Genova. “Abbiamo visto i lampeggianti dell’ambulanza e poi delle gazzelle dei carabinieri. Occupavano la strada, si vedeva agitazione e si sentivano urla di dolore. Ma non credevamo potesse essere successo questo”. Queste le parole di un residente di via Acquarone mentre commenta a Genova24 la terribile nottata di ieri, quando un giovane 15enne è morto durante una festa, in casa di un amico al civico 26 della stessa via. “Qua di vista ci conosciamo tutti. E’ una tragedia per tutto il quartiere”.
Il dramma si è consumato in pochi minuti: alle 22 i ragazzi stavano giocando a boxe, simulando round di pugilato con dei guantoni trovati in casa. Tutti si scambiano i ruoli, tutti si misurano con questa sfida tra amici. E’ il turno di E.A. che non si tira indietro: è uno sportivo, gioca a tennis e sa cosa è la fatica e l’adrenalina del gioco. Ma dopo aver finito il suo match l’improvviso malore: si accascia al suolo e perde conoscenza.
E’ il terrore: i suoi amici cercano di capire quello che è successo e spaventati chiamano il 118. Sono le 22.30, i soccorsi arrivano in pochi minuti ma per il giovane non c’è niente da fare. Sul posto arrivano anche i carabinieri che iniziano subito a fare i rilievi del caso. La situazione è delicatissima, e subito gli amici vengono ascoltati in presenza dei loro genitori, giunti sul posto in pochi minuti.
Si guarda in casa, si cerca di capire se dietro a quel malore ci possa essere qualche sostanza: dai primi accertamenti però i carabinieri escludono abusi di ogni sorta, sia di alcol che di droghe. I ragazzi stavano festeggiando, sì, ma non stavano esagerando.
Per questo motivo le ipotesi restano quelle di un malore provocato da uno sforzo forse eccessivo, che si è innestato su una problematica fisica forse non conosciuta. Una fatalità. Domani, lunedì 27 marzo, sarà dato l’incarico al medico legale per procedere con l’autopsia e provare a fare luce su un dramma davvero insopportabile.