.
Il Pentagono ribadisce: “Non ha senso fornire gli Abrams a Kiev”
La posizione Usa resta immutata sui tank a Kiev: «Non ha senso fornire gli Abrams», ha spiegato in un briefing la vice portavoce della difesa Sabrina Singh, citando tra l’altro problemi di manovrabilità, rifornimenti, manutenzione e sottolineando che i Leopard sono invece «diversi». Quando alla posizione di Berlino, che subordinerebbe la fornitura di Leopard a quella dei tank Usa, Singh ha ribadito che «ogni Paese deve prendere decisioni sovrane»
L’ambasciatore ucraino a Kiev: “La Russia punta a una guerra di logoramento”
«La situazione rimane delicata. È probabile che la Russia punti a una guerra di logoramento ed a una nuova offensiva, difficile fare previsioni in questo momento». Lo ha detto a Porta a Porta l’ambasciatore italiano in Ucraina, Pier Francesco Zazo. «Gli ucraini confidano sulla loro motivazione e sulla superiorità delle armi occidentali ma la Russia può riversare una quantità maggiore di forze armate sul terreno e ci sono segnali di una nuova mobilitazione. Ci attendono mesi difficili».
Grossi (Aiea): “Il mondo sembra assuefatto al rischio di un incidente a Zaporizhzia”
Il mondo sembra si stia abituando al rischio che possa succedere un incidente nucleare nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzia. È la preoccupazione espressa dal direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, che ha parlato oggi con i giornalisti a Kiev, avvertendo che un incidente può avvenire in qualsiasi momento e che la situazione è molto precaria. «Mi preoccupa che questo stia diventando una routine, che la gente possa credere che finora non sia successo nulla e che quindi il direttore generale dell’Aiea sta gridando al lupo», ha detto Grossi, ribadendo che «è suo dovere fare il possibile per impedire» che avvenga un incidente nucleare.
Gerasimov ordina ai soldati di radersi, l’ira del ceceno Kadyrov
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha criticato la decisione del nuovo comandante dell’esercito russo in Ucraina Valery Gerasimov di vietare ai soldati di portare la barba, in un nuovo scontro con la leadership militare russa. Secondo quanto riferito da Moscow Times, dopo la sua nomina Gerasimov avrebbe vietato l’uso di moderne attrezzature come telefoni e tablet, chiedendo inoltre all’esercito russo di radersi urgentemente la barba. E in un’intervista al sito di notizie Rbc, Viktor Sobolev, membro del parlamento russo, ha difeso il divieto di tenere la barba lunga come «parte elementare della disciplina militare». A queste dichiarazioni di Sobolev, ha risposto Kadyrov parlando di una «chiara provocazione» e spiegando che i suoi soldati, per lo più musulmani, portano la barba come parte del loro dovere religioso, «solo per amore dell’Onnipotente, come fece il nostro amato profeta», riporta Rbc. A seguito delle critiche, Sobolev, ha risposto dicendo di non essere contro la barba tra i militari, ma contro il disordine del personale militare.
Gazprom: ridotto il volume del gas diretto all’Europa attraverso l’Ucraina
La Russia sta trasportando sempre meno gas in Europa attraverso i gasdotti che passano per l’Ucraina. Lo ha riferito Gazprom, secondo cui il volume giornaliero pompato attraverso il Paese è di 25,1 milioni di metri cubi, il 28% in meno rispetto ai giorni precedenti. I gasdotti che attraversano l’Ucraina sono le ultime vie di trasporto dirette del gas verso l’Europa, dato che non passa più attraverso i gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico.
La Nato: Kiev deve avere i carri armati come i russi
«In una guerra come questa, ogni tipo di attrezzatura è necessaria. E i russi stanno combattendo con i carri armati. Quindi anche gli ucraini hanno bisogno di carri armati. Penso che sia importante per gli ucraini in termini di corrispondere a quello che ha il nemico e anche in termini di ambizione di riconquista dei propri territori presi dai russi”. Così il presidente del Comitato militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer, rispondendo a una domanda in conferenza stampa al termine della riunione dei capi di Stato maggiore dell’Alleanza atlantica. «È importante per gli ucraini, e per quanto riguarda la loro ambizione, riconquistare il proprio territorio, quello che è stato tolto ai russi. Un carro armato è un importante sistema d’arma per combattere i russi e scacciarli da quel territorio», ha aggiunto
Scontro Polonia-Ungheria sulle sanzioni Ue contro Mosca
È ancora scontro tra Polonia e Ungheria sulla politica di sanzioni dell’Ue contro la Russia per l’aggressione contro l’Ucraina. Se Varsavia, di concerto con i paesi dei Baltici, invoca nuove misure per colpire la macchina finanziaria e di propaganda del Cremlino, Budapest torna a chiedere la rimozione dalla blacklist europea di diversi individui già colpiti da sanzioni. Un copione già visto: lo scorso settembre il governo di Viktor Orban aveva provato, senza successo, a depennare dalle sanzioni i nomi di tre oligarchi, Alisher Usmanov, Pyotr Aven e Viktor Rashnikov. A questi ora ne aggiunge altri sei, tra cui Dmitry Mazepin, Grygory Berezkin e Viatcheslav Moshe Kantor, tutti uomini d’affari vicini al presidente russo, Vladimir Putin. Le sanzioni adottate finora dovranno essere rinnovate entro il 15 marzo all’unanimità. Davanti all’ennesimo ricatto ungherese, la Polonia, insieme ai Baltici, ha presentato una formale protesta nel corso della riunione degli ambasciatori dei 27 tenutasi ieri a Bruxelles. “Consideriamo i tentativi di rimuovere alcune persone dall’elenco delle sanzioni come una violazione degli accordi presi in precedenza” spiegano fonti diplomatiche europee. L’Ungheria è stato finora l’unico Paese dell’Ue a indire una consultazione nazionale sulle sanzioni imposte contro la Russia, rigettate dal 97% dei cittadini che hanno risposto ai quesiti, nonostante la scarsa partecipazione.
Scontro Polonia-Ungheria sulle sanzioni Ue contro Mosca
È ancora scontro tra Polonia e Ungheria sulla politica di sanzioni dell’Ue contro la Russia per l’aggressione contro l’Ucraina. Se Varsavia, di concerto con i paesi dei Baltici, invoca nuove misure per colpire la macchina finanziaria e di propaganda del Cremlino, Budapest torna a chiedere la rimozione dalla blacklist europea di diversi individui già colpiti da sanzioni. Un copione già visto: lo scorso settembre il governo di Viktor Orban aveva provato, senza successo, a depennare dalle sanzioni i nomi di tre oligarchi, Alisher Usmanov, Pyotr Aven e Viktor Rashnikov. A questi ora ne aggiunge altri sei, tra cui Dmitry Mazepin, Grygory Berezkin e Viatcheslav Moshe Kantor, tutti uomini d’affari vicini al presidente russo, Vladimir Putin. Le sanzioni adottate finora dovranno essere rinnovate entro il 15 marzo all’unanimità. Davanti all’ennesimo ricatto ungherese, la Polonia, insieme ai Baltici, ha presentato una formale protesta nel corso della riunione degli ambasciatori dei 27 tenutasi ieri a Bruxelles. “Consideriamo i tentativi di rimuovere alcune persone dall’elenco delle sanzioni come una violazione degli accordi presi in precedenza” spiegano fonti diplomatiche europee. L’Ungheria è stato finora l’unico Paese dell’Ue a indire una consultazione nazionale sulle sanzioni imposte contro la Russia, rigettate dal 97% dei cittadini che hanno risposto ai quesiti, nonostante la scarsa partecipazione.
Ministro esteri Israele accetta invito a Kiev: “Riaprire ambasciata entro 2 mesi”
Il ministro degli esteri Eli Cohen ha accettato l’invito della sua controparte ucraina a recarsi in visita a Kiev in quella che sarebbe la prima visita di un esponente israeliano dall’avvio dell’invasione russa del Paese. Lo riporta ‘Times of Israel’ secondo cui Cohen – che ha parlato con Kuleba per telefono – si è anche «impegnato a riaprire l’ambasciata israeliana a Kiev entro 60 giorni», mentre adesso il personale diplomatico opera prevalentemente dalla Polonia. Il ministro ha anche sottolineato che Israele continuerà ad offrire aiuto umanitario all’Ucraina con particolare riguardo alle infrastrutture energetiche, all’equipaggiamento medico e all’acqua. Nel colloquio – secondo le stesse fonti – Cohen ha affrontato il tema Iran chiedendo che l’Ucraina si unisca alla lotta contro le Guardie rivoluzionarie di Teheran e spinga l’Europa a inserirle nella sua lista delle organizzazioni terroristiche.
