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Sanremo, Fedez e Angelo Duro scuotono il Festival. Mengoni resta primo in classifica

Sanremo – Marco Mengoni guida la classifica della sala stampa al termine della seconda, burrascosa, serata del Festival di Sanremo. Seguono, vicinissimi uno dall’altro come ha detto Amadeus, Colapesce Dimartino, Madame, Tananai, Elodie, Coma_cose, Lazza, Giorgia, Rosa Chemical, Ultimo, Leo Gassmann, Mara Sattei, Colla Zio, Paola e Chiara, Cugini di Campagna, Levante, Mr. Rain, Articolo 31, Gianluca Grignani, Ariete, Modà, gIANMARIA, Olly, LDA, Will, Anna Oxa, Shari, Sethu.

Dopo le rose di Blanco, nemmeno la seconda serata è stata priva di imprevisti: l’attacco di Fedez ai ministri (mai nominati) della destra, nel  testo non concordato della canzone eseguita sulla Costa Smeralda, con esibizione e strappo finale della foto del vice ministro Bignami vestito da nazista (uno scatto antico, aveva detto lo stesso Bignami quando fu pubblicata la prima volta).

E poi il finale del comico Angelo Duro. Che prima si cala i pantaloni e poi cala il sipario su ogni “politically correct” rispetto alle donne.  Amadeus aveva invitato a cambiare canale “perché le cose che ascolteremo potrebbero non piacerci”. Il monologo del comico Angelo Duro in effetti è, a tratti, fin troppo serio per il brutale realismo della sua disamina dei rapporti tra uomo e donna (il segreto per un matrimonio duraturo? Andare a prostitute ogni mese. Come stare 14 anni con la stessa persona? Tradendola in modo sistematico).

Dopo le polemiche sulla presenza di Rosa Chemical, l’attore palermitano, debitore dello stile della stand up comedy americana come molti della sua generazione, ricorda che la vera trasgressione è ben altra: non avere nessun tatuaggio, bere solo acqua e non cambiare mai fidanzata. 

Ma nemmeno Francesca Fagnani risparmia una nota polemica a Nicola Gratteri, nel suo monologo scritto insieme ai ragazzi del carcere minorile di Nisida che parla anche di dispersione scolastica.

Toccante il dialogo Donna, vita, libertà, dell’attivista italo iraniana Pegah Moshir Pour accompagnata da Drusilla Foer (annunciata a sorpresa nell’ultima scaletta della seconda serata).

La cronaca della seconda serata di Marco Menduni

Sanremo è un tritacarne, un rullo compressore impazzito che per cinque giorni non si ferma mai e archivia tutto nel suo ritmo da sarabanda. Così all’inizio della seconda serata arriva Gianni Morandi con la scopetta in mano, memore delle pulizie straordinarie innescate meno di 24 ore prima dal personale conflitto di Blanco con le rose del palcoscenico.

Ma è già il passato. Si riparte prendendola dall’inizio, da quando Nilla Pizzi vinceva la prima edizione della kermesse con “Grazie dei Fiori”, intonata dal Gianni nazionale. Poi arriva subito Will con “Stupido”, una canzone che passa via liscia come una gazzosa. Applausi di cortesia. E via subito i Modà con “Lasciami”, che parte con gran dispendio di orchestra ma poi esplode ed emoziona la platea. Ululati (di approvazione).

Francesco Arca è ospite per la prima volta al Festival. L’attore toscano, l’ex tronista di Uomini e Donne, presenta la nuova fiction Rai che lo vede protagonista: “Resta con me”. Incassa via social i complimenti dell’ex fidanzata Laura Chiatti (“Sei stupendo Franci”) e subito arriva l’intervento dell’attuale compagna Irene Capuano, che replica con un “orgogliosa di te”. Perché il Festival, ricorda Amadeus, è anche social. Sempre di più. Con tutte le dinamiche che passano per quei territori.

