Quella dell’altro giorno a Dnipro, con quel missile che ha ammazzato decine di persone inermi, è l’ennesima strage di civili lungo il corso dell’operazione speciale pianificata dell’aggressore russo. L’ennesima: ma sappiamo tutti che non sarà l’ultima, giusto come tutti abbiamo sempre saputo che ogni ospedale raso al suolo, ogni centro commerciale incenerito, ogni asilo bombardato, avrebbero rappresentato altrettante tacche destinate a moltiplicarsi sul manico della falce russa che miete senza sosta la vita ucraina.
Le complicità e le cospirazioni pacifiste rivolte a dare il nome di pace alla vittoria degli stragisti devono fare i conti con la realtà di uno stillicidio che solo una sconfinata disonestà intellettuale e la sistematica contraffazione della verità possono attribuire alla responsabilità di chi aiuta – sempre meno di quel che sarebbe necessario, peraltro – la resistenza ucraina. Che è, come dimostra quest’ennesima, e temibilmente non ultima, strage di civili, resistenza opposta a una politica di annientamento che ormai addirittura deliberatamente, e rivendicando ogni tappa del percorso, tira a…