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Nome in codice Bratstvo: la storia del battaglione segreto ucraino che combatte dentro i confini russi

Un gruppo militare volontario combatte la guerra contro la Russia oltre i confini ucraini. Si chiama Bratstvo e conduce le proprie operazioni segrete al di là del fronte, in pieno territorio russo. Tra gli obiettivi del battaglione c’è anche quello di dare un messaggio a Mosca: «Attraversare il confine russo è molto facile», raccontano al Guardian alcuni dei membri. Le loro attività variano dalla distruzione di infrastrutture militari chiave al rapimento di ufficiali militari russi, passando per l’abbattimento dei velivoli militari nemici mentre si trovano ancora nel territorio della Federazione. Il gruppo, che fa capo al comandante Olexiy, 39 anni, è pienamente consapevole della reazione che Kiev avrebbe se ai vertici ucraini venisse chiesto della sua esistenza. La negherebbe inequivocabilmente. Una mossa obbligata, dato che Putin ha minacciato più volte l’uso di armi nucleari se l’Ucraina dovesse iniziare ad attaccare e non solo a difendersi. Un evento che i Paesi occidentali che supportano Kiev vogliono scongiurare. Ma il messaggio che il battaglione vuole lanciare è chiaro: le forze ucraine possono attraversare il confine, se lo vogliono.

I Bratstvo non fanno parte dell’esercito ufficiale, ma vi combattono fianco a fianco. Anche se Olexiy afferma di fare parte dell’intelligence del Paese, la maggior parte di chi si unisce al battaglione è formata da civili e persone che già militavano in altri battaglioni volontari. Le loro storie, che non possono essere verificate a causa della zona grigia in cui il battaglione si colloca legalmente, rivelano dettagli sulla guerra che finora erano solamente stati immaginati. «So di per certo che in Russia ci sono alcune persone pronte ad aiutare gli ucraini», ha dichiarato Taras, un membro del battaglione che nei giorni prima dell’intervista ha portato degli esplosivi oltre il confine: «Non so a cosa o a chi servissero», ha detto alla testata britannica.

Esplosioni e rapimenti

Tra le missioni portate a termine dal gruppo, c’è l’esplosione di un elicottero che trasportava ufficiali del ministero degli Interni di Mosca. A esplodere sono stati anche diversi depositi di armi in territorio russo. E i membri del battaglione affermano anche di aver catturato una guardia doganiera russa che è stata poi consegnata alle autorità di Kiev. Dove si fermano dunque i confini della loro missione? «I lettori potrebbero aspettarsi che faremo saltare in aria il Cremlino – dichiara Taras – ma secondo me bisogna iniziare con missioni minori e poi alzare l’asticella». «Un mio amico ripete sempre questo proverbio», continua il 23enne: «Per prendere una base militare, devi sempre iniziare dalla cuccia dei cani».

In copertina: The Guardian / Ed Ram | Tre membri del battaglione Bratstvo a Kiev

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