Danimarca: “Invieremo 19 obici Caesar di fabbricazione francese”
Il governo danese ha annunciato che invierà in Ucraina 19 obici Caesar di fabbricazione francese. Lo ha annunciato il ministro della Difesa Jakob Ellemann-Jensen, dopo una riunione della Commissione per gli Affari Esteri. La Danimarca si unisce in questo modo ai numerosi altri paesi che sostengono l’Ucraina annunciando di voler fornire a Kiev pezzi di artiglieria pesante. Secondo la radio danese, la Danimarca dovrebbe ricevere gli obici francesi nei prossimi sei mesi. Il ministro non ha riferito quando le unità saranno inviate in Ucraina.
Michel (Ue): “Servono più armi pesanti e munizioni”
«Dei carri armati devono essere consegnati» all’Ucraina: lo ha affermato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al termine di una visita a Kiev dove ha avuto un incontro con il presidente Volodymyr Zelensky. «Sentiamo il vostro messaggio. Avete bisogno di più sistemi di difesa antiaerea e di artiglieria, di più munizioni – ha scritto sul suo profilo Twitter, sottolineando che gli occidentali sono «coscienti che le prossime settimane potrebbero essere decisive per il proseguimento della guerra con la Russia».
Ambasciata russa a Roma: “Catturati missili italiani Milan usati da Kiev”
«I missili anticarro ‘Milan’ di fabbricazione italiana catturati al nemico aiutano i difensori della Repubblica popolare di Donetsk a combattere i neonazisti ucraini». Lo scrive l’ambasciata russa in Italia sul suo profilo Facebook. «Almeno quest’arma è in buone mani», scrive l’ambasciata di Mosca, «nel frattempo, secondo i dati dell’Europol, molte armi della Nato, fornite al regime di Kiev, finiscono sul mercato nero e vengono rivendute alle organizzazioni criminali in Europa e altrove». Nel post dell’ambasciata sono presenti anche delle foto con le immagini di soldati in azione e alcuni dettagli dei missili, con il particolare sulla fabbricazione italiana.
Ankara media uno scambio prigionieri tra Russia e Ucraina
L’ambasciatore ucraino in Turchia, Vasyl Bodnar, ha espresso la speranza che la Turchia possa mediare con successo in un secondo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, per il quale tutto è già pronto al confine tra i due Paesi in guerra, ma in caso sorgano problemi potrebbe avvenire anche tramite la Turchia. «Lo scambio riguarda tra i 50 e i 100 ostaggi e dovrebbe avvenire ai confini tra Russia e Ucraina, ma in caso ve ne fosse bisogno avverrà attraverso la Turchia, che sta avendo e sono certo avrà un ruolo ancora una volta centrale nelle negoziazioni», ha detto Bodnar. La capo delegazione turca, Seref Malkoc, ha mediato in 8 diversi incontri tra le delegazioni di Mosca e Kiev andati in scena la scorsa settimana. In base a quanto dichiarato oggi da Bodnar, le parti si sono accordate per una road map in tre diverse fasi e l’Ucraina avrebbe presentato una lista con 800 nomi di propri prigionieri, mentre i russi hanno una lista con 200 nomi. Bodnar ha specificato che i nomi indicati da Kiev includono anche feriti e civili.
Kiev: “Occidente smetta di temere Putin e invii carri armati”
L’Occidente la smetta di temere Vladimir Putin e invii carri armati moderni in Ucraina. E’ l’appello del consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak. «Abbiamo bisogno di carri armati, carri armati: è la chiave per porre fine alla guerra in modo appropriato», ha twittato Podolyak.
Kiev, sale a 46 il bilancio dei morti per l’attacco a Dnipro
Il numero dei morti per un attacco missilistico che ha colpito un condominio a Dnipro, in Ucraina, è aumentato da 45 a 46 persone. Lo ha riferito su telegram il capo dell’amministrazione statale regionale di Dnepropetrovsk, Valentyn Reznichenko. “Secondo informazioni aggiornate, un missile russo che ha colpito un palazzo a Dnipro ha causato 46 vittime. 11 persone non sono ancora state identificate, lo stesso numero rimane disperso. L’identificazione è in corso”, ha scritto il funzionario. “80 persone sono rimaste ferite. 24 vittime rimangono sotto controllo medico negli ospedali cittadini. Tre sono in gravi condizioni, tra cui una bambina di 9 anni”, ha aggiunto.
Kuleba sente Cohen: “Israele condanna aggressione”
“Nella nostra prima telefonata, Eli Cohen ed io abbiamo discusso della cooperazione all’interno delle organizzazioni internazionali e dei modi per contrastare le minacce condivise alla sicurezza. Il ministro Cohen ha condannato l’aggressione russa contro l’Ucraina e ha confermato i piani di Israele per intensificare gli aiuti umanitari e l’assistenza in altri ambiti”. Così su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, riferendo sul colloquio avuto con il suo collega israeliano.
Iran non riconosce territori annessi parte della Russia
L’Iran non riconosce i territori conquistati da Mosca in Ucraina come parte della Russia. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Amir Abdollahian, riferendosi alle repubbliche separatiste orientali di Donetsk e Lugansk, a Zaporizhzhia e al Kherson. Lo riferisce la Ria Novosti, che cita il canale Trt World. “Nonostante gli ottimi rapporti con Mosca, Teheran riconosce la sovranità e l’integritaà territoriale dell’Ucraina”, “il conflitto in Ucraina non è una soluzione”, ha aggiunto il ministro.
Confronto tra von der Leyen e Scholz
“Ottima sessione di lavoro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino in preparazione del vertice Ue-Ucraina e del Consiglio europeo di febbraio. Ci siamo concentrati su competitivita’ europea e migrazione. Vogliamo promuovere relazioni commerciali libere ed eque tra l’Ue ei suoi partner”. Lo ha scritto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un tweet.
Londra manderà 600 missili Brimston
Il Regno Unito manderà in Ucraina altri 600 missili Brimston “ammazza-tank” per aiutare Kiev nella resistenza contro l’invasione russa. Lo ha annunciato in Estonia il ministro britannico della Difesa, Ben Wallace. “Oggi posso dire che stiamo per mandare altri 600 missili Brimston sul teatro delle operazioni, e questo e’ incredibilmente importante per aiutare l’Ucraina a vincere sul campo di battaglia”, ha dichiarato il ministro mentre era in visita alla base militare di Tapa in Estonia
Colloqui “significativi” tra Kiev e Ue
“Colloqui significativi con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. L’Ucraina e l’Unione europea hanno già ottenuto risultati significativi nel nostro storico riavvicinamento. Stiamo lavorando per ottenere ancora di più”. Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, pubblicando un video dell’incontro a Kiev con il presidente del Consiglio europeo Michel.
Lituania, stop cooperazione transfrontaliera con Bielorussia In conseguenza del quadro geopolitico attuale
Il governo lituano ha deciso di denunciare l’accordo sulla cooperazione transfrontaliera sottoscritto nel 2006 con il Governo bielorusso. Ne dà notizia un comunicato stampa dell’Esecutivo di Vilnius. “L’attuazione dell’accordo intergovernativo stipulato con la Bielorussia non è possibile nell’attuale situazione geopolitica e non lo sarà nel prossimo futuro”, ha dichiarato il ministro delgli Interni lituano Agnė Bilotaitė. La misura è stata adottata – ha spiegato – in conseguenza della mutata situazione politica in Bielorussia dopo le elezioni del 2020, della strumentalizzazione dei migranti utilizzati dal regime di Lukashenko contro i paesi dell’UE e dell’appoggio della Bielorussia alla Russia nella guerra contro l’Ucraina. La denuncia dell’accordo sulla cooperazione transfrontaliera è solo l’ultimo segno del progressivo peggioramento delle relazioni tra i due Paesi.
Russia-Cina, esercitazioni navali congiunte
Il mese prossimo Russia e Cina condurranno esercitazioni navali nell’Oceano Indiano, al largo delle coste del Sudafrica. Le forze armate sudafricane hanno dichiarato che, insieme alle marine russe e cinesi, si impegneranno in “un’esercitazione marittima multinazionale” dal 17 al 27 febbraio al largo della costa orientale del Sudafrica, vicino alle città di Durban e Richards Bay. Le esercitazioni si svolgeranno intorno al primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio. L’annuncio arriva anche pochi giorni prima che il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov visiti il Sudafrica e tenga colloqui con la controparte sudafricana Naledi Pandor
Azienda dona all’Ucraina 20 mila cappelli, guanti e sciarpe
Sorbatti, una delle aziende storiche del distretto del cappello di Montappone, ha donato ventimila pezzi tra cappelli, guanti e sciarpe, da adulto e da bambino, da destinare alla popolazione dell’Ucraina. Un desiderio reso possibile dalla Cna e dalla Caritas di Fermo, che hanno collaborato con la comunita’ ucraina delle Marche di Jesi. Il materiale e’ stato affidato ora alla Protezione civile regionale, che si occupera’ della consegna in Ucraina. “Volevo con tutto il cuore fare un dono a chi e’ in difficolta’ in quel paese per via della guerra: il loro inverno sara’ duro e lungo”, ha spiegato Attilio Sorbatti, titolare dell’azienda e presidente territoriale di Cna Federmoda.
