guerra-ucraina-russia,-blinken:-“la-cina-pronta-a-fornire-armi-a-putin”-la-russia-aumenta-la-produzione-di-missili-ipersonici-kinzhal.-la-consigliera-di-zelensky:-“aspettiamo-meloni,-grati-al-governo”

Guerra Ucraina-Russia, Blinken: “La Cina pronta a fornire armi a Putin”. La Russia aumenta la produzione di missili ipersonici Kinzhal. La consigliera di Zelensky: “Aspettiamo Meloni, grati al governo”

A meno di una settimana dal primo anniversario della guerra, la Cina lavora alla pace in Ucraina, mentre continua ad attaccare gli Stati Uniti e minacciare Taiwan. A Monaco, alla seconda giornata dei lavori della conferenza sulla sicurezza, il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi porta un messaggio controverso, che ha fatto drizzare le antenne a tutti: «La guerra in Ucraina deve finire». Pechino – alleata di Mosca ma dall’inizio restia ad abbracciare la mossa di Vladimir Putin – sembra aver deciso di far pesare la sua influenza e annuncia che proporrà una sua iniziativa per superare la crisi che sta riportando il mondo ai tempi della guerra fredda.

«Mosca va sconfitta, non schiantata»: il presidente francese Macron entra nel dibattito con un’intervista rilasciata a France Inter e a Le Figaro: «Auspico la sconfitta della Russia in Ucraina e che l’Ucraina sia in grado di difendere la sua posizione», aggiunge, «ma sono convinto che la fine (del conflitto, ndr) non sarà raggiunta militarmente».

Intanto la guerra prosegue, e Kiev continua a chiedere armi. Non è ancora il momento dell’invio di caccia, anche se – ne è convinto il ministro ucraino Dmytro Kuleba – prima o poi «l’Ucraina li riceverà, è solo una questione di tempo». «E sono sicuro – ha aggiunto – che la Gran Bretagna avrà un ruolo in questo». Anche se alla riunione del G7, a margine della Conferenza, di jet «non si è parlato concretamente», ha riferito Antonio Tajani, dopo aver incontrato Kuleba in un faccia a faccia per rassicurarlo sulla posizione italiana «mai cambiata» al fianco di Kiev.

Punti chiave

La Russia aumenta la produzione di missili ipersonici Kinzhal

La Russia ha aumentato la produzione di missili da crociera ipersonici Kinzhal, lo scrive il Jerusalem Post citando la società di difesa statale Rostec. «È entrato in produzione molto tempo fa, inizialmente non avevamo bisogno di una tale quantità. Ora stiamo aumentando», ha riferito il CEO di Rostec Sergey Chemezov in un’intervista al canale televisivo Zvezda Plus. Chemezov ha affermato che la compagnia di difesa ha aumentato di 50 volte la produzione di alcune munizioni.
Il Kh-47M2 Kinzhal è un missile ipersonico lanciato dall’aria tipicamente caricato su aerei da guerra MiG-31K specializzati. I MiG-31K sono stati visti in Bielorussia in missioni di addestramento negli ultimi mesi, così come a Kaliningrad a seguito delle tensioni con la Lituania. Il missile ipersonico, in grado di lanciare testate convenzionali e nucleari ad alta velocita’ eludendo i moderni sistemi di difesa aerea, sarebbe stato utilizzato per la prima volta per colpire una posizione ucraina all’inizio della guerra. Un altro sistema missilistico ipersonico, l’anti-nave 3M22 Zircon, ha attirato l’attenzione dei servizi di sicurezza all’inizio di gennaio quando è stato dispiegato per la prima volta a bordo della fregata Admiral Gorshkov nell’Oceano Atlantico. L’ammiraglio Gorshkov è impegnato in esercitazioni navali congiunte con Cina e Sud Africa dal 17 al 27 febbraio. Era prevista anche una versione lanciata dall’aria dello Zircon, ma è stata ritardata a marzo per far avanzare la versione marittima poiché il Cremlino aveva già in servizio il Kinzhal.

Stoltenberg, russi pronti a pagare alto prezzo umano
‘Non sottovalutarli, ondate di soldati per piccoli obiettivi’

Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, «non bisognerebbe sottovalutare i russi», perché «quello di cui mancano in qualità cercano di compensarlo con la quantità» e «nel passato hanno dimostrato di essere pronti a pagare un prezzo alto lanciando ondate di soldati mal addestrati, anche soltanto per ottenere obiettivi minori». In un’intervista concessa a 4 giornali europei fra i quali Le Figaro, Stoltenberg afferma fra l’altro: «Stiamo assistendo a combattimenti feroci, sia a Bakhmut sia in altri luoghi sulla linea del fronte. E registriamo anche livelli considerevoli di perdite russe. Loro pagano un prezzo elevatissimo per piccolissimi passi avanti. Il loro morale è basso e sono mal equipaggiati, la logistica è insufficiente e la leadership fa difetto».

