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Mazzette ai prof per passare gli esami, scoppia il caso

Un possibile caso di corruzione sconvolge il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. A finire al centro dell’attenzione del pm Giovanni Polizzi sono alcuni docenti che avrebbero ricevuto da degli studenti ingenti somme di denaro come mazzetta per ottenere una corsia preferenziale nelle selezioni per l’ammissione ai corsi. Il caso, emerso cinque mesi fa, ha portato all’apertura di una inchiesta che va avanti da mesi.

Mazzette ai prof, il caso al conservatorio

La notizia del possibile caso di corruzione all’interno del conservatorio della città meneghina circola ormai da giorni, dopo che nella giornata di mercoledì 8 febbraio 2023 la Squadra Mobile di Milano ha fatto irruzione nelle case di alcuni studenti e dei professori. Le perquisizioni hanno portato a scovare oltre 110.00 euro in contanti che, secondo gli investigatori, sarebbero le somme girate ai docenti per poter “comprare” l’accesso ai corsi.

Il caso, emerso cinque mesi fa, infatti si basa sulle possibili mazzette intascate dai docenti da parte di quegli studenti che, nel giro di pochi giorni, avrebbero sostenuto l’esame di ammissione ai corsi di canto del conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.

La struttura è una delle principali istituzioni musicali nel panorama nazionale e internazionale fondata nel 1808 e che conta, oltre a circa 270 docenti, 100 percorsi di studio, master class e seminari, borse di studio e il Premio del Conservatorio che vede confrontarsi annualmente gli studenti migliori.

L’inchiesta e la difesa del conservatorio

L’inchiesta, che come detto vede a capo il pm Giovanni Polizzi, va avanti da mesi e nella giornata di mercoledì 8 febbraio 2023 sono arrivati i primi sequestri. La Questura di Lodi, che vuole fare chiarezza sul caso che è stato aperto dopo diverse segnalazioni, ha quindi dato il via alle perquisizioni anche degli armadietti nell’edificio che ha sede nell’ex convento dei Canonici Lateranensi.

Oltre al sequestro di 110.000 euro in contanti, le forze dell’ordine hanno portato via anche pc, dispositivi informatici e altro materiale che potrebbero servire nell’inchiesta. Da quanto emerge dagli atti dell’inchiesta, nel 2021 alcuni professori, e come tali pubblici ufficiali, avrebbero ricevuto “denaro o altre utilità” o ne avrebbero “accettato la promessa” da parte di studenti “prevalentemente di nazionalità cinese” ai quali avrebbero anche dato “lezioni private in nero”, per “garantire il superamento dell’esame di ammissione ai corsi accademici“.

Non è tardata ad arrivare la risposta del conservatorio, che tramite il presidente Raffaello Vignali e il direttore Massimiliano Baggio ha diramato una nota sottolineando che l’istituto “è parte lesa ed è al fianco della magistratura per appurare i fatti”. “Abbiamo già fornito agli inquirenti i materiali relativi agli esami di ammissione e continueremo a fornire la più completa collaborazione” si legge nella nota nella quale il conservatorio fa sapere che seguirà “lo sviluppo delle indagini e valuteremo tutte le eventuali azioni a tutela della nostra Istituzione.

“Rafforzeremo in ogni caso da subito anche le procedure interne atte a prevenire tali fenomeni sia in fase di ammissione che di valutazione degli studenti delle discipline a rischio di comportamenti scorretti. Se le indagini confermeranno le ipotesi degli inquirenti e si giungerà a processo – chiude la nota -, il Conservatorio intende costituirsi parte civile”.

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