Zelensky ringrazia la Svezia per il nuovo pacchetto di armi che include veicoli corazzati e il sistema di artiglieria Archer
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto “sinceramente grato” al governo svedese per aver annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina che includerà veicoli corazzati da combattimento di fanteria e il sistema di artiglieria Archer. Il pacchetto – riferisce il Guardian – vale 4,3 miliardi di corone svedesi (circa 385 milioni di euro) e includerà circa 50 veicoli da combattimento di fanteria Type 90 cingolati e corazzati svedesi, sistemi Archer e armi anticarro leggere e portatili NLAW, attrezzature per lo sminamento e fucili d’assalto. I veicoli da combattimento della fanteria, i sistemi Archer e le armi anticarro dell’NLAW sono “potenti armi di cui l’esercito ucraino ha bisogno per liberare la nostra terra dall’invasore russo”, ha scritto Zelensky su Twitter.
Sunak sente Netanyahu, asse con Gb su sicurezza. Felicitazioni per nuovo governo, focus su Iran e Ucraina
Il primo ministro conservatore britannico Rishi Sunak ha avuto oggi una conversazione con l’omologo israeliano Benyamin Netanyahu, tornato sulla poltrona di capo del governo dello Stato ebraico alla testa d’una coalizione di estrema destra, per felicitarsi della sua designazione e ribadire l’impegno alla cooperazione bilaterale: in particolare in materia di “sicurezza e promozione della stabilità” internazionale. Lo ha reso noto Downing Street precisando che i due leader si sono impegnati pure ad accelerare i negoziati per un trattato di libero scambio post Brexit a due, con l’obiettivo di rafforzare ancora i rapporti economici e commerciali facendo leva sulla “leadership condivise” dai rispettivi Paesi in aree come quelle delle alte tecnologie e dei servizi finanziari. Sunak e Netanyahu hanno discusso fra l’altro della “risposta agli abusi dei diritti umani e alle violazioni del diritto internazionale” imputate al “regime dell’Iran” anche sul fronte nucleare. Il primo ministro Tory ha poi ringraziato il collega per le forme di “sostegno” che Israele ha garantito all’Ucraina di fronte alla Russia, evidenziando da parte sua le sanzioni imposte da Londra contro Teheran in seguito alle forniture “illegali” di droni iraniani a Mosca. In discussione infine lo sviluppo dei cosiddetti Accordi di Abramo e della normalizzazione delle relazioni fra Israele e alcuni Paesi arabi. Mentre è stato concordato un incontro faccia a faccia in occasione delle celebrazioni nel 2023 dei 75 anni della nascita dello Stato ebraico
Sunak sente Netanyahu, asse con Gb su sicurezza. Felicitazioni per nuovo governo, focus su Iran e Ucraina
Il primo ministro conservatore britannico Rishi Sunak ha avuto oggi una conversazione con l’omologo israeliano Benyamin Netanyahu, tornato sulla poltrona di capo del governo dello Stato ebraico alla testa d’una coalizione di estrema destra, per felicitarsi della sua designazione e ribadire l’impegno alla cooperazione bilaterale: in particolare in materia di “sicurezza e promozione della stabilità” internazionale. Lo ha reso noto Downing Street precisando che i due leader si sono impegnati pure ad accelerare i negoziati per un trattato di libero scambio post Brexit a due, con l’obiettivo di rafforzare ancora i rapporti economici e commerciali facendo leva sulla “leadership condivise” dai rispettivi Paesi in aree come quelle delle alte tecnologie e dei servizi finanziari. Sunak e Netanyahu hanno discusso fra l’altro della “risposta agli abusi dei diritti umani e alle violazioni del diritto internazionale” imputate al “regime dell’Iran” anche sul fronte nucleare. Il primo ministro Tory ha poi ringraziato il collega per le forme di “sostegno” che Israele ha garantito all’Ucraina di fronte alla Russia, evidenziando da parte sua le sanzioni imposte da Londra contro Teheran in seguito alle forniture “illegali” di droni iraniani a Mosca. In discussione infine lo sviluppo dei cosiddetti Accordi di Abramo e della normalizzazione delle relazioni fra Israele e alcuni Paesi arabi. Mentre è stato concordato un incontro faccia a faccia in occasione delle celebrazioni nel 2023 dei 75 anni della nascita dello Stato ebraico
Zelensky accoglie Michel, oggi “incontro importante”
“Sono felice di dare il benvenuto in Ucraina al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel! Grazie per il costante e forte sostegno! Stiamo iniziando un incontro importante”. Lo ha scritto sui social il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, pubblicando due foto dell’arrivo di Michel a Kiev e il loro abbraccio.
Telefonata tra i ministri della Difesa di Russia e Bielorussia
Il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha discusso telefonicamente con il collega bielorusso, Viktor Krenin, una “serie di misure di deterrenza strategica come anche la preparazione del gruppo regionale congiunto di truppe”. Lo ha fatto sapere il dicastero russo in una nota rilanciata dalle agenzie.
Solo 8,5% aziende Ue e G7 ha lasciato la Russia
Sono solo l’8,5% le aziende occidentali che hanno deciso di chiudere le loro attività in Russia nonostante la dura reazione dei loro Paesi alla cosiddetta operazione militare in Ucraina e le conseguenti sanzioni adottate contro Mosca. E’ quanto emerge da uno studio svizzero i cui risultati sono stati pubblicati oggi dal Moscow Times. “Quanto emerge contrasta con la narrazione secondo la quale sarebbe in atto un vasto esodo di società occidentali” dal mercato russo, sottolinea in un comunicato l’università di San Gallo, che ha curato la ricerca insieme con l’istituto Imd di Losanna.
Boris Johnson: “Arma nucleare? Putin non lo farà”
Boris Johnson esclude il ricorso all’arma atomica da parte del Cremlino: “Non lo farà. Causerebbe una completa paralisi criogenica economica” e “terrorizzerebbe i russi”, ha dichiarato intervenendo al Forum economico di Davos. Senza contare che India e Cina si rivolterebbero contro Putin, ha fatto notare. “Smettetela, smettetela di occuparvi di Cremlinologia”, ha esortato l’ex capo del governo di Londra: “E’ difficile capire cosa accadrà nella politica britannica, figuriamoci al Cremlino”.
Estonia, aiuti militari per 113 milioni di euro all’Ucraina. Pacchetto annunciato dalla premier Kallas
L’Estonia invierà un altro pacchetto di aiuti militari all’Ucraina per un valore di 113 milioni di euro: ha annunciato oggi la premier estone, Kaja Kallas, come riporta la Cnn. Il pacchetto comprende decine di obici, oltre un centinaio di armi anticarro, attrezzature di supporto per l’artiglieria, lanciagranate e munizioni. “Tutti i Paesi devono esaminare le loro scorte e garantire che le industrie siano in grado di produrre di più e più velocemente. La guerra della Russia contro l’Ucraina ha un prezzo: un prezzo che noi paghiamo in euro, ma che gli ucraini pagano con le loro vite”, ha affermato Kallas. Con questo pacchetto di aiuti, l’assistenza militare complessiva dell’Estonia all’Ucraina salirà a 370 milioni di euro, pari a poco più dell’1% del prodotto interno lordo del Paese, ha precisato la premier.
Lukashenko incontra Lavrov: “Occidente vuole usare Kiev contro di noi”
Questioni bilaterali nonché i tentativi dell’Occidente di “frenare” lo sviluppo dei rapporti tra Mosca e Minsk sono stati discussi in un incontro tra il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ed il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko. Secondo l’agenzia di stampa Tass, Lavrov ha definito “molto utile” l’incontro con il capo dello Stato bielorusso, denunciando come “in Europa, i nostri vicini occidentali hanno apertamente proclamato l’obiettivo di frenare il nostro sviluppo” e “stanno cercando in ogni modo possibile di stimolare l’opposizione non sistemica che lavora all’estero contro gli interessi della Bielorussia e della Federazione Russa”. Lukashenko, dal canto suo, ha sottolineato che l’Occidente sta “cercando di usare l’Ucraina contro la Bielorussia. Ma ciò che mi stupisce e mi sorprende piacevolmente è che l’Ucraina sta tenendo testa, non sta facendo alcuna provocazione contro la Bielorussia, sebbene sia spinta attivamente dai nostri vicini occidentali, sapete da chi”.
Il Parlamento europeo chiede un tribunale speciale per l’aggressione russa all’Ucraina
I deputati europei chiedono che la leadership politica e militare russa sia chiamata a rispondere del crimine di aggressione contro l’Ucraina e, per questo, sollecitano l’istituzione di un Tribunale internazionale speciale, in stretta cooperazione con l’Ucraina e con la comunità internazionale. In un testo non legislativo, adottato con 472 voti a favore, 19 contrari e 33 astensioni, gli europarlamentari sottolineano da un lato «che le atrocità commesse dalle forze armate russe a Bucha, Irpin e in molte altre città ucraine rivelano la brutalità della guerra» e dall’altro «l’importanza di un’azione internazionale coordinata per stabilire la responsabilità secondo il diritto internazionale umanitario».