Zelensky firma sanzioni contro 333 russi e Borsa di Mosca

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha approvato la decisione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale di imporre sanzioni a 333 cittadini russi e alla Borsa di Mosca. Lo riporta Ukrainska Pravda, citando un decreto presidenziale.

Morawiecki: “Con Biden discuteremo dell’aumento di truppe Usa in Polonia”

Con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, atteso domani a Varsavia, si discuterà della possibilità di aumentare la presenza delle truppe americane in Polonia e di rendere più permanente questa presenza. Lo ha anticipato il premier polacco Mateusz Morawiecki, in un’intervista alla Cbs. “Siamo nella fase di discussione con l’amministrazione del presidente Biden per rendere la presenza delle loro truppe più permanente e per aumentarle – ha detto, alla vigilia dell’arrivo del presidente, che martedì farà un discorso in occasione del primo anniversario della guerra in Ucraina – Sono anche molto grato per l’invio di nuovi missili patriot e altre armi moderne e munizioni”. Gli Stati Uniti hanno attualmente in Polonia circa 11mila soldati a rotazione. (Pap/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 19-FEB-23 18:41 NNNN

Mosca: sostanze radioattive da paese europeo per preparare provocazione

Container con sostanze radioattive da un Paese europeo all’Ucraina per preparare una «provocazione» a pochi giorni dal primo anniversario dell’inizio della guerra. È la denuncia del ministero della Difesa russo, secondo cui questi prodotti radioattivi, che entrerebbero senza passare i controlli doganali, verrebbero utilizzati per contaminare una delle aree controllate dal «regime di Kiev». Il piano verrebbe condotto alla vigilia della sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite «per accusare la Federazione russa di aver violato i suoi obblighi» ai sensi della Convenzione sulla sicurezza nucleare. Questa «provocazione», sostiene il ministero in una nota, avrebbe l’obiettivo di «accusare le Forze armate russe» di «attacchi indiscriminati» contro gli impianti nucleari ucraini, con la conseguente diffusione di materiali radioattivi e contaminazione dell’area.

Zelensky sente Macron, discusso attuazione piano di pace

“Ho proseguito un dialogo amichevole con il presidente francese Emmanuel Macron. Abbiamo parlato di cooperazione in materia di difesa e di avvicinamento alla pace. Abbiamo riassunto i risultati delle recenti visite e discusso in dettaglio i prossimi eventi diplomatici, in particolare sull’attuazione della nostra formula di pace in 10 passi”. È quanto scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio via Telegram.

Wang Yi a Kuleba: la Cina promuove pace e dialogo

Sulla questione della guerra in Ucraina, la Cina ha sempre sostenuto la pace e il dialogo e ha insistito per promuovere i colloqui. Lo ha detto il direttore dell’Ufficio centrale per gli affari esteri del Partito comunista cinese, Wang Yi nel suo incontro con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, come riporta il ministero degli Esteri cinese. Durante l’incontro Wang Yi ha affermato che Cina e Ucraina sono partner strategici e che i due popoli hanno scambi amichevoli di lunga data. Kuleba ha affermato che nell’ultimo anno Ucraina e Cina hanno mantenuto i contatti. Nessun paese spera di raggiungere la pace il prima possibile più dell’Ucraina, che attribuisce grande importanza allo status internazionale e all’importante influenza della Cina, nonché alla posizione della Cina su una soluzione politica alla crisi, e si aspetta che la Cina continui a svolgere un ruolo costruttivo, ha affermato ancora Kuleba.

Entro una settimana la Francia consegnerà all’Ucraina i primi carri Amx-10

I primi carri armati leggeri Amx-10 promessi dalla Francia saranno consegnati all’Ucraina “entra la fine della prossima settimana”. Lo ha annunciato il ministro francese delle Forze armate, Sebastien Lecornu, in un’intervista a Le Parisien. Il ministro, che non ha precisato il numero dei carri che saranno spediti spiegando di non voler dare “informazioni strategiche” ai russi, ha confermato che l’addestramento degli ucraini all’utilizzo degli Amx-10 è stato “quasi completato”.

