Il vicedirettore del Center for Rule-Making Strategies alla Tama University di Tokyo riassume con una parola giapponese il tour del premier: “nemawashi”, cioè lavorare intorno alle radici, in vista del summit del G7. “Spiegherà anche il significato dei nuovi documenti sulla sicurezza nazionale, ci sono molte notizie errate sulle finalità”, afferma sottolineando che definire il Paese asiatico come “pacifista” è fuorviante

“Nemawashi”. Con questa parola giapponese che significa lavorare intorno alle radici Brad Glosserman, vicedirettore del Center for Rule-Making Strategies alla Tama University di Tokyo e senior adviser del Pacific Forum, descrive il tour diplomatico in Europa e in America del primo ministro giapponese Fumio Kishida, che oggi fa tappa a Roma, in vista del G7 di Hiroshima a maggio. “Vuole spiegare le finalità e gli obiettivi giapponesi dell’incontro e assicurarsi che non ci siano punti di inutili frizioni”, spiega a Formiche.net.

Nel corso del suo viaggio tra Francia, Italia, Regno Unito, Canada e Stati Uniti, il leader giapponese “spiegherà anche il significato dei nuovi documenti sulla sicurezza nazionale pubblicati il mese scorso. Ci sono molte notizie errate sul loro significato e sulle loro finalità”, dice l’esperto. “Non c’è stato alcun cambiamento radicale”, continua. È piuttosto un’evoluzione. Infatti, “definire il Giappone come un Paese ‘pacifista’ è stata una pratica diffusa ma fuorviante”. Si tratta di un punto di partenza fondamentale per comprendere al meglio i nuovi documenti sulla sicurezza nazionale frutto di un mondo segnato da nuove minacce (basti pensare che nella strategia del 2013 la Russia era considerata un partner).

Il primo ministro Kishida è deciso a far sapere ad alleati e partner che “che il Giappone sta facendo di più per prepararsi ai conflitti e che è un partner importante – questa è una delle lezioni principali dell’Ucraina qui a Tokyo”, prosegue l’esperto. “Se i Paesi vogliono l’aiuto internazionale devono dimostrare di essere pronti a difendersi da soli. Solo così possono chiedere aiuti e assistenza internazionale”.

Inoltre, vuole anche “ricordare al mondo che la sicurezza è unica e che la distanza tra Europa e Asia non deve ingannarci”, aggiunge Glosserman. “Non vuole che l’Europa, così come il resto del mondo, sia concentrata sugli eventi in Ucraina da dimenticare la sfida della Cina. È il messaggio chiave”.

Un tema al centro anche del colloquio a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. L’Italia è il primo e unico Paese del G7 ad aver firmato, ormai quattro anni fa, il memorandum d’intesa sulla Via della Seta che sarà automaticamente rinnovato a marzo dell’anno prossimo a meno di una comunicazione in senso opposto da parte di una delle due parti all’altra. Il Giappone, osserva Glosserman ragionando sulle catene di approvvigionamento e il friend-shoring, “può essere un interlocutore importante sulle nuove tecnologie ma come partner commerciale non può essere un’alternativa alla Cina. Inoltre, il costo del lavoro in Giappone è più alto”.

Il tour diplomatico di Kishida ha infine un elemento di politica interna, prosegue l’esperto. “Kishida è debole in questo momento e i viaggi all’estero rafforzano la sua immagine di diplomatico internazionale, contribuendo a consolidare il suo ruolo. Ha molto bisogno di un vertice G7 di successo”, conclude.