Kiev: “Punire crimine dell’aggressione”
In una risoluzione adottata oggi gli eurodeputati hanno chiesto che la leadership politica e militare russa sia chiamata a rispondere del crimine di aggressione contro l’Ucraina. Nel testo, i deputati affermano che le atrocità commesse dalle forze armate russe a Bucha, Irpin e in molte altre città ucraine rivelano la brutalità della guerra e sottolineano l’importanza di un’azione internazionale coordinata per stabilire la responsabilità secondo il diritto internazionale umanitario. Inoltre, si esorta l’Ue a sollecitare l’istituzione di un tribunale internazionale speciale, in stretta cooperazione con l’Ucraina e con la comunità internazionale, che si occupi di perseguire la leadership politica e militare della Russia e i suoi alleati. L’istituzione di tale tribunale, secondo gli eurodeputati, colmerebbe la grave lacuna esistente nell’attuale assetto istituzionale della giustizia penale internazionale oltre ad integrare gli sforzi investigativi della Corte penale internazionale, che attualmente non può indagare sul crimine di aggressione contro l’Ucraina. Il testo, non legislativo, è stato adottato con 472 voti favorevoli, 19 contrari e 33 astensioni.
La maggior parte dei tedeschi contrari all’invio dei Leopard
La maggior parte dei tedeschi, il 43 per cento, è contro l’invio di carri armati Leopard 2 all’Ucraina, emerge da un sondaggio di YouGov. Solo il 39 per cento degli intervistati sono favorevoli e il 16 per cento non ha una opinione. La Germania ha trasferito armi all’Ucraina per più di 2,2 miliardi di euro dall’inizio della guerra. Il 33 per cento dei tedeschi ritiene che questo sia già troppo. Il 24 per cento pensa che sia il livello giusto e il 25 per cento chiede altro sostegno materiale.
La Russa: “Spero arrivi la pace come la caduta del muro”
“Spero che in Ucraina accada qualcosa di inaspettato a favore della pace, come la caduta del muro di Berlino…”. Lo afferma il presidente del Senato Ignazio La Russa ospite di Myrta Merlino a L’Aria che Tira, su La7.
Appello ucraino agli alleati per un aumento significativo nelle consegne di armi
L’Ucraina ha invitato gli alleati occidentali ad “aumentare significativamente” le consegne di armi per fronteggiare l’esercito russo, rivolgendosi specificamente a 12 paesi, tra cui Germania e Turchia, che hanno carri armati Leopard che Kiev richiede incessantemente. “Facciamo appello a tutti gli Stati partner che hanno gia’ fornito o intendono fornire assistenza militare, invitandoli ad aumentare in modo significativo il loro contributo”, hanno esortato in una dichiarazione congiunta i ministri della Difesa e degli Esteri ucraini Oleksiy Reznikov e Dmytro Kouleba.
Dombrovskis: “Assistenza finanziaria per supportare l’Ucraina”
“Dobbiamo ancora supportare la sicurezza europea”. Così Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione Ue, all’evento Finding Europe’s New Growth al World economic Forum, in merito alla guerra in Ucraina.”Abbiamo erogato 3 miliardi di euro per l’Ucraina nell’ambito del nostro programma di assistenza macrofinanziaria plus”, ha aggiunto ricordando che la Commissione Ue ha firmato il memorandum per il pacchetto di sostegno di 18 miliardi di euro all’Ucraina che serviranno a finanziare le necessita’ urgenti del paese.
Zelensky: Sullo schianto dell’elicottero diverse ipotesi al vaglio”
“Sulla tragedia di ieri è in corso un’inchiesta. Ci sono diverse versioni. Non sono autorizzato a parlare di queste versioni fino a quando le indagini non saranno terminate”. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo all’incontro ‘Ukrainian breakfast’ al Forum di Davos, come riporta Ukrinform. Il riferimento è all’elicottero caduto nei pressi di un asilo a Brovery, vicino Kiev, schianto in cui è morto anche il ministro dell’Interno ucraino. cba/scp
Pistorius: “Serve esercito tedesco più forte”
Il nuovo ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, intende rafforzare rapidamente la Bundeswehr, l’esercito tedesco, per l’aggravarsi della situazione della sicurezza dopo l’attacco della Russia all’Ucraina. “Si tratta di deterrenza, efficacia e capacità operativa”, ha detto Pistorius, dopo aver prestato giuramento ed essere stato accolto con gli onori militari al Bendler Block, il quartier generale del ministero della Difesa a Berlino. “La Germania non è una parte in guerra. Tuttavia, siamo colpiti da questa guerra”, ha spiegato Pistorius, secondo cui le truppe tedesche ora hanno bisogno del pieno sostegno e lui, a sua volta, ha bisogno del sostegno di tutti nella Bundeswehr e nel ministero della Difesa. “Ho bisogno di tutti, ho bisogno del sostegno di tutti e lo chiederò”, ha detto Pistorius, che ha avvertito: “La maggior parte del punto di svolta è ancora davanti a noi”.
Kirill: “Distruggere la Russia porterebbe alla fine del mondo”
Il desiderio dei Paesi occidentali di sconfiggere la Russia ha assunto forme molto pericolose, ma ogni tentativo di attuarlo significherà la fine del mondo. Lo ha detto il patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill, dopo la liturgia per l’Epifania nella cattedrale di Yelokhovo, a Mosca. “Oggi ci sono grandi minacce per il mondo, il nostro Paee e l’intera razza umana. Il desiderio di sconfiggere la Russia ha assunto forme molto pericolose. Preghiamo il Signore di illuminare i pazzi e di aiutarli capire che qualsiasi desiderio di distruggere la Russia significherà la fine del mondo”. Il Patriarca ha aggiunto che la Russia ha armi potenti ed è popolata da persone molto forti che sono sempre state motivate a vincere. Secondo lui, oggi “alcuni pazzi” hanno l’idea che la Russia possa essere sconfitta o riformata, cioè che si possano imporre ai suoi abitanti certi nuovi valori, che “non si possono nemmeno chiamare valori”. “Oggi è un momento foriero di così tanta ansia, ma crediamo che il Signore non lascerà la terra russa, che la Russia avrà la forza, se necessario, per proteggere la sua terra e il suo popolo”.
Mosca: “Speriamo Israele non invii armi a Kiev”
L’ambasciatore russo in Israele, Anatoly Viktorov, ha dichiarato che Mosca spera che lo Stato ebraico continui a rifiutare di inviare armi all’Ucraina. Lo riporta la Tass. “Per entrambi i Paesi è importante che questa politica” di Israele “di rifiutare di consegnare qualsiasi arma, loro componenti e così via nella zona di conflitto in Ucraina continui”, ha affermato il diplomatico secondo l’agenzia di stampa statale russa. Commentando la notizia riportata dal New York Times secondo cui, stando ad alcune fonti del giornale, il Pentagono starebbe inviando in Ucraina munizioni americane immagazzinate in Israele, il diplomatico ha affermato che Mosca sta “esaminando questa questione” e contatterà “le controparti israeliane attraverso i propri canali per discutere l’argomento”. “Tutti questi rapporti del New York Times contengono solo una frazione della verità. Sono sicuro che la verità è mescolata con una mezza verità e il travisamento dei fatti”, ha dichiarato inoltre l’ambasciatore, sempre secondo la Tass, prendendo di mira la prestigiosa testata americana.
Ministro della Difesa della Germania sente omologo della Francia
Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha avuto la sua prima telefonata con il suo omologo francese Sébastien Lecornu subito dopo aver prestato giuramento oggi. Tra i temi del colloquio, rende noto il ministero, la situazione in Ucraina e la cooperazione franco-tedesca in materia di politica di sicurezza. “La Francia è il nostro più stretto alleato e il più vecchio amico nell’Unione Europea. Parigi e Berlino collaborano da decenni anche in materia di politica di sicurezza. Ecco perché per me era particolarmente importante mettermi in contatto con il mio collega francese Lecornu il più rapidamente possibile”, ha dichiarato Pistorius. Entrambi i ministri continueranno il loro colloquio di persona domenica al Consiglio dei ministri franco-tedesco a Parigi. Pistorius sarà poi ricevuto con gli onori militari presso il ministero della Difesa francese.
Gruppo Wagner: “Dobbiamo imparare dai soldati di Kiev”
Yevgheny Prigozhin, fondatore e capo della milizia russa Gruppo Wagner, che combatte in settori chiave del conflitto ucraino, ha ammesso che “dobbiamo solo imparare” dai militari ucraini su come stanno conducendo la guerra. “L’esercito dell’Ucraina sta lavorando in modo limpido e armonioso. Dobbiamo imparare da loro”, ha aggiunto l’oligarca stretto alleato di Putin, in un inconsueto riconoscimento del valore del nemico. insistendo però che Artyomovsk (Bakhmut in russo) “sarà conquistata”.