Kadyrov vuole creare una compagnia militare privata

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha annunciato di voler creare una compagnia militare privata analoga al gruppo Wagner, il cui leader è Yevgeny Prigozhin. “Quando il mio servizio allo Stato sarà completato, ho seriamente in programma di competere con il nostro caro fratello Yevgeny Prigozhin e creare una compagnia militare privata. Penso che tutto funzionerà”, ha detto Kadyrov, che dal 2007 è a capo della Repubblica cecena

Fratoianni: “La visita della Meloni sblocchi la situazione dei giornalisti italiani”

“Nei giorni scorsi alcuni giornali e le loro associazioni sindacali hanno denunciato che alcuni giornalisti italiani sono bloccati in Ucraina dalle autorità e dai servizi di sicurezza, ed è impedito loro lo svolgimento del proprio mestiere”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Data la delicatezza della situazione, ho anche annunciato sulla vicenda un’interrogazione parlamentare perché vogliamo sapere dal governo italiano – prosegue il leader di SI – cosa sia effettivamente accaduto e cosa stia facendo per sbloccare la situazione, a tutela dei nostri concittadini, e a difesa della libertà di informazione”. “Dato che siamo alla vigilia di un viaggio della presidente Meloni a Kiev – conclude Fratoianni – ci auguriamo che questo sia occasione per sbloccare un situazione inaccettabile”

Fini: “Meloni fa bene ad andare a Kiev, a maggior ragione dopo le parole di Berlusconi”

“Meloni avrebbe fatto bene a prescindere ad andare a Kiev, a maggior ragione fa bene adesso”. Lo ha detto a ‘Mezz’ora in più’ su Rai3 il fondatore di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini. Le opinioni di Berlusconi sull’Ucraina e su Putin sono “già note. Le ultime esternazioni a urne aperte – ha aggiunto – certamente hanno danneggiato in primo luogo Berlusconi, prova ne sia che il Ppe è arrivato a una decisione senza precedenti. Perché Weber ha deciso di annullare l’incontro napoletano? Perché buona parte delle delegazioni nazionali del Ppe avevano detto: ‘Noi a Napoli non veniamo, perché siamo in imbarazzo e non vogliamo incontrare Berlusconi’. Berlusconi si è reso conto perfettamente e il giorno dopo ha corretto dicendo: ‘Io sono un uomo di pace’. E nessuno può dubitarne. Ha ricordato – ed è un dato di verità – che Forza Italia ha sempre votato a favore degli interventi a sostegno dell’Ucraina. È chiaro che questo dire e contraddire determina delle perplessità”.

Energoatom: “Missili russi vicini a causare catastrofe nucleare”

L’azienda ucraina per il nucleare Energoatom ha denunciato che due missili russi sono stati “pericolosamente vicini” a causare una “catastrofe nucleare” dopo aver sorvolato un impianto atomico nel sud del Paese. Energoatom ha localizzato due missili da crociera nei pressi della centrale nucleare Sud-Ucraina, situata vicino alla città di Yuzhnoukrainsk. L’azienda ha fatto appello all’Aiea ad adottare “tutte le misure possibili per fermare il terrorismo nucleare russo”, sottolineando che il rischio di “colpire il reattore con possibili conseguenze – una catastrofe nucleare – è stato di nuovo alto”.

Tajani a Bruxelles per Consiglio affari esteri

Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale On. Antonio Tajani è in missione a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Esteri dell’Unione europea. Il Vice Presidente Tajani parteciperà questa sera a una riunione organizzata dai Ministri degli Esteri di Spagna e Portogallo per discutere di relazioni con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi in vista del Vertice UE-CELAC previsto per luglio prossimo. Il Consiglio degli Affari Esteri si aprirà il 20 mattina con una discussione con il dissidente russo Garry Kasparov. A seguire, il Consiglio procederà a uno scambio di opinioni sull’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. I 27 Ministri discuteranno quindi di Afghanistan e avranno un confronto informale sul tema con la Vice Segretaria Generale delle Nazioni Unite e Presidente del gruppo per lo sviluppo sostenibile Amina Mohammed, in videoconferenza. Successivamente, i Ministri procederanno a uno scambio di opinioni sulla diplomazia climatica ed energetica, e sui principali temi dell’attualità internazionale. Il Vicepresidente Tajani avrà infine un colloquio bilaterale con il Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri e dell’Integrazione europea moldavo Nicu Popescu, che sarà presente a Bruxelles per partecipare ad una colazione di lavoro con