Può una “belva” essere emozionata? A Sanremo sì. Una Francesca Fagnani in lungo e generosa (elegante) scollatura lo è eccome. “Mezzo bicchiere di frizzantino e passa tutto”, le hanno consigliato. Macché. Scende le scale con l’aria di chi percepisce il baratro sotto i piedi (“È la Parigi Dakar”) , poi annuncia il savonese SetHu con “Cause perse”, con un erroneo accento sulla u. Lui si agita su un ritmo incalzante, anche se il solito diavoletto che si palesa sotto forma di un inconveniente tecnico zittisce le sue prime note. Divertente. Vola nell’aria un “ma vai a lavorare”, ma non se lo merita.

Ma vuoi mettere le emozioni che sa regalare la macchina del tempo? Morandi, Ranieri, Al Bano ed è subito medley di brani sempreverdi. Il pubblico è tutto in piedi. La musica leggera, le canzonette, possono piacere o meno. Ma qui, signori, va in scena la storia. Anche se ora va “a cento all’ora”. Merita rispetto. Rose rosse per loro. E felicità. Cori dal pubblico e cartelli sventolati.

Il trio Morandi, Al Bano, Ranieri, per la prima volta insieme sul palco di Sanremo

 (lapresse)

Buon compleanno Al Bano. E fanno 80. Quattro torte per ogni ventennio sul palco, acuti stentorei (accolti dalle standing ovation) e buon peso persino tre flessioni. In scioltezza. Lui si commuove: “All’Ariston devo tutto, il successo e la rinascita”. Poi con Morandi e Ranieri intona “il nostro concerto”. Del “nostro” Umberto Bindi. Un’alchimia magica, mentre il “nostro” mare di Liguria luccica alle spalle dell’Ariston.

Le torte di compleanno di Al Bano

 (ansa)

Ricordate gli Articolo 31? Ebbene, tornano insieme per l’occasione con un brano in perfetto stile Articolo 31. Sembra di tornare indietro nel tempo, agli anni Novanta. Meglio allora che poi. Se ne sono resi conto: “Siamo stati due coglioni e infatti funzioniamo in coppia”. “Non lasciatevi più adesso, eh?”, incalza Amadeus. J-Ax e Dj Jad fanno sì sì con la testa e versano qualche lacrimuccia.

Lazza fa il verso a Moby. Campionamenti e melodia. Ci prova, ad essere internazionale. Forse ci riesce. Del resto, a Sanremo arriva preceduto dal successo del terzo album “Sirio”, doppio platino e album rimasto più tempo in cima alla classifica FIMI negli ultimi dieci anni. Per lui è la prima volta a Sanremo. Il cantante milanese esegue il brano “Cenere” con sicurezza e, alla fine, commenta laconico: “E’ andata bene”.

L’Ariston si inchina a Giorgia. Lei è un simbolo della musica italiana. L’interpretazione è strepitosa e appassionata. Ma un dubbio inizia subito a circolare sui social, appena dopo l’esecuzione: questa canzone “Parole dette male” è davvero all’altezza delle aspettative? Il pubblico, come sempre, si divide. Però è fatta apposta per permetterle i vocalizzi di cui è maestra.

Giorgia a Sanremo 2023

 (ansa)

Il monologo “Donna, Vita, Libertà”

“Per la libertà”. “Per la libertà”. “Per la libertà”. Così: ripetuto, come se volesse perpetuarsi all’infinito. È il dramma dell’Iran. Dove non si può cantare, non si può amare, è quasi impossibile essere donna. Il Festival non dimentica la sua anima più sociale. E’ intenso il monologo di Pegah, attivista italoiraniana, accanto a Drusilla, che ritorna dopo il trionfo dell’anno passato. Bisogna continuare a puntare il dito e tenere le antenne alzate sulla terribile repressione in corso a Teheran. E un grande messaggio di pace la canzone Baraye, il simbolo della protesta dell’Iran diventata un coro da stadio.

Pegah e Drusilla: “Donna, vita e libertà”

“Io vi ringrazio – aggiunge Pegah – perché ricordate al mondo che la musica è un diritto umano. E vorrei usare la melodia e le parole di una canzone che è diventata l’inno della rivoluzione, ‘Baraye’, di Shervin Hajipur, che è stato arrestato per questo. La canzone si chiama, in italiano ‘Per'”. Poi entra Drusilla Foer che duetta con Pegah Moshir Pour, sulle note di questo inno della rivoluzione, che parla di tutti i diritti negati in Iran e che si conclude ripetendo più volte ‘Per la libertà’. 