Peskov: “Escalation se l’Occidente invierà nuovi tank a Kiev”
Il Cremlino ha avvertito che l’invio di nuove armi in Ucraina da parte dei governi occidentali porterebbe il conflitto a “un nuovo livello qualitativo”. Il portavoce della presidenza russa Dimitri Peskov ha assicurato che “la mera discussione sulla possibilità di inviare nuove attrezzature, come i carri armati, alle forze ucraine è estremamente pericolosa”, osservando che darebbe luogo ad attacchi in territori che la Russia considera già propri. Allo stesso tempo Peskov ha sottolineato che questo tipo di aiuto militare potrebbe danneggiare la sicurezza europea e persino globale, Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky ha intensificato nei giorni scorsi i suoi appelli per ricevere carri armati, con espliciti riferimenti ad alleati come la Germania, che è stata finora restia a consegnare questo tipo di equipaggiamento
Cremlino: “Parole di Medvedev in linea con la nostra dottrina nucleare”
Le parole di Dmitry Medvedev, che in un post su Telegram ha affermato che “la sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale potrebbe provocare una guerra nucleare”, non implica che la Russia stia cambiando la sua dottrina di difesa portando l’escalation a un nuovo livello e che sia pronta a usare armi nucleari, “non significa assolutamente questo”, ma “è pienamente in linea con la dottrina nucleare” russa. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda dei giornalisti in merito, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Interfax. “Leggete la dottrina sul nucleare, non ci sono contraddizioni”, ha aggiunto Peskov.
Peskov: Putin è vivo anche se Zelensky preferirebbe di no
«Il presidente russo Vladimir Putin è vivo, così come la Russia intera. E il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe rendersene conto, rapidamente». Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in conferenza stampa, parlando dei dubbi espressi da Zelensky circa il fatto che Putin sia vivo. ‘«E’ chiaro che Zelensky preferirebbe che né Putin, né la Russia esistessero», ha affermato Peskov. «E’ chiaro che sia la Russia sia Putin rappresentano un grosso problema per l’Ucraina di oggi e per Zelensky. Ed è chiaro che dal punto di vista puramente psicologico, Zelensky preferirebbe che né la Russia né Putin esistessero, ma prima se ne rende conto, prima l’Ucraina si rende conto che la Russia e Putin esistono ed esisteranno, e che prima o poi dovranno rinunciare a tutto ciò che è russo, meglio sarà per un paese come l’Ucraina», ha detto Peskov ai giornalisti.
Volodymyr Zelensky non è “del tutto sicuro” che il presidente russo Vladimir Putin sia ancora vivo e sia lui a prendere le decisioni in Russia: lo ha detto il leader ucraino durante il suo intervento in videocollegamento al Forum economico di Davos. Lo riportano i media nazionali. “Non capisco bene con chi parlare e di cosa. Non sono sicuro che il presidente russo, che a volte appare contro il chroma key, sia davvero lui”, ha risposto Zelensky a una domanda sulla possibilità di colloqui di pace. Il chroma key a cui fa riferimento Zelensky è una tecnica di effetti visivi utilizzata per alterare lo sfondo intorno al soggetto di un video. Alcuni ritengono che Putin la utilizzi per i suoi impegni pubblici in televisione, per sembrare che stia visitando dei luoghi mentre in realtà si trova in un luogo sicuro.
La Svezia invierà cannoni semoventi Archer a Kiev
La Svezia invierà all’Ucraina i cannoni semoventi Archer, assecondando una richiesta avanzata dal governo di Kiev gia’ da mesi. Lo ha annunciato il primo ministro svedese Ulf Kristersson nel corso di una conferenza stampa, informando che il suo governo ha preso la decisione di inviare un pacchetto di aiuti in tre tranche all’Ucraina, che include la spedizione del sistema semovente di artiglieria Archer.
Polonia: “Presto accordo sui Leopard o avanti senza Berlino”
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha lasciato intendere che la Polonia potrebbe fornire carri armati Leopard all’Ucraina senza attendere l’approvazione da parte della Germania. “Qui l’approvazione è secondaria. Raggiungeremo rapidamente un accordo o faremo noi stessi la cosa giusta” con l’Ucraina e “i nostri partner nell’Europa occidentale”, e i carri armati verranno consegnati, ha detto Morawiecki in un’intervista televisiva con l’emittente Polsat News mercoledì sera, secondo quanto riporta l’agenzia Pap. Morawiecki, come riporta Rnd, ha spiegato che la Germania continuerà quindi ad essere sollecitata ad accettare rapidamente un accordo sui Leopard, sottolineando che non c’è tempo da perdere perché la Russia sta preparando una nuova offensiva per febbraio.
Tajani replica a Lavrov: “E’ la Russia che ha fatto il fronte anti-Occidente”
“Non siamo il fronte anti-russo, è la Russia che ha fatto il fronte anti-Occidente, perché invadendo l’Ucraina ha fatto una scelta violando il diritto internazionale, noi difendiamo il diritto internazionale, difendiamo le regole, difendiamo un Paese democratico”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo ad Agorà, su Rai 3, alla richiesta di rispondere alle parole del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, che ieri in conferenza stampa ha dichiarato che “l’Italia si è spostata nel campo dei leader delle azioni anti-russe”.
La folle dichiarazione di Lavrov: “Gli Occidentali contro la Russia come Hitler con ebrei”
Michel arrivato a Kiev: “2023 sia l’anno di vittoria e pace”
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è arrivato a Kiev “per discutere di tutti gli aspetti della cooperazione”. Lo annuncia su Twitter postando la foto di un abbraccio con Olga Stefanishyna, vice primo ministro per l’integrazione europea ed euro-atlantica dell’Ucraina. “Che il 2023 sia l’anno della vittoria e della pace”, afferma Michel.
Zelensky critica Scholz per l’esitazione nella consegna dei carri armati Leopard
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è espresso in maniera critica riguardo alle notizie secondo cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz sarebbe pronto a consegnare i carri armati Leopard 2 solo se gli Stati Uniti a loro volta consegneranno i principali carri armati Abrams. A margine ddel World Economic Forum a Davos, Zelensky, sensa nominare direttamente Scholz o gli altri Paesi che non hanno ancora consegnato i moderni carri armati a Kiev, si è lamentato della “mancanza di armi specifiche” e ha affermato che per vincere la guerra “non possiamo farlo solo con motivazione e morale”. “Vorrei ringraziare ancora i nostri alleati per l’aiuto. Ma allo stesso tempo, ci sono momenti in cui non dovremmo esitare o non dovremmo fare paragoni quando qualcuno dice: ‘Darò i carri armati se anche qualcun altro condividerà i suoi carri armati'”, ha detto Zelensky. Il presidente ucraino ha anche affermato che la difesa aerea è “la nostra debolezza” alla luce degli attacchi russi mirati, incluso quelli tramite l’uso di droni di fabbricazione iraniana, e ha ribadito la sua richiesta di rifornimenti di artiglieria a lungo raggio per sparare contro le forze russe in territorio ucraino, non per sparare contro la Russia stessa.
Due caccia russi decollati da base Bielorussia. MiG-31K possono portare missili ipersonici
Due caccia russi MiG-31K capaci di lanciare i missili ipersonici Kinzhal sono decollati questa mattina dalla base di Machulishchy, in Bielorussia: lo ha reso noto il gruppo di monitoraggio Belarusian Gayun, citato dai media ucraini. In volo c’é anche un aereo da sorveglianza e ricognizione A-50U, ha aggiunto il gruppo. Non è chiaro se i velivoli si stiano dirigendo verso l’Ucraina. Lunedì scorso le forze aeree bielorusse e quelle russe hanno iniziato le annunciate esercitazioni aeree congiunte, che dureranno fino all’1 febbraio
Incontro diplomatico Italia- Stati Uniti sull’Ucraina
Wendy Sherman, vice segretario di Stato Usa ha incontrato a Washington il consigliere diplomatico del primo ministro Giorgia Meloni, l’ambasciatore Francesco Talò. Nel corso del colloquio, ha reso noto il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, si è “discusso degli sforzi condivisi per aiutare la difesa dell’Ucraina e affrontare l’aggressione inconcepibile del Cremlino, oltre che di coordinamento al fine di rafforzare la resilienza della nostra catena di approvvigionamento e promuovere gli investimenti nell’energia pulita. Il vicesegretario ha sottolineato l’importanza del partenariato Usa-Italia e il nostro comune interesse a difendere l’ordine globale basato sulle regole”
Berlino valuta consegna Leopard a Kiev
La Germania potrebbe presto consegnare i carri armati Leopard all’Ucraina. Secondo le informazioni dell’emittente Zdf, il governo di Berlino sta considerando questa opzione e potrebbe prendere una decisione già oggi. Di conseguenza, i colloqui in programma questa mattina tra il nuovo ministro della Difesa, Boris Pistorius, e il suo omologo americano Lloyd Austin potrebbero servire a coordinarsi con gli Stati Uniti. Anche l’incontro di venerdì del cosiddetto gruppo di contatto sull’Ucraina a Ramstein potrebbe servire a facilitare il coordinamento internazionale per l’eventuale consegna dei corazzati.