Il premier Meloni si reca a Kiev per incontrare Zelenski

Il primo ministro italiano Giorgia Meloni si reca domani a Keiv per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy. Meloni, che ha assunto l’incarico in ottobre, aveva detto di voler visitare la capitale dell’Ucraina prima dell’anniversario del 24 febbraio dell’invasione da parte della Russia lo scorso anno. Nonostante gli attriti sulla questione all’interno della sua coalizione di destra al governo e l’opinione pubblica divisa, la Meloni è stata una convinta sostenitrice dell’Ucraina. L’ex premier Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia che fa parte della coalizione della Meloni, la scorsa settimana ha dichiarato che non chiederebbe un incontro con Zelensky se fosse ancora capo del governo perché incolpa il presidente ucraino della guerra con la Russia. Il Partito Popolare Europeo (PPE), di cui fa parte Forza Italia, ha dichiarato venerdì che avrebbe annullato un evento previsto a Napoli per giugno a causa delle dichiarazioni di Berlusconi sull’Ucraina. Il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, uno dei fondatori di Forza Italia, ha dichiarato sabato di aver incontrato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a margine di una riunione del Gruppo dei Sette a Monaco, rassicurandolo sul sostegno dell’Italia. L’Italia e la Francia hanno recentemente concluso i colloqui per la consegna di un sistema di difesa aerea avanzata a Kiev in primavera.

Gazprom punta a nuovi mercati e pianifica progetti in Asia

Il gigante russo del gas Gazprom sta valutando la possibilità di entrare in nuovi mercati dopo che l’Unione Europea ha ridotto la sua dipendenza dalla Russia e prevede di sviluppare nuovi progetti nel prossimo futuro, soprattutto in Asia. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato del gruppo Alexei Miller. “Per quanto riguarda la diversificazione delle rotte, questa è sempre una cosa utile, non si possono mettere tutte le uova in un solo paniere. Naturalmente stiamo pensando a nuovi mercati, abbiamo molte risorse e da molti, molti anni”, ha detto Miller sull’emittente pubblica Rossiya-1. Il numero uno di Gazprom, che ha appena compiuto 30 anni, ha spiegato che la compagnia del gas inizierà a realizzare nuovi importanti progetti di costruzione di gasdotti nel prossimo futuro. “Siamo tutti consapevoli che il mercato asiatico è attualmente il più dinamico del mondo. I volumi di consumo sono in crescita e vediamo ottime prospettive per il gas russo in questo mercato”, ha sottolineato.

Resistenza ucraina a Bakhmut sotto assedio

Le truppe ucraine, impegnate in esercitazioni nel fine settimana nei pressi della cittadina di Siversk, nell’est del Paese, hanno dichiarato di prepararsi a difendere uno dei possibili obiettivi di una nuova offensiva russa. Siversk, che prima della guerra aveva una popolazione di 10.000 abitanti, si trova a 35 chilometri (21 miglia) a nord di Bakhmut – teatro di feroci combattimenti nelle ultime settimane – e su una strada diretta verso un’altra delle città chiave della regione di Donetsk, Sloviansk. “Se occupassero Bakhmut, saremmo semicircondati, perché a sinistra abbiamo il fiume Siverskyi Donets e il nemico avanzerà da destra, ed è possibile tagliarci fuori se raggiungono l’autostrada di Bakhmut”, ha detto il vice comandante del battaglione di Siversk, che ha usato il nome di battaglia “Han”. Le forze ucraine hanno chiesto agli alleati occidentali di Kiev armi più avanzate per difendere Bakhmut, attaccata dal gruppo mercenario russo Wagner. Un soldato che difende Siversk ha detto che la loro artiglieria, per lo più di epoca sovietica, è stata superata dal nemico. “Abbiamo un attacco di artiglieria da parte nostra, mentre i russi possono farlo cinque volte di più”, ha detto il trentenne Stefan. “È molto difficile per i ragazzi che stanno in piedi, specialmente sulla prima linea (di difesa), lo sentono troppo”. La cattura di Bakhmut darebbe alle forze russe un punto di partenza per avanzare verso due città più grandi a ovest, Kramatorsk e Sloviansk. Ma l’Ucraina e i suoi alleati occidentali sostengono che il successo sarebbe una vittoria di Pirro per Mosca, dato il tempo impiegato e le perdite subite.

