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Ragazzino accoltellato ad Albissola Marina, l’aggressore è minorenne

Savona – Minorenne, un coltello in tasca e, da quanto è emerso dalle indagini, pochi scrupoli nell’usarlo. È poco più di un bambino, ma davanti ai giudici dovrà già rispondere dell’accusa di tentato omicidio. Con lui dovranno comparire in aula anche gli amici, tutti arrestati l’altra sera dai carabinieri con la pesante accusa di tentato omicidio in concorso. Si tratta di cinque minorenni residenti nel Savonese, uno fermato poche ore dopo, altri tre e una ragazza individuati e arrestati l’altra sera, e uno maggiorenne di origine albanese.

Il gruppo era stato protagonista, lo scorso 16 gennaio ad Albissola Marina, nel Savonese, di un’aggressione ai danni di un diciassettenne, italiano ma di famiglia sudamericana, che avrebbe avuto una lite con una ragazza della compagnia. Secondo gli inquirenti era stata una spedizione punitiva in piena regola, culminata con sette coltellate alla schiena, per miracolo non mortali. Il giovane vittima dell’assalto è stato ricoverato all’ospedale San Paolo di Savona, inizialmente in prognosi riservata, e poi trasferito in un altro nosocomio per proseguire le cure. Sette coltellate perché avrebbe maltrattato la ragazza. Questa si era rivolta agli amici ed erano partiti in autobus per cercare il diciassettenne e sistemare la questione. All’altezza di Albissola la ragazza lo ha visto alla fermata di piazza San Benedetto e lo ha segnalato agli altri. In un attimo gli si sono avventati contro: calci, pugni e poi le coltellate.

Tra l’altro uno dei ragazzi aveva una lama seghettata, chiamata “spazzola in ferro” e utilizzata dalla malavita per sfregiare le vittime. Quando il ragazzino ha affondato i colpi, ha avvertito gli altri: «Basta, l’ho accoltellato. È morto. Andiamo via».

Fin dal momento della prima chiamata al 112, pochi istanti dopo l’accoltellamento, le indagini sono state serrate e rapidissime. I militari dell’Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Genova, in collaborazione con la Procura di Savona, hanno ricostruito l’accaduto. Già poche ore dopo l’aggressione i carabinieri avevano individuato e arrestato a Varazze il primo componente del “branco”. Poi il cerchio si è stretto intorno a tutti gli altri, incastrati dalle testimonianze di decine di persone, passeggeri dell’autobus, passanti alla fermata nel centro di Albissola e automobilisti che avevano assistito all’aggressione. Ma è stato soprattutto grazie alle immagini delle telecamere della zona e di quelle installate a bordo dell’autobus che sono stati tutti individuati e identificati. Alcuni sono già conosciuti dalle forze dell’ordine, quindi il lavoro dei militari è stato accelerato. Una alla volta, tutte le tessere del puzzle sono state messe al loro posto, fino a completare il quadro.

Inizialmente si era ipotizzato un regolamento di conti fra giovani sudamericani all’interno degli ambienti dello spaccio di droga. Ma le indagini non si sono fermate alle apparenze e sono proseguite. Gli stessi inquirenti sono rimasti esterrefatti via via che emergevano i dettagli la dinamica dell’accaduto, ma soprattutto sull’identità e l’età dei protagonisti. Gli arrestati (dei quali non rendiamo nota l’identità o la residenza, dato che si tratta di minorenni e, in alcuni casi, di ragazzi cresciuti in ambienti famigliari complicati) non hanno ancora fatto dichiarazioni ai carabinieri. Saranno i legali a valutare la linea di difesa più adatta. Per il momento sono in custodia in una struttura penitenziaria per minori e in una comunità protetta, il maggiorenne nel carcere di Genova.

Il sindaco di Albissola, Gianluca Nasuti, ha elogiato le forze dell’ordine, ma ha anche acceso i riflettori su un problema: «L’epilogo con gli arresti era inevitabile, vista la dinamica dell’episodio. Quello che preoccupa in modo particolare è la giovanissima età dei protagonisti. Non bisogna generalizzare sull’emergenza sicurezza, ma va tenuta molto alta l’attenzione su questi fenomeni. Un grazie va alle forze dell’ordine che in poco tempo hanno risolto il caso».

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