Allarme antiaereo in tutto il Paese
Un allarme antiaereo è scattato questa mattina in tutto il territorio ucraino: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare di Leopoli, Maksym Kozytskyi, come riportano i media nazionali. L’allarme è stato dichiarato dopo le 10:30 ora locale (le 9:30 in Italia).
Pistorius incontra segretario Difesa Usa Austin
Il neo-ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, incontrerà questa mattina il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, che sarà il primo ospite internazionale al Bendlerblock di Berlino. Gli argomenti dell’incontro, comunica il ministero, includono l’attuale situazione della guerra in Ucraina, l’ulteriore supporto militare a Kiev, uno scambio sulla situazione nell’Indo-Pacifico e gli aspetti militari della Strategia di Sicurezza Nazionale. L’ultima visita del Segretario alla Difesa Austin al Dipartimento della Difesa è avvenuta nell’aprile 2021. Pistorius e il suo omologo americano si incontreranno nuovamente domani alla riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina presso la base aerea di Ramstein.
La sconfitta della Russia “può provocare una guerra nucleare”
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo e stretto alleato di Putin, Dmitry Medvedev, torna a evocare lo spettro della guerra nucleare in Ucraina alla vigilia della riunione del gruppo di contatto nella base militare di Ramstein, in Germania. “Domani, nella base Nato di Ramstein, i grandi capi militari discuteranno di nuove tattiche e strategie, nonché della fornitura di nuove armi pesanti e sistemi di attacco all’Ucraina”, scrive su Telegram l’ex presidente ed ex primo ministro russo. “E questo subito dopo il forum di Davos, dove i frequentatori di partiti politici sottosviluppati hanno ripetuto come un mantra: ‘Per ottenere la pace, la Russia deve perdere’. E a nessuno di loro viene in mente di trarre la seguente conclusione elementare: la sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale può provocare lo scoppio di una guerra nucleare”, sottolinea Medvedev. “Le potenze nucleari non hanno perso conflitti importanti da cui dipende il loro destino. Ma questo dovrebbe essere ovvio per chiunque. Anche a un politico occidentale che abbia conservato almeno una traccia di intelligenza”.
Bombe russe sul Donetsk, feriti 4 civili
Quattro civili sono rimasti feriti durante i bombardamenti russi di ieri nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto il governatore, Pavlo Kyrylenko, come riporta il Kyiv Independent. I feriti, ha precisato Kyrylenko, sono stati segnalati ad Avdiivka, Khromovo, Ivanivskoye e Chasiv Yar. Non è possibile al momento determinare il numero degli eventuali feriti o vittime a Mariupol e Volnovakha, occupate dai russi, ha aggiunto.
Il Canada convoca l’ambasciatore russo per gli attacchi ai civili in Ucraina
Il Canada ha convocato ieri l’ambasciatore della Russia per un attacco nella città ucraina di Dnipro che ha ucciso almeno 45 persone, tra cui diversi bambini, ha detto il ministro degli Esteri canadese Melanie Joly. I funzionari hanno convocato l’ambasciatore Oleg Stepanov per “chiarire che non accettiamo la pura brutalità dei recenti attacchi della Russia contro i civili a Dnipro”, ha dichiarato Joly ai giornalisti a Toronto. Stepanov ha poi dichiarato che le discussioni durante l’incontro si sono concentrate su una “prevedibile linea di propaganda occidentale” e che le differenze tra Mosca e il Canada lasciano poco spazio alla diplomazia. L’attacco di sabato a un edificio di appartamenti a Dnipro è stato il più letale per i civili dall’inizio di una campagna di bombardamenti missilistici russi durata tre mesi. L’Ucraina afferma che l’edificio è stato colpito da un missile Kh-22 russo. Il Cremlino ha dichiarato che l’ondata di attacchi missilistici di sabato non ha preso di mira edifici residenziali. Il Canada, come altre nazioni occidentali, ha imposto ampie sanzioni alla Russia per la sua invasione in Ucraina e Joly ha dichiarato che Ottawa continuerà a chiedere conto a Mosca. In precedenza, mercoledì, il Canada ha annunciato la fornitura di 200 veicoli blindati per il personale Senator come parte della sua assistenza militare all’Ucraina. “Continueremo a soffocare il regime russo con sanzioni coordinate e continueremo a contrastare le bugie russe con i fatti”, ha detto Joly, parlando insieme al segretario agli Esteri britannico James Cleverly. Cleverly ha fatto eco ai commenti del suo omologo canadese sul continuo sostegno all’Ucraina. Si trovava a Toronto dopo aver incontrato il Segretario di Stato americano Antony Blinken martedì a Washington. Le forze armate canadesi e britanniche stanno anche addestrando nuove reclute ucraine in Gran Bretagna e Joly ha detto che altri esperti canadesi si uniranno presto alla cellula di informazione del governo britannico per combattere quella che ha descritto come informazione russa e russa. Stepanov, parlando con i giornalisti russi per telefono, ha detto che la Russia e il Canada hanno “differenze molto profonde riguardo all’Ucraina. In sostanza, ci siamo di nuovo separati senza alcun accordo nelle nostre valutazioni”. “Basando tutto non solo su una linea filo-ucraina ma anche astutamente anti-russa, stanno amplificando la portata dell’attuale confronto e non lasciano alcuna opportunità per un ulteriore lavoro diplomatico”, ha dichiarato l’agenzia di stampa Tass.
Il Pentagono chiede alle forze statunitensi in Corea del Sud di fornire attrezzature per l’Ucraina
Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha chiesto alle sue forze di stanza in Corea del Sud di fornire attrezzature per aiutare l’Ucraina nella guerra contro la Russia, ha detto oggi l’esercito americano, aggiungendo che la mossa ha “impatto zero” sulle sue operazioni nel paese asiatico. La U.S. Forces Korea (USFK), che ha circa 28.500 truppe in Corea del Sud, ha detto che la mossa fa parte degli sforzi degli Stati Uniti per aiutare l’Ucraina con le sue scorte. “Questo ha un impatto nullo sulle nostre operazioni e sulla nostra capacità di portare a termine il nostro impegno per la difesa del nostro alleato, la Repubblica di Corea”, ha dichiarato il portavoce dell’USFK, Col. Isaac Taylor, in un comunicato. L’USFK ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli, tra cui il tipo di equipaggiamento e la quantità di materiale richiesto o già trasferito. La dichiarazione arriva dopo che il New York Times ha riportato questa settimana che gli Stati Uniti stavano dirottando munizioni in Israele e Corea del Sud verso l’Ucraina per utilizzarle nella guerra contro la Russia. Mosca definisce le sue azioni in Ucraina “un’operazione speciale”. Interrogato sul rapporto, il ministero della Difesa di Seul ha dichiarato di essere in stretto coordinamento con gli Stati Uniti per mantenere la prontezza. La politica della Corea del Sud è di non fornire armi letali all’Ucraina. Seul ha cercato di evitare di inimicarsi la Russia, sia per ragioni economiche sia per l’influenza che Mosca può esercitare sulla Corea del Nord. A novembre, un funzionario statunitense ha dichiarato che Washington era in trattativa con la Corea del Sud per l’acquisto di proiettili d’artiglieria da inviare all’Ucraina, anche se Seul ha insistito sul fatto che gli Stati Uniti devono essere l’utilizzatore finale delle munizioni.
Deputato kazako perde il seggio dopo aver parlato a sostegno della Russia
Un partito politico kazako ha espulso oggi uno dei suoi deputati dopo che, in un’intervista, ha sostenuto l’invasione russa dell’Ucraina. Il deputato Azamat Abildayev ha dichiarato questo mese a Radio FreeEurope/Radio Liberty di sostenere quella che la Russia chiama “operazione militare speciale” in Ucraina e ha descritto il governo di Kiev come “nazista”, ripetendo una frase del Cremlino. Il governo kazako, nonostante i suoi legami tradizionalmente stretti con Mosca, non ha appoggiato l’invasione o riconosciuto l’annessione dei territori ucraini da parte della Russia e ha chiesto la pace. Giovedì, il partito Ak Zhol, a cui Abildayev appartiene, ha dichiarato di aver discusso i suoi commenti in una riunione e di aver deciso di espellerlo e di chiedere alla commissione elettorale centrale di revocare il suo mandato. Il partito ha dichiarato in un comunicato di “rispettare e sostenere sempre l’indipendenza e l’integrità territoriale della nostra Repubblica e di altri Stati amici”. Sebbene sia formalmente un partito di opposizione, l’Ak Zhol aderisce in larga misura alla linea del governo su questioni chiave. Inoltre, con un numero maggiore di kazaki che sostengono l’Ucraina nel conflitto rispetto alla Russia, secondo un sondaggio pubblicato il mese scorso dalla società di sondaggi locale Demoscope, i commenti di Abildayev potrebbero danneggiare le prospettive dell’Ak Zhol nelle elezioni parlamentari anticipate previste nei prossimi mesi.