Il patriarcato di Mosca aumenta la presenza tra le Chiese d’Africa

La Chiesa ortodossa russa ha ricevuto al patriarcato di Mosca una delegazione della Chiesa ortodossa non calcedonese dell’Etiopia, firmando un memorandum con 12 punti di collaborazione a livello ecclesiale, che mette in evidenza la difesa comune della morale tradizionale cristiana e “la contrapposizione all’invasione dell’ideologia liberale”, come ha informato il segretario per le relazioni intercristiane, lo ieromonaco Stefan Igmunov. Lo scrive Asia News. Secondo una dichiarazione comune, “nel contesto di quanto accade nel mondo e soprattutto in Etiopia”, appare molto importante il sostegno espresso dal capo della Chiesa russa al patriarca di Addis Abeba, Abuna Mathias, e a tutti i cristiani d’Etiopia, e anche la solidarietà che i russi ricevono da parte della Chiesa etiope “quando a livello internazionale si cerca di discriminarli”. Si fa riferimento ai recenti scoppi di violenza in una delle regioni dell’Etiopia contro i rappresentanti della Chiesa, con occupazioni di chiese e vittime anche tra il clero locale Il patriarcato di Mosca da tempo offre il suo sostegno agli ortodossi etiopi nel conflitto con i settori separatisti della sua Chiesa, e ultimamente tale sostegno si è molto intensificato grazie all’iperattivismo dell’esarca russo per l’Africa, Leonid (Gorbaev), nominato dopo la rottura delle relazioni con il patriarcato greco di Alessandria d’Egitto. Lo scisma interno agli etiopi è conseguenza delle rivolte nella regione del Tigrai, soffocate a fatica, e in seguito anche nella regione dell’Oromia, dove i sacerdoti locali hanno formato un Sinodo alternativo a sostegno “della nazione e del popolo oromo”. A differenza dei periferici tigrini, gli oromo occupano la zona centrale del Paese,una parte notevole dell’intera superfice. Le fazioni in conflitto dell’Etiopia rappresentano diversi ceppi etnici, che si riflettono anche nella vita ecclesiale con l’uso di lingue liturgiche diverse, come rivendicato dai separatisti. Il governo dell’Etiopia non appoggia l’intransigenza della Chiesa patriarcale, che non intende concedere alcuna forma di autonomia regionale; il primo ministro Abiy Ahmed Ali ha proposto di evitare gli ultimatum, e cercare una composizione tra le parti. L’Etiopia è una federazione piuttosto fragile, e potrebbe disgregarsi a causa delle varie rivolte separatiste, ma la Chiesa si oppone anche con dimostrazioni pubbliche di fedeli, soffocate dalla polizia con maniere piuttosto violente. Igumnov ha informato che il memorandum indica anche la collaborazione accademica, lo scambio di studenti, il confronto delle esperienze di assistenza caritativa e di lavoro pastorale con la gioventù, l’opera nelle aree della diaspora e diversi altri progetti comuni, compresa la sfera comunicativa. In questo modo “i credenti potranno conoscere meglio l’eredità storica e spirituale di entrambi, programmare pellegrinaggi comuni e altre dimensioni del dialogo tra i cristiani”. La Chiesa etiope è considerata la terza al mondo per numero di fedeli, dopo la Chiesa cattolica e quella ortodossa russa, contando su 60 milioni di credenti. La maggior parte di essi vive in Etiopia, ma la diaspora si estende in America settentrionale, Europa e in altri Paesi dell’Africa. E’ una Chiesa molto antica, che risale all’impero di Axum e considera il diacono apostolico Filippo come suo fondatore. Ha assunto il cristianesimo come religione di Stato nel IV secolo, come la Chiesa armena e quella di Roma.

Tajani: “Valuteremo iniziativa di pace della Cina”

“L’America è il nostro partner europeo principale. Siamo dalla parte degli Stati Uniti. Siamo parte della Nato. Il nostro rapporto con gli Stati Uniti è la stella polare della nostra politica estera. I nostri rapporti con gli americani sono rapporti di alleanza storici. La Cina è un nostro competitor stabile e un interlocutore. Noi chiediamo alla Cina di essere parte del progetto di pace per spingere la Russia a fare marcia indietro”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. “Siamo sempre alleati degli Stati Uniti. Noi vogliamo essere parte anche della situazione di stabilità nell’area indo-pacifica, siamo per la difesa dello status quo, lo abbiamo ribadito anche per Taiwan. Se la Cina può essere protagonista di pace, noi saremo soddisfatti. Valutermo i contenuti della proposta cinese”, ha detto ancora Tajani.

Zarivna: “Aspettiamo Meloni, grati a governo per sostegno”

“Certo, aspettiamo la signora Meloni a Kiev e saremo molto lieti di accoglierla. Direi che siamo grati di quello che Meloni e il governo stanno facendo per il supporto e il sostegno all’Ucraina. Penso che si continuerà in questa strada delle relazioni con un impegno”. Lo ha detto a ‘Mezz’ora in più’ su Rai3 la consigliera presidenziale ucraina, Daria Zarivna, a proposito della visita della premier Giorgia Meloni.

