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Torna l’ipotesi di mandare in pensione i medici a 72 anni. I sindacati: “Non si risolve così il problema della carenza”

Medici in pensione a 72 anni. Con alcuni emendamenti della maggioranza depositati e segnalati nel decreto Milleproroghe rispunta questa ipotesi, già bocciata nella Manovra di fine anno. Alla base l’obiettivo di far fronte alla carenza di personale, consentire nel frattempo l’incremento dei laureati in medicina e chirurgia con le relative specializzazioni, garantire continuità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e ridurre i tempi delle liste d’attesa. Ipotesi deroga sull’età pensionabile sulla quale i sindacati Anaao Assomed e Smi hanno espresso contrarietà.

“Misura utile solo a favorire determinate lobby”, commenta il segretario nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio sottolineando che “si cerca di far rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta principale perché reputata misura inutile per rispondere al problema della carenza di personale, né tantomeno utile ad un rinnovamento di un sistema sanitario in stato agonizzante”. Secondo il segretario generale del Sindacato Medici Italiani (Smi), Pina Onotri, “non sono queste le soluzioni per risollevare le sorti della medicina di prossimità. Non servono misure tampone che penalizzano ancor di più i medici, in fuga, ormai, dal Ssn per i carichi di lavoro insopportabili e per le retribuzioni in caduta libera”. Aziende e enti del Servizio sanitario nazionale, “sino al 31 dicembre 2026, possono trattenere in servizio il personale medico del Servizio sanitario nazionale, dipendente o convenzionato e i docenti universitari in medicina e chirurgia, in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza, fino al compimento del 72/o anno di età”, recita un emendamento. Mentre in un altro testo la scelta è su base volontaria. E, dice il segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, “per quanto possa sembrare paradossale ritengo questa possibilità favorevole anche per i giovani”.

È uno degli elementi, spiega Scotti “che ci deve portare a far guadagnare quei 2-3 anni perchè nei prossimi 8 anni per la medicina generale andranno in pensione circa 37mila medici, e nei prossimi 8 anni, se va bene, si produrranno 18mila medici, senza considerare un tasso di abbandono del 20%, dipende dall’attrattività”. Rispetto al testo bocciato dal Bilancio nella Manovra di fine anno, dove si rimaneva in servizio al costo della pensione, aggiunge Scotti “adesso viene variata fino al 2026 la fascia di età. Quindi si rimane in servizio e non si va in pensione. Si contribuisce per 2 anni in più, c’è un introito e c’è un risparmio”. Ora il limite è 70 anni ma i medici vanno via a 68 “sempre prima”, sottolinea il segretario generale Fimmg che sulla carenza farmaci dice: “Ben venga un alert, penso si possa risolvere rapidamente”. In merito al tema farmaci è intervenuto a Radio Rai1 il ministro della Salute Orazio Schillaci: “Esiste un’ampia disponibilità di farmaci equivalenti sul mercato. In questo l’Italia ancora ne prescrive pochi rispetto alle altre nazioni europee, e per questo stiamo agendo in sintonia con i medici di medicina generale”, ha detto. Mentre sul personale medico ha ribadito che il fenomeno dei medici a gettone “va combattuto subito” perché ci sia più spazio per assunzioni e incentivi. E dal Milleproroghe, un emendamento con primo firmatario il senatore di Fratelli d’Italia, Franco Zaffini, presidente della Commissione Sanitá, prevede 20 milioni di euro per il biennio 2023-2024 per il Fondo per l’implementazione del Piano Oncologico Nazionale 2022-2027. 

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