Se i Black Eyed Peas salutano Tony Renis

Confessiamolo: sapevamo in pochi di questo legame, che fa loro ringraziare ”il nostro amico Tony Renis”. I Black Eyed Peas sono ospiti qui al Festival: Amadeus ricorda i 120 milioni di singoli venduti e i 6 Grammy. Chi ama le discoteche e la loro musica balla al ritmo di Don’t you worry, Simply the best e poi (apoteosi danzereccia in platea) I gotta feeling. Salutano la bellissima Italia.

Poi il monologo di Fagnani scritto con i ragazzi del carcere minorile di Nisida.

Francesca Fagnani e le voci dei ragazzi in carcere

L’uragano Fedez dalla Costa Smeralda

Arriva ospite (annunciato) Fedez. E subito lancia la sua bomba (prevedibile) sul festival. Rinfocolando la polemica con Matteo Salvini, che per tutto il giorno non ha risparmiato critiche alla kermesse. Alla fine del suo rap, Fedez chiede scusa ad Amadeus: “Mi assumo la responsabilità di quel che ho cantato, non è stato sottoposto a nessun controllo preventivo della Rai”. La vita nel frullatore. E’ un rap in cui ricorda il cancro, di aver pianto per questo in televisione, poi ironizza sul Codacons: “Guarda come mi diverto”. Poi prende le parti di Rosa Chemical spiegando che mentre lui viene criticato al Festival (il riferimento è a Salvini) va invece bene il vice-ministro alle infrastrutture Galeazzo Bignami di Fratelli d’Italia. E mostra la foto in cui Bignami travestito da nazista, camicia bruna e svastica alla spalla, in una festa cui ha partecipato da giovane. E poi strappa la foto.

Fedez offusca i cantanti

Il putiferio Fedez finisce per offuscare le esibizioni successive ed è un peccato. Ma anche Madame ha alimentato polemiche nelle ultime settimane, che hanno persino rischiato di farle perdere il Festival. È la vicenda dei falsi green pass, in cui è rimasta invischiata. La parolaccia nel testo della sua canzone (“puttana”, che era il titolo originario) sembra gridata con rabbia. Ma la canzone, con la sua interprete, convince.

Levante ammicca a Bowie, che rimane ispiratore delle generazioni successive ai suoi capolavori. Non tramonta mai. Lei è più tranquilla e meno tormentata del 2020. Tananai portava su di sé lo stigma di quello che non sa cantare. Poi ha preso lezioni e sono evidentemente servite.

Poi arriva Rosa Chemical. Finito nel mirino del centrodestra per le sue posizioni gender fluid, l’unico artista ad avere un profilo OnlyFans (la piattaforma di contenuti piccanti a pagamento) in cui promette “vero sesso italiano”, alla fine non fa più scalpore di tanto con il suo aspetto sopra le righe e la sua tarantella il cui inizio è (molto) ispirato da “Lettere a Fibra” di, appunto, Fabri Fibra.

Total black e unghie finte viola ringrazia Amadeus “per le parole spese su tutta la vicissitudine”. Poi canta Made in Italy: “Voglio dedicare questa canzone a chi nella vita si è sentito almeno una volta sbagliato e invece era solo diverso”.

E arriva Lda. Il piccolo D’Alessio. Punta sulla melodia pura, come papà. Sfida pericolosa. Perché Gigi è un campionissimo del genere e il suo erede può solo imparare. Paola e Chiara fanno amarcord. Simpaticone.

Gli artisti della seconda serata in ordine di uscita

Will, Modà, Sethu, Articolo 31, Lazza, Giorgia, Colapesce Dimartino, Shari, Madame, Levante, Tananai, Rosa Chemical, LDA, Paola e Chiara. Negli altri palchi, canta Fedez sulla Costa Smeralda. Francesco Renga e Nek sul palco del Suzuki Stage in piazza Colombo. 

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