Kiev: “Priorità è no a secondo anniversario di guerra”

La priorità per il governo di Kiev è che “non ci sia un secondo anniversario della guerra”: lo ha detto, intervistata da Lucia Annunziata a Mezz’ora in più a pochi giorni dal primo anniversario dell’inizio dell’invasione russa, la consigliera del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Dasha Zarivna. “Il supporto dei Paesi occidentali e’ da considerare un investimento, perché la Russia non si fermerà e dopo l’Ucraina sarebbe la volta dei Paesi baltici o della Polonia”, ha aggiunto. “Noi stiamo difendendo la nostra terra e la nostra terra, non è qualcosa che abbiamo cominciato. Quello di cui abbiamo bisogno è un aiuto efficace per punire l’aggressore”

Peskov: “Nel discorso di Putin attenzione particolare all’operazione speciale”

Nel discorso alla nazione che terrà davanti alle Camere riuniti del parlamento martedì 21, il presidente russo Vladimir Putin “darà particolare attenzione” al tema dell’operazione speciale in Ucraina iniziata un anno fa. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista a Rossiya: “Le nostre vite adesso sono concentrate attorno al tema dell’operazione militare speciale, che coinvolge tutte le nostre vite, in un modo o nell’altro, come la vita del continente. Dunque possiamo anticipare che il presidente vi darà particolare attenzione”.

Carri leggeri dalla Francia consegnati in settimana. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Lecornu

Carri da combattimento leggeri AMX-10 saranno consegnati «a partire dalla fine della prossima settimana» all’Ucraina: lo ha annunciato il ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu, in un’intervista al quotidiano Le Parisien, senza precisare il numero dei mezzi in questione. Le consegne coincideranno con il primo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il 24 febbraio 2022. Ad inizio gennaio, il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva annunciato la decisione di inviare i carri leggeri, nel quadro dell’aumento delle consegne di armamenti dalla Nato all’Ucraina, senza precisarne la quantità: «Mi prendo la responsabilità di non annunciarne il numero – ha precisato ora Lecornu – per non dare un’informazione strategica alla Russia». Il ministro ha invece precisato che la formazione degli ucraini all’uso dei nuovi mezzi è «sul punto di completarsi» e per questo i carri sono in procinto di essere consegnati.

Peskov: da occidente no aperture a iniziative di pace

«Non c’è disponibilità o apertura da parte dell’Occidente per le iniziative di pace». Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista a Rossiya 1.

Kiev: bombardamenti russi su 9 regioni nelle ultime 24 ore

Le forze russe hanno lanciato attacchi contro nove regioni in tutta l’Ucraina nelle ultime 24 ore, uccidendo almeno una persona e ferendone nove. Lo hanno dichiarato i governatori regionali del Paese, secondo quanto riferito dal Kyiv Independent. Un uomo nella città di Vovchansk, nell’oblast di Kharkiv, è stato ucciso dopo che la sua casa è stata colpita durante un attacco, secondo il governatore dell’oblast di Kharkiv Oleh Syniehubov. Nella stessa regione, due civili – un uomo di 53 anni e una donna di 57 anni – sono rimasti feriti dal bombardamento su un villaggio vicino a Kupiansk che ha anche «seriamente danneggiato» un istituto scolastico. Nell’oblast di Donetsk, il governatore Pavlo Kyrylenko ha riferito che ieri due civili – nella città di Bakhmut e nel villaggio di Vozdvyzhenka (nel distretto di Bakhmut) – sono rimasti feriti. Anche nel Lugansk, il villaggio di Nevske è stato colpito da un “massiccio” bombardamento e una donna di 84 anni è rimasta ferita. Secondo le autorità, ieri la regione di Kherson è stata bombardata 55 volte, ferendo due civili. Anche l’Ucraina occidentale è stata attaccata: le forze russe hanno lanciato missili sulla città di Khmelnytskyi ferendo due civili.

La Cina sta valutando la possibilità di fornire alla Russia armi e munizioni per la guerra in Ucraina. Lo ha detto in un’intervista a Cbs news il segretario di Stato americano Anthony Blinken a poche ore dal loro incontro a Monaco con il più alto diplomatico cinese Wang Yi. Al momento le aziende cinesi stanno fornendo «supporto non letale» alle forze di Vladimir Putin, ma se Pechino fornirà armi a Mosca, ha ribadito Blinken, ci saranno “gravi conseguenze” per la Cina. La preoccupazione di Washington è basata «su una serie di informazioni che abbiamo ricevuto», ha aggiunto il segretario senza tuttavia precisare quali.

Kiev: bombe russe su oblast Kherson, 3 morti e 2 bambini feriti

Le forze russe hanno bombardato il villaggio di Burhunka, nell’oblast di Kherson, uccidendo tre membri della stessa famiglia – una madre, un padre e uno zio – e ferendo il loro bambino di 13 anni. Lo ha riferito l’amministrazione militare regionale, citata dal Kyiv Independent. I quattro membri della stessa famiglia, insieme a un altro bambino che è sopravvissuto all’attacco senza riportare ferite, erano in casa quando i russi hanno iniziato a bombardare il villaggio, riferiscono le autorità ucraine. Anche un bambino di otto anni di un’altra famiglia è stato ferito nel bombardamento, ed è stato ricoverato in ospedale.

