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Amy Adams e Patrick Dempsey, dopo 15 anni torna la loro favola Disney in “Come per disincanto”

Da anni i fan chiedevano un sequel della storia d’amore tra Robert e Giselle, i protagonisti di Come d’incanto, e ora finalmente il sogno è realtà, come nelle migliori favole Disney. Difficilmente, quando il film uscì nel 2007, con un cast di quasi sconosciuti (fatta eccezione per Patrick Dempsey, che dopo Grey’s Anatomy era il nome forte del film), ci si sarebbe potuto aspettare l’enorme successo che porta ora su Disney+, dal 18 novembre, un secondo capitolo: Come per disincanto.

L’amore per questa storia, che parlava del vero significato di ‘favola’ e che si divertiva a ironizzare sulle storie d’amore tra principi e principesse Disney, arriva prima di tutto proprio dagli attori. Mashable Italia ha avuto l’opportunità di partecipare alla conferenza stampa internazionale del sequel, che vede la partecipazione di tutto il cast originale: ognuno di loro custodisce un bel ricordo del primo lungometraggio. A partire dalla protagonista, Amy Adams, che – nonostante avesse già ricevuto una candidatura all’Oscar nel 2005 per il piccolo film Junebug – ha raggiunto la fama internazionale con Come d’incanto. “Mi sono sempre sentita come se Giselle non mi avesse mai lasciata – ha dichiarato – È stato un personaggio che ha significato tanto per me in molti modi e sono veramente grata di rifarlo mio in questo momento della mia vita”.

Come nella realtà, anche nel film sono passati molti anni e Giselle e Robert non sono più i neo innamorati che avevamo lasciato. Sono una coppia solida, con dieci anni di matrimonio alle spalle, una bimba appena nata che si è unita a Morgan, figlia del primo matrimonio di Robert. Giselle però è ormai disillusa dalla vita in città, così la famiglia si trasferisce nella tranquilla comunità suburbana di Monroeville alla ricerca di una vita da favola: una scelta che Morgan non approva e che complica il rapporto con Giselle, già in difficoltà da quando la figliastra non è più una bambina ma un’adolescente. Frustrata dal fatto che il suo “e vissero per sempre felici e contenti” non sia tutto rosa e fiori, Giselle si rivolge alla magia di Andalasia e trasforma accidentalmente l’intera Monroeville in una fiaba, mettendo a rischio la felicità futura della sua famiglia.

Uno dei punti di forza di Come d’incanto era il continuo riferimento ad altri film Disney: una gara per i fan a trovare tutti gli easter eggs. Questo sequel non è da meno. “Penso che la Disney non avesse mai permesso di fare riferimento a se stessa, Come d’incanto fu una prima volta in questo senso e abbiamo voluto continuare: ogni ripresa, ogni angolo della città, strizza l’occhio a un’altra storia Disney”, ha dichiarato il regista e coreografo Adam Shankman.

Trattandosi anche stavolta di un musical, molti riferimenti sono musicali. Autore della colonna sonora e delle canzoni originali è di nuovo Alan Menken, il compositore dietro i più grandi successi Disney, da La Bella e la Bestia ad Aladdin, da La Sirenetta a Rapunzel. “Abbiamo citato – ha spiegato – la musica di tutte le favole Disney a partire dal primo, degli anno ’30, Biancaneve, passando per Cenerentola, negli anni ’50, e proseguendo”. Per l’occasione anche chi non aveva cantato e ballato nello scorso film è salito a bordo del musical: Idina Menzel, che all’epoca era sconosciuta al grande pubblico e che oggi – dopo aver prestato la voce a Elsa di Frozen – è uno dei volti Disney più noti, e Patrick Dempsey. “Cantare e ballare è stato divertentissimo – ha dichiarato l’attore durante l’incontro internazionale -, tutto il processo di trovare la propria voce, lavorare con un vocal coach, imparare le strofe e i passi di danza è stata un’esperienza straordinaria. Non lo avevo mai fatto e le vibrazioni che senti quando canti sono una sensazione fantastica”.

Diciamolo. Come per disincanto non è all’altezza del primo film semplicemente perché manca un’idea geniale e originale, come c’era stata invece nel 2007. È però un godibilissimo film per famiglie, con belle musiche e un super cast. Non solo ognuno è perfettamente calato nel suo ruolo, ma visibilmente si diverte a interpretarlo. E quando c’è questo calore e questa allegria, il pubblico la percepisce e la apprezza. Non sarà indimenticabile, tutt’altro, la sceneggiatura stanca, senza guizzi particolari, non apporta alcuna novità alla storia. È un titolo senza pretese ma ideale per la stagione natalizia che si avvicina, se si vuole rivivere le ambientazioni di un film che si ama. Ci sono tutti gli ingredienti giusti: la musica, la magia e una lezione d’amore, il proprio “e vissero felici contenti” va coltivato ogni giorno perché fuori da Andalasia tutto cambia di continuo e niente è congelato “per sempre”. L’amore si evolve, si adatta e cresce insieme a noi.

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