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Usa e Cina in guerra entro due anni: “Combatteremo nel 2025”. L'allarme di un generale americano – Secolo d'Italia


28 Gen 2023 21:25 – di Bianca Conte

guerra Usa Cina

Venti di guerra tra Usa e Cina. A rivelare la possibile esplosione di un conflitto a breve termine è un documento riservato redatto da Mike Minihan, capo dello US Air Mobility Command. «Spero di sbagliarmi – ha scritto Minihan nel rapporto confidenziale –. Il mio istinto mi dice che combatteremo nel 2025». L’ufficiale dell’aeronautica sembra non nutrire dubbi a riguardo. Tanto che nella sua tesi, messa nero su bianco, indica nel dettaglio motivazioni. Tempi. Teatro dello scontro: che sarebbe Taiwan, l’isola democratica che Xi Jinping ha giurato al Partito e alla nazione cinese di «riunificare». Tanto che Minihan nel suo report inquietante spiega: «A Taiwan nel 2024 si terranno le elezioni presidenziali e offriranno a Xi una ragione»…

Usa e Cina in guerra nel 2025: l’allarme di un generale del Pentagono

Tutto molto dettagliato, al punto che in molti hanno preso il memo del generale a 4 stelle come qualcosa di più di un allarme: una vera e propria previsione sullo scenario in fieri e prossimo venturo. Ipotesi e preoccupazioni, quelle dell’esperto militare, affidate a un memorandum interno per gli ufficiali del suo stato maggiore, che probabilmente avrebbero dovuto rimanere secretate, ma il cui contenuto è stato rivelato alla tv americana Nbc e ripreso dal Financial Times. E allora: «Si tratta dell’allarme più drammatico sul pericolo imminente pronunciato da un generale del Pentagono riguardo alla Cina», scrive il Corriere della sera dando conto della notizia secondo cui Cina e Stati Uniti potrebbero essere in guerra tra due anni.

La drammatica previsione contenuta in un documento riservato

La previsione contenuta in «un insolito e roboante memo» inviato alle truppe sotto il suo comando, firmato dal generale americano Michael A. Minihan, immagina dunque un conflitto aperto tra le due superpotenze. In un periodo di tempo molto più ravvicinato di quanto finora ipotizzato dagli analisti. A capo del Comando della mobilità aerea, che supervisiona la flotta di aerei da trasporto e da rifornimento del servizio, il generale ha avvertito i suoi uomini di accelerare i preparativi per un potenziale conflitto. Citando le aspirazioni del presidente cinese Xi Jinping. E la possibilità che gli americani si accorgano del rischio quando sarà troppo tardi, riferisce il Washington Post.

Usa-Cina in guerra: «Il mio istinto mi dice che combatteremo nel 2025». Ecco perché

«Spero di sbagliarmi – ha scritto Minihan –. Il mio istinto mi dice che combatteremo nel 2025. Xi si è assicurato il terzo mandato e ha creato il consiglio di guerra nell’ottobre 2022. Le elezioni presidenziali di Taiwan sono nel 2024 e offriranno a Xi una ragione. Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti sono nel 2024, e offriranno a Xi un’America distratta. La squadra, la ragione e l’opportunità di Xi, sono tutte allineate per il 2025». Insomma, il memo di Minihan incoraggia le migliaia di truppe sotto il suo comando a prepararsi alla guerra in molti altri modi. «Correte deliberatamente, non in modo avventato – scrive –. Se vi sentite a vostro agio nel vostro approccio all’addestramento, allora non state correndo abbastanza rischi, ma dovete essere “più aggressivi”.

Il promemoria, riportato per la prima volta venerdì da Nbc News

Il promemoria, riportato per la prima volta venerdì da Nbc News, è datato primo febbraio. Ed è stato distribuito ai comandanti subordinati di Minihan. Una portavoce dell’Aeronautica militare, il maggiore Hope Cronin, ne ha confermato l’autenticità, scrivendo in una dichiarazione condivisa con i media, dopo che la nota ha iniziato a circolare sui social media, che l’ordine di Minihan «si basa sugli sforzi fondamentali compiuti l’anno scorso dal Comando della mobilità aerea per preparare le Forze di mobilità aerea a conflitti futuri, qualora la deterrenza dovesse fallire». Ma un funzionario della Difesa, parlando a condizione di anonimato, ha affermato che i commenti di Minihan «non sono rappresentativi del punto di vista del dipartimento sulla Cina»…

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