Due missili russi hanno sorvolato in modo “pericolosamente vicino” una centrale nucleare nel sud dell’Ucraina

Due missili russi hanno sorvolato in modo «pericolosamente vicino» una centrale nucleare nel sud dell’Ucraina. Lo ha reso noto Energoatom, l’azienad di stato che gestisce il sito, secondo cui alle 8.25 e alle 8.27 di ieri mattina due missili Cruise hanno sorvolato l’impianto nella regione di Mykolaiv, circa 130 chilometri a nord della costa del Mar Nero.

Kuleba, più vantaggi da cooperazione aziende armi Kiev e Berlino

Ieri a Monaco, con la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock «ho co-presieduto una riunione congiunta delle principali aziende dell’industria della difesa dell’Ucraina e della Germania. Abbiamo organizzato questo importante evento per collegare direttamente i nostri produttori. Sono fiducioso che la loro cooperazione creerà nuove opportunità per rafforzare l’Ucraina». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

Schlein: “Ue lavori per stop alla guerra”

“Siamo ad un anno da questa invasione criminale che Putin ha mosso nei confronti dell’Ucraina. Noi abbiamo ritenuto necessario sostenere il popolo ucraino e questo vuol dire anche chiedere all’Unione Europea e alla comunità internazionale di fare ogni sforzo politico e diplomatico per raggiungere una pace giusta, per far finire questo conflitto”, ha detto Elly Schlein a Campobasso a margine di una iniziativa del suo tour per le primarie del Pd. “Non c’è sinistra – ha proseguito – senza una mobilitazione permanente che chieda la pace per quel conflitto e anche per gli oltre 170 conflitti che infiammano il pianeta”.

Forza Italia: “Atto di ostilità da Ppe che rispediamo al mittente”

“Una decisione gravissima, un atto d’ostilità, che rispediamo al mittente, e un’entrata a gamba tesa nei confronti di un intero partito, con l’obiettivo di spaccarlo e di separare il presidente Berlusconi da Forza Italia, di cui è l’incarnazione”. Lo dice Licia Ronzulli, in un’intervista a Libero. “Ricordo che Weber andò per ben due volte ad Arcore per ottenere il suo sostegno per fare il commissario e, non riuscendoci, chiese di fare il capogruppo del Ppe – afferma la capogruppo di Forza Italia al Senato -. Per far incrinare i rapporti bisogna essere in due, e non è questo il caso. Weber ha ceduto alle pressioni di alcuni esponenti del Ppe. Eppure il presidente Berlusconi e Forza Italia non hanno mai lasciato alcun margine di ambiguità sulla crisi dell’Ucraina”. “C’è da chiedersi perché, con il rischio di una pericolosissima escalation della guerra, e con il rischio che possa coinvolgere i Paesi della Nato, sia considerato così grave chiedere che si apra quanto prima un tavolo per le trattative di pace e proporre un piano Marshall per aiutare la ricostruzione dell’Ucraina. Un partito come il Ppe, che si ispira ai valori cristiani dovrebbe avere proprio questo obiettivo” conclude Ronzulli.

Tajani: “Difendiamo Kiev perché vogliamo la pace”

“Proteggere bene i nostri confini significa essere a favore della pace. Più o meno la stessa situazione c’è in Ucraina. Perché difendiamo l’Ucraina? Perché vogliamo la pace e la sconfitta dell’Ucraina non è una soluzione. Se vogliamo la pace dobbiamo portare gli interlocutori allo stesso tavolo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Ricordando che l’Italia ha approvato sei pacchetti di aiuti a Kiev, non solo militari, Tajani ha sottolineato che “non siamo contro la pace, l’Italia non è in guerra contro la Russia, ma impegnata per la difesa dell’indipendenza dell’Ucraina”.

Mosca: “Occidente non sosterrà proposta incontro Putin-Biden. I due leader erano stati invitati a Minsk da Lukashenko”

È improbabile che la proposta del presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko di ospitare a Minsk colloqui tra Vladimir Putin e Joe Biden ottenga sostegno in Occidente. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista al canale televisivo Rossiya 1. “È quasi impossibile aspettarsi qualsiasi tipo di reciprocità o risposta a un simile sforzo da parte di qualsiasi membro dell’Occidente”, ha affermato. Nei giorni scorsi Lukashenko aveva invitato a Minsk il presidente americano, che invece si recherà a Varsavia il 21 febbraio per un discorso a un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, mentre il leader russo parlerà lo stesso giorno alla Duma.

