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Il più famoso ristorante al mondo chiude: costi insostenibili per lo chef

La crisi economica colpisce tutti, anche la ristorazione e soprattutto quello che nel 2021 è stato definito il ristorante migliore al mondo. Infatti, con un annuncio clamoroso che ha stupito tutti e lasciato gli appassionati del mondo della cucina a bocca aperta, il Noma di René Redzepi presto sarà solo un dolce e lontano ricordo, perché entro la fine del 2024 le saracinesche del tre stelle Michelin si abbasseranno definitivamente. A svelare il piano che porterà l’iconico ristorante sulla via del tramonto è stato lo stesso chef, che aveva già dato delle avvisaglie in passato di questo su passo verso la fine dell’”era Noma”.

Addio al Noma, la decisione di Redzepi

Ad annunciare la clamorosa chiusura del Noma, acronimo di Nordic Mad (che significa “cibo” in danese), è stato lo stesso chef René Redzepi che ha preso questa decisione non senza rimorsi per quello che è stato il gioiello più grande della ristorazione danese. L’attività, che dal 2003 opera a Copenaghen, è infatti diventata insostenibile nei costi e nei ritmi di lavoro, portando così il rinomato e pluripremiato cuoco e imprenditore a decidere per la chiusura.

L’idea, infatti, era già stata accarezzata da tempo, ma negli ultimi due anni tra Covid e crisi economica è arrivata la mazzata finale. Redzepi, dunque, ha spiegato che la chiusura “si concretizzerà nel 2024, con la volontà di una totale riorganizzazione dei luoghi di lavoro e dello staff”.  Numeri alla mano, infatti, negli ultimi anni il Noma ha segnato delle perdite record: addirittura un milione di perdite nel fatturato nel 2021, con una perdita netta di 230.000 mila euro.

Una storia che però non può essere dimenticata di punto in bianco. Il Noma, diventato famoso per i suoi menù basati totalmente sui prodotti della Scandinavia, è infatti stato giudicato per cinque volte il miglior ristorante del mondo secondo la classifica The World’s 50 Best Restaurants, un premio conquistato nel 2010, 2011, 2012, 2014 e 2021 che lo ha reso una delle attività più gloriose della storia danese, tanto che per mangiare lì la lista d’attesa è lunga ben 6 mesi (qui vi abbiamo parlato della svolta green nei ristoranti).

Noma, e ora? I nuovi progetti

E ora? Dopo vent’anni di onorata carriera alla guida del Noma di certo Redzepi non starà con le mani in mano. E neanche il Noma morirà facilmente. A chiudere, infatti, sarà il ristorante per come tutti sono abituati a conoscerlo, ma nella mente dello chef c’è già il passo successivo per arrivare a una nuova dimensione dell’attività. Redzepi ha infatti annunciato il Noma 3.0, una nuova era per una “fabbrica di natura”, un luogo di sperimentazione permanente (qui vi abbiamo parlato della miglior pizza in Italia).

Nel 2025 il Noma diventerà infatti “un laboratorio gigante, una test kitchen dedicata all’innovazione alimentare e allo sviluppo di nuovi sapori”, si legge nella lettera pubblicata online e firmata da Redzepi e da tutto il team. L’intento dello chef e della sua squadra è quindi quello di girare il mondo, aprire nuovi pop-up per poi tornare a Copenaghen per una nuova stagione.

“La maggior parte del nostro tempo verrà speso sviluppando idee e prodotti ed esplorando nuovi progetti. Il nostro obiettivo è creare un’organizzazione durevole che faccia un lavoro dirompente sul mondo del cibo, e che ridefinisca anche che cosa significa fare parte di una brigata: un luogo in cui si impara, si corrono rischi, si cresce” ha spiegato Redzepi, la cui idea di cibo va ben oltre il piatto, con la pietanza servita al tavolo che è frutto di esperienza, emozione e significato.

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