L’agenzia russa FSB apre un caso di spionaggio contro un cittadino statunitense
La Russia ha aperto un procedimento penale contro un cittadino statunitense per sospetto spionaggio, ha dichiarato giovedì il Servizio di Sicurezza Federale (FSB). L’FSB non ha fatto il nome della persona né ha fornito altri dettagli, né ha detto se il sospetto è stato arrestato. Il Servizio Federale di Sicurezza della Federazione Russa ha aperto un procedimento penale contro un cittadino statunitense per un reato previsto dall’articolo 276 del Codice Penale della Federazione Russa – “Spionaggio””, ha dichiarato l’FSB in un comunicato. “L’americano è sospettato di aver raccolto informazioni su argomenti biologici diretti contro la sicurezza della Federazione russa”, ha dichiarato l’FSB. Non ha approfondito la natura delle accuse. L’ambasciata statunitense non ha potuto essere raggiunta immediatamente per un commento. Negli ultimi anni, diversi cittadini statunitensi sono stati arrestati in Russia per accuse penali e alcuni sono stati liberati in cambio di russi detenuti negli Stati Uniti. A dicembre, la stella del basket statunitense Brittney Griner è stata liberata dopo essere stata condannata a 9 anni di carcere per accuse di droga. È stata scambiata con Viktor Bout, un trafficante d’armi russo che ha trascorso 14 anni in carcere negli Stati Uniti per traffico d’armi, riciclaggio di denaro e cospirazione per uccidere degli americani. Tuttavia, i casi di spionaggio sono considerati particolarmente spinosi, con i servizi di sicurezza russi spesso non disposti a rilasciare coloro che accusano di essere spie. Finora la Russia ha rifiutato di scambiare il veterano del Corpo dei Marines statunitense Paul Whelan, arrestato dall’FSB nel 2018 con accuse di spionaggio e condannato a 16 anni di carcere nel 2020.
L’Ucraina chiede all’Occidente di affrettarsi a fornire carri armati e difese aeree
L’Ucraina ha esortato oggi gli alleati occidentali a sbrigarsi a fornire carri armati e difese aeree a Kiev, dicendo che sta pagando con le vite ucraine al fronte la lentezza delle discussioni nelle capitali straniere. “Non abbiamo tempo, il mondo non ha questo tempo”, ha scritto su Telegram Andriy Yermak, capo dell’amministrazione presidenziale ucraina. Gli alleati occidentali si riuniscono venerdì presso la base aerea di Ramstein, in Germania, per decidere se Berlino consentirà la fornitura dei suoi carri armati Leopard 2battle a Kiev per aiutare a scacciare le forze russe. “La questione dei carri armati per l’Ucraina deve essere chiusa il prima possibile. Proprio come la questione dei sistemi di difesa aerea aggiuntivi”, ha dichiarato Yermak in un comunicato. “Stiamo pagando la lentezza con le vite del nostro popolo ucraino. Non dovrebbe essere così”. I suoi commenti fanno eco all’appello lanciato ieri dal presidente Volodymyr Zelensky in un discorso video al World Economic Forum. Zelensky ha detto che carri armati e unità di difesa aerea dovrebbero essere consegnati più velocemente di quanto la Russia possa fare con i suoi prossimi attacchi. Questa settimana, la Gran Bretagna ha aumentato la pressione sulla Germania diventando il primo Paese occidentale a inviare carri armati occidentali. A quasi 11 mesi dall’invasione della Russia, le forze di Mosca controllano ampie zone dell’Ucraina orientale e meridionale. Il momento della battaglia è stato a favore di Kiev per mesi, ma Mosca ha speso enormi risorse per cercare di avanzare nella parte orientale. I carri armati Leopard sono in possesso di una serie di nazioni della NATO, ma per trasferirli all’Ucraina è necessaria l’approvazione della Germania. Il Ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha dichiarato che Kyiva ha chiesto alle nazioni che possiedono carri armati Leopard 2 – Grecia, Danimarca, Spagna, Canada, Paesi Bassi, Germania, Norvegia, Polonia, Portogallo, Turchia, Finlandia e Svezia – di fornirli.
Medvedev torna ad avvertire su rischi guerra nucleare
L’ex presidente russo, Dmitry Medvedev, oggi “numero due” del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, torna a mettere in guardia sul rischio che si scateni una guerra nucleare, innescata dal conflitto in Ucraina. «Domani, alla base Nato di Ramstein, i grandi leader militari discuteranno di nuove tattiche e strategie, nonché della fornitura di nuove armi pesanti e sistemi di attacco all’Ucraina«, osserva in un lungo post sul suo canale Telegram. «E questo subito dopo il forum di Davos, dove i presenti hanno ripetuto come un mantra: “Per arrivare alla pace, la Russia deve perdere”. E nessuno di questi poveretti pensa a trarne una conclusione elementare: se una potenza nucleare perde in una guerra convenzionale può provocare lo scoppio di una guerra nucleare«.
Zelensky: “Varie teorie” al vaglio dell’inchiesta sull’incidente dell’elicottero
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che ci sono «diverse» teorie al vaglio dell’inchiesta che dovrà spiegare la natura dello schianto, ieri, alle porte di Kiev, di un elicottero, schianto in un cui è morto tra l’altro il ministro dell’Interno. «L’indagine è in corso. Ci sono diverse teorie e non sono autorizzato a parlarne fino a quando le indagini non saranno terminate», ha detto Zelensky a Davos quando gli è stato chiesto se la tragedia sia stato un incidente.
Ucraina, Cnn: il nuovo pacchetto di armi Usa sarà di 2,5 miliardi di dollari
Il nuovo mega pacchetto statunitense di aiuti militari all’Ucraina avrà un valore complessivo di circa 2,5 miliardi di dollari: lo riporta la Cnn, che cita due fonti bene informate. Si tratta di uno pacchetti più consistenti annunciati da Washington dall’inizio della guerra lo scorso febbraio. Il pacchetto, che non è ancora stato finalizzato, includerà per la prima volta i veicoli da combattimento Stryker. I nuovi aiuti, scrive l’emittente americana sul suo sito, potrebbero essere finalizzati entro la fine della settimana.
Il presidente del Consiglio europeo, Michel, in viaggio verso Kiev: “Ucraina ha bisogno di noi”
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è in viaggio verso Kiev, dove incontrerà il presidente Volodymyr Zelensky e il premier Denys Shmyhal. Lo ha annunciato un video-selfie pubblicato su Twitter. «Gli ucraini stanno combattendo per la loro terra, per il futuro dei loro figli. Ma stanno anche combattendo per i nostri comuni valori europei di pace e prosperità. Hanno bisogno e meritano il nostro sostegno», ha detto. «Discuterò con il presidente Zelensky e il suo team quali altre misure concrete possiamo adottare per assicurarci che siano più forti e più potenti», ha aggiunto.
La folle dichiarazione di Lavrov: “Gli Occidentali contro la Russia come Hitler con ebrei”
Pentagono esclude per ora fornire carri armati Abrams
L’amministrazione degli Stati Uniti non è ancora pronta a fornire alle forze armate ucraine i carri armati americani Abrams. Lo ha detto ai giornalisti il vicesegretario alla Difesa per gli affari politici Colin Kahl, rientrato negli Stati Uniti dopo una missione in Ucraina. Kahl ha sottolineato che gli Stati Uniti non sono pronti per la fornitura di Abrams alle forze armate ucraine. «Penso solo che non sia il momento». «I carri armati Abrams sono mezzi molto complessi. Sono costosi, richiedono un addestramento difficile, hanno un motore di aereo a reazione. Penso che consumino 11 litri di kerosene al km», ha sottolineato. «Non è il sistema più facile da mantenere», ha aggiunto, non escludendo un cambio di posizione in futuro. Kahl ha anche osservato che il ministro della Difesa americano Lloyd Austin ha finora evitato di consegnare agli ucraini attrezzature che «non possono riparare, non possono mantenere e non possono permettersi (di tenere) a lungo termine perché non sarebbe utile». Secondo diversi media americani e tedeschi, la Germania si rifiuta di consegnare a Kiev i suoi carri armati da combattimento Leopard fino a quando Washington non cederà i suoi Abrams.