Tajani: “Rischio nucleare, area di sicurezza a Zaporizhzhia”

Nella guerra in Ucraina, c’è un rischio nucleare, per questo l’Italia insiste per la creazione di una zona di sicurezza attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: lo ha ricordato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. “Questo dovrebbe essere il primo punto per la pace, creare una zona di sicurezza e fermare la battaglia attorno a Zaporizhzhia dove c’è una situazione molto pericolosa per tutti”.

Papa: “Carità concreta verso l’Ucraina”

Papa Francesco ricorda le sofferenze del popolo ucraino come quelle delle vittime del terremoto in Siria e Turchia, e dedica un pensiero a chi è stato colpito dall’uragano in Nuova Zelanda. Verso tutti, sollecita, ci sia una carità “attenta e concreta”. “L’amore di Gesù ci chiede di lasciarci toccare dalla sofferenza di chi è provato”, ha detto alla fine dell’Angelus, “Penso specialmente alla Siria e alla Turchia, alle tantissime vittime del terremoto, ma pure penso ai drammi quotidiani del caro popolo ucraino e dei molti popoli che soffrono per la guerra, la povertà e le devastazioni ambientali. Sono vicino in tal senso alla popolazione neozelandese colpita da un devastante ciclone. Non dimentichiamo chi soffre, la nostra carità sia attenta e concreta

Cremlino: “Dall’Occidente nessuna apertura a iniziative di pace”

Da parte dell’Occidente non c’è alcuna disponibilità o apertura alle iniziative di pace per l’Ucraina. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, intervistato da Rossiya 1, commentando la proposta del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko di un incontro a Minsk tra Stati Uniti e Russia. “Qui è difficile sperare in una sorta di reciprocità e in una risposta a tale iniziativa da parte di almeno qualcuno dell’Occidente – ha affermato Peskov – E abbiamo sentito dichiarazioni da Washington che il presidente americano Joe Biden, ovviamente, non farà altre tappe oltre alla Polonia. Pertanto, finora non c’è disponibilità o apertura da parte dell’Occidente collettivo per le iniziative di pace”.

Ambasciatore Stefanini: “Proposta di pace cinese novità importante. Dare a Zelensky jet se diventa necessario per fermare la guerra”

Con la proposta di pace di Wang Yi, capo della diplomazia di Pechino, “la novità importante è il rispetto della sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina. In qualsiasi modo la proposta venga poi tradotta in pratica, implica la possibilità di contestare le annessioni russe”. Lo dice in un’intervista a Il Messaggero l’ambasciatore Stefano Stefanini, ex rappresentante dell’Italia presso la Nato. “Bisognerà vedere come la proposta sarà formulata, ma comunque allontana la Cina dalle posizioni russe”, spiega. “Ce lo auguravamo da mesi ed è il senso del messaggio consegnato a Wang Yi nella sua visita a Roma: usare l’influenza di Pechino per arrivare alla pace” sottolinea. Inoltre Wang Yi dice no all’uso dell’arma nucleare: “Altro elemento importantissimo – commenta – La linea rossa sulle armi di distruzione di massa non è una novità per la Cina, ma è significativo che sia indicata esplicitamente anche rispetto alle armi batteriologiche e chimiche, perché queste ultime sono state usate in Siria dal regime di Assad con l’avallo dei russi. La mossa di Pechino sembra essere un grande passo in avanti e un cambiamento rispetto alla neutralità osservata finora”. Zelensky chiede i jet e per Stefanini bisogna darglieli, “se la fornitura di velivoli diventa indispensabile per fermare la guerra”. L’addestramento “richiede molto più tempo che sui carri armati, decidere oggi di dare i jet sarebbe un segnale psicologico a Putin: puoi continuare la guerra quanto vuoi, troverai altra resistenza, perché noi già ci impegniamo a dotare gli ucraini di mezzi che tra un anno saranno pronti”. La guerra “sarà lunga, finché questa novità di un’eventuale effettiva azione di pace cinese non comincerà a produrre i suoi effetti, ma prima – conclude – dovrà giocarsi il dramma dell’offensiva che i russi stanno preparando”.

Tajani: “Vogliamo pace in Ucraina ma non senza giustizia”

“Vogliamo che ci sia la pace in Ucraina, ma non si può avere pace senza giustizia”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Monaco, intervenendo a un panel della Conferenza sulla sicurezza. “Vogliamo l’indipendenza per l’Ucraina e anche la sua integrità”.

Shock sulle materie prime per effetto delle sanzioni alla Russia

Le sanzioni contