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Sangiorgio Marine: la sfida ai bretoni con “quella faccia un po’ così”

Sangiorgio Marine porta già con sé il know-how e tutta la tecnologia all’avanguardia per la costruzione di imbarcazioni racing

L’incontro con Edoardo Bianchi, amministratore delegato e tra i fondatori di Sangiorgio Marine, è stato un tuffo nel passato di una Liguria allora protagonista di innovazione, passione e grandi risultati nella vela d’altura, la Liguria dei progetti di Sangermani e delle vele di Cavalazzi.

Due volte velista olimpico nella classe Tornado (Atene 2004 e Pechino 2008), Edoardo si laurea in ingegneria navale e nautica presso il Polo Universitario di Genova e La Spezia nel 2010. Come tesi di laurea coglie l’occasione per progettare e costruire il “Whites Dragons“, catamarano foiling che rappresenta il primo sogno da velista e la prima sfida da ingegnere di Edoardo: volare sull’acqua. Il Whites Dragons precorre i tempi dell’America’s Cup, volando sull’acqua ben prima che lo facessero i catamarani della Coppa America.

Fondatore di una fiorente azienda del composito e desideroso di riavvicinarsi alla nautica, Edoardo approda quindi nell’azienda bergamasca Persico Marine, per la quale è responsabile sia della realizzazione dell’area componenti, sia, tra gli altri, dei due progetti di Coppa America: Land Rover BAR e Luna Rossa Prada Pirelli.

Con quel DNA, Edoardo Bianchi, appassionato delle grandi sfide che per essere vinte necessitano non solo di passione e determinazione ma anche di ricerca, tecnologia, fantasia ed esperienza, lancia da Genova un grande progetto sul futuro della vela italiana, condividendo la stessa visione di Ferdinando Garrè di San Giorgio del Porto, con cui fonda la Sangiorgio Marine.

Sangiorgio Marine porta già con sé il know-how e tutta la tecnologia all’avanguardia per la costruzione di imbarcazioni racing. Abbiamo visto in costruzione 2 Class 40 e il chase boat HSV di Bluegame, che affiancherà il team di American Magic nella prossima America’s Cup di Barcellona. Una barca motorizzata a idrogeno che volerà su foils, per cui sono stati utilizzati preimpregnati e forno, tecnologie ad infusione e laminazioni tradizionali.

A nostro avviso, però, i veri valori aggiunti sono lo spirito e la visione di una nuova azienda, guidata e condotta da una manodopera estremamente giovane, con ragazze e ragazzi che interpretano al meglio il ruolo di “boat builders” moderni. L’idea è che un lavoro manuale possa essere estremamente moderno, specializzato e vocato al raggiungimento di traguardi internazionali di eccellenza, ma anche con una visione sui temi più attuali, come l’ambiente, la formazione professionale, la capacità di fare rete con altre eccellenze, con l’Università di Genova, con start up innovative, e quindi declinando il percorso professionale come crescita culturale e con un respiro internazionale.

Per essere competitivi in regate oceaniche, dove ci si confronta su mezzi in continua evoluzione in termini di progettazione e di materiali, con a bordo skipper solitari o in equipaggio sempre più preparati su conduzione, navigazione e sicurezza, è necessario avere un centro logistico nel quale possano operare le diverse professionalità.

Il 23 novembre 2022 a Guadalupe, alle 16:38 ora locale (21:38 ora italiana), Ambrogio Beccaria tagliava il traguardo della Route du Rhum al secondo posto. La Route du Rhum è una delle regate simbolo della navigazione oceanica in solitario ed è “patrimonio francese”. Si dice, infatti, che per essere competitivi o sei francese o ti devi trasferire in Bretagna per qualche anno, usare barche francesi, avere un DNA bretone. Beccaria ha invece scelto l’Italia, ha scelto Sangiorgio Marine, ed è partito da Genova.

Così facendo ha lanciato un importante messaggio non solo sportivo ma che esprime anche la capacità di poter creare quel cluster complementare e sinergico tra tante professionalità diverse che in un territorio di mare possono diventare un modello di economia e di sviluppo sociale. L’ambiente che Edoardo ha creato attorno a sé non è giovane solo da un punto di vista anagrafico ma soprattutto come modalità di lavoro, ambizione, preparazione e apertura mentale.

Da Calata Gadda, in uno scenario portuale che traspira commercio, vita di mare, trasporti, lavoro, sport e relazioni internazionali, si può percepire l’ambizione che Genova, a meno di 100 giorni dall’arrivo della The Ocean Race, possa diventare un centro di riferimento per le grandi sfide della vela internazionale, prendendo spunto dai francesi e mirando al sorpasso.

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