Gb, Russia sta valutando impiego di alcuni tank T-14 Armata
È probabile che la Russia stia considerando di schierare un piccolo numero dei suoi nuovi carri armati principali T-14 Armata in Ucraina. Lo riferisce un tweet del ministero della Difesa britannico in un aggiornamento d’intelligence, spiegando che a fine dicembre alcune immagini hanno mostrato dei T-14 in un’area di addestramento nel sud della Russia: il sito è stato associato ad attività di pre-dispiegamento per l’operazione in Ucraina. In seguito, «i media filo-governativi russi hanno affermato che i T-14 erano in fase di preparazione per il dispiegamento», spiega l’intelligence. Tuttavia, «non è chiaro se la Russia abbia già spostato il tipo in Ucraina. Qualsiasi dispiegamento di T-14 sarà probabilmente una decisione ad alto rischio per la Russia. Dopo undici anni di sviluppo, il programma ha subito ritardi, riduzioni della flotta prevista e segnalazioni di problemi di produzione. Un’ulteriore sfida per la Russia è l’adattamento della sua catena logistica per gestire il T-14, poiché è più grande e più pesante degli altri carri armati russi”, si legge nell’aggiornamento. Se la Russia impiegherà il T-14, «probabilmente lo farà soprattutto a scopo propagandistico», spiega il rapporto. La produzione è probabilmente di poche decine di unità, mentre è improbabile che i comandanti si fidino del veicolo in combattimento.
Indagine penale sull’incidente dell’elicottero
Le autorità ucraine hanno avviato un’indagine penale ordinata dal presidente Volodymyr Zelensky sull’incidente dell’elicottero in cui hanno perso la vita almeno 14 persone, tra cui il ministro dell’Interno Denys Monastyrsky. «Il Servizio di sicurezza ucraino ha aperto un’indagine penale su questo terribile evento», ha dichiarato Zelensky. «Ho incaricato il capo del Servizio di sicurezza dell’Ucraina, in collaborazione con tutti gli altri organi autorizzati, di chiarire tutte le circostanze del disastro», ha aggiunto.
Casa Bianca: tank tedeschi? Ogni Paese prenda decisioni sovrane
«Il presidente Biden crede che ciascun Paese debba prendere le sue decisioni sovrane su quali misure di assistenza militare e quale tipo di equipaggiamento è in grado di fornire all’Ucraina»: così la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre alla domanda sulla posizione di Berlino, che subordinerebbe l’invio dei suoi Leopard a quello di tank Usa.
Boris Johnson nominato cittadino onorario di Kiev
Il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko ha parlato a Davos con Boris Johnson e gli ha consegnato un premio dalla capitale ucraina: il titolo di cittadino onorario della città di Kiev. La decisione sulla sua assegnazione è stata approvata dal consiglio comunale di Kiev alla fine di novembre dello scorso anno. Lo ha annunciato lo stesso Klitschko tramite suo canale Telegram. «In qualità di primo ministro della Gran Bretagna, Johnson ha fatto tutto il possibile per aiutare l’Ucraina. E continua a sostenerci e a convincere il mondo civile del sostegno necessario», ha sottolineato Klitschko.
Gli Usa aprono all’ipotesi di aiuti militari per colpire Crimea
L’amministrazione Biden sta considerando la tesi secondo cui Kiev ha bisogno di potenza bellica per colpire la Crimea, la penisola ucraina annessa dalla Russia nel 2014. Lo scrive il New York Times. Per anni gli Stati Uniti hanno insistito sul fatto che la Crimea fosse ancora parte dell’Ucraina. Eppure la Casa Bianca ha mantenuto una linea ferma dall’invasione russa dell’Ucraina, rifiutandosi di fornire a Kiev le armi di cui ha bisogno per prendere di mira la penisola, che Mosca ha utilizzato come base per lanciare attacchi devastanti. Ora quella linea sta iniziando ad ammorbidirsi, secondo il quotidiano, anche se il commander in chief non sembra ancora pronto a fornire all’Ucraina i sistemi missilistici a lungo raggio di cui Kiev avrebbe bisogno per attaccare le installazioni russe in Crimea.
Raid russi sulla regione di Sumy
Le forze armate russe hanno bombardato «per tutto il giorno» le comunità di Krasnopil e Shalygin nella regione di Sumy con colpi di mortaio. Lo riporta Ukriform citando il capo dell’amministrazione militare regionale locale, Dmytro Zhivytskyi. Non risultato esserci vittime o feriti.
Il segretario della Difesa Usa a Berlino: incontri con Pistorius e Schmidt
Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, è atterrato a Berlino. Nella capitale tedesca, riferisce in un tweet il capo del Pentagono, Austin incontrerà il nuovo ministro della Difesa, Boris Pistorius, e il capo della Cancelleria e ministro per gli Affari speciali, Wolfgang Schmidt, per «discutere delle nostre priorità condivise in materia di difesa e della cooperazione rafforzata tra democrazie». Successivamente, Austin presiederà a Ramstein la riunione del Gruppo di Contatto sull’Ucraina.
Zelensky: i russi aumentano attacchi nel Donbass ma teniamo le posizioni
«Sono in contatto con i nostri militari. La situazione al fronte rimane difficile, l’epicentro delle battaglie più brutali è nel Donbass. Stiamo gradualmente registrando un aumento del numero di bombardamenti e tentativi di azioni offensive da parte degli occupanti. Grazie a tutti i nostri combattenti che mantengono le posizioni». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo videomessaggio serale. Lo riporta Ukrainska Pravda.
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Zelensky: la morte del ministro dell’Interno è una perdita enorme
«Abbiamo perso persone che erano professionisti, patrioti e leader affidabili. Il ministro Denys Monastyrskyi, Yevgeny Yenin, i loro colleghi morti nel disastro non sono persone facilmente sostituibili. È davvero una grande perdita per lo Stato». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo videomessaggio serale su Telegram in merito allo schianto dell’elicottero a Brovary costato la vita al ministro dell’Interno di Kiev e ad alcuni suoi collaboratori.
Ambasciata svedese in Italia: la Russia deve perdere guerra, è l’unico scenario possibile
«La Russia deve perdere questa guerra e l’Ucraina deve vincere. Questo è l’unico scenario possibile perché Mosca non si fermerà al Donbass». Lo ha detto l’ambasciatore svedese in Italia, Jan Bjorklund, all’evento sull’inaugurazione della presidenza Ue del suo Paese alla Camera di Commercio di Roma. «L’aggressione russa in Ucraina è inaccettabile. Chi ha commesso crimini di guerra ne deve rispondere», ha proseguito l’ambasciatore svedese. Nell’esprimere cordoglio per l’incidente dell’elicottero nel quale sono morti anche il ministro dell’Interno ucraino, l’ambasciatore svedese ha sottolineato che «mentre noi siamo qui, tra le 50 e le 100 persone vengono uccise. Putin ha deliberatamente bombardato l’Ucraina e gli ucraini combattono per difendere non solo la loro libertà, ma anche la nostra».
Papa: “Cristiani uniti siano artefici di riconciliazione”
Il Battesimo richiama i cristiani tutti “ad attuare con gratuità opere di giustizia”, così come “gesti concreti di vicinanza” a chi è vittima “di ingiustizie, scarto, di varie forme di oppressione e soprattutto di guerre”. Con queste parole Francesco ha accolto la Delegazione ecumenica della Finlandia, arrivata a Roma, come ogni anno, in occasione della festa di Sant’Enrico, patrono del Paese scandinavo, che vede riuniti “non solo luterani e cattolici, ma anche ortodossi e metodisti”. Francesco nel ringraziare il vescovo luterano di Espoo Kaisamari Hintikka (rpt, ‘il vescovo luterano di Espoo Kaisamari Hintikka’), a capo della delegazione, per le condoglianze per la morte di Benedetto XVI, ne ha ripreso il riferimento al Mar Baltico per tornare a parlare del conflitto in Ucraina: “Sono riconoscente anche per quanto di suggestivo ha evocato attraverso l’immagine del Mar Baltico, fonte di vita minacciata dall’azione dell’uomo, luogo di incontro che risente dolorosamente del clima di scontro causato dalla feroce insensatezza della guerra, che sempre la guerra è una sconfitta, sempre”. Occorre essere grati al Battesimo, è stata poi l’indicazione del Papa, che ha permesso la riconciliazione “con Dio, con gli altri, con il creato”: “Siamo figli riconciliati e siamo pertanto chiamati a riconciliarci sempre di più tra noi, e ad essere operatori di riconciliazione nel mondo”. Nel citare la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, iniziata ieri, Francesco ha sollecitato i cristiani, ad essere “testimoni della fede in Cristo”, e ad immergersi, insieme, “nelle ferite dei bisognosi” così come Lui “si è immerso nella fragilità” della condizione umana: “Nella comunità di tutti i battezzati, sappiamo di essere infatti uniti tra di noi, qui ed ora, con ogni sorella e fratello in Cristo, ma anche alle nostre madri e ai nostri padri nella fede che sono vissuti prima di noi”. L’invito del Papa è stato a non stancarsi mai “di amare, di sperare, di cercare i lontani, di bruciare dentro dal desiderio di annunciare Gesù e di edificare l’unità” e di chiedere il dono “di un rinnovato zelo apostolico”, affinché si possa riscoprire “gli altri credenti come nostri fratelli e sorelle in Cristo, che ci faccia sentire apostoli riconciliati da Dio per riconciliarci tra di noi e diventare artefici di riconciliazione per il mondo”.