Con l’arrivo al ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini, leader della Lega nonché vicepresidente del Consiglio nel governo Meloni, si è tornati a parlare con insistenza della costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Da anni discussa e mai iniziata, l’opera vale miliardi di investimento, ma mai nessuno si è preso il reale compito di portare avanti i lavori. Ma Salvini sembra più deciso che mai nell’avviare la costruzione, anche se c’è chi continua a sconsigliare l’avvio dei lavori.
Ponte sullo stretto, rischio sismico come fake news
Nel giorno del grande sisma che ha sconvolto Turchia e Siria, con oltre 5.000 morti tra i due Paesi per un terremoto di magnitudo 7.8, il ministro delle Infrastrutture Salvini è tornato a parlare della costruzione del ponte sullo stretto. Da Messina a Villa San Giovanni, infatti, servirebbe un ponte di circa due chilometri a più carreggiate per consentire il passaggio dall’isola all’Italia senza dove aspettare in coda per prendere il traghetto.
A chi però gli ricorda che la zona tra Sicilia e Calabria è a rischio sismico, il leader della Lega risponde chiaramente: si tratta di una fake news. Intervistato da Quarta Repubblica, infatti, il ministro ha sottolineato: “Posso smontare una delle fake news che mettono in giro, ad esempio che il Ponte sullo Stretto di Messina non si potrà mai fare perché è zona sismica”.
Salvini ha quindi spiegato: “Sono stato alla galleria del vento del Politecnico di Milano, ho parlato con l’ex rettore Ferruccio Resta che mi conferma che, ingegneristicamente, non c’è nessun rischio sismico per quanto riguarda l’eventuale collegamento tra Sicilia e resto d’Italia”. A questo punto, per il ministro, il vero problema è “trovare invece i quattrini per unire in maniera stabile la Sicilia all’Italia. Ci stiamo lavorando”.
Il parere degli esperti sul ponte
Non tardano ad arrivare le risposte degli esperti, come quella di Domenico Marino, docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria che sul Ponte ha condotto studi e ricerche nel corso degli anni. Se è vero che effettivamente la zona interessata è, dal punto di vista storico, ricco di fenomeni sismici, non sarà di certo questo a frenarne la costruzione.
A Lacnews24 Marino ha infatti spiegato che il ponte può resistere a un sisma di magnitudo 7.2, ma non è detto che possano fare altrettanto le città al di là dello stretto. I ponti antisismici, infatti, non sono di certo un’invenzione recente (in Giappone ne sanno qualcosa), ma gli effetti di un sisma come quello avvenuto in Turchia potrebbe sì far reggere il ponte, ma non i territori circostanti.
“Se anche il Ponte resistesse ad un forte terremoto, rimarrebbe a collegare due deserti. Non è meglio investire sul risanamento sismico piuttosto che su opere faraoniche e inutili?” si è chiesto Marino(qui vi abbiamo parlato del rischio tsunami in Italia).
Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra, ha quindi invitato Salvini a riflettere: “Salvini, invece di sperperare 10 miliardi di euro per realizzare il famigerato ponte, utilizzi queste risorse – che dubito siano nella disponibilità del Governo – per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio dal rischio sismico ed efficientandolo dal punto di vista del risparmio energetico”. “Anche perché il rischio è che in caso di terremoto – conclude Bonelli – che speriamo non si verifichi mai, ciò che ne resterebbe sarebbe la visione di un ponte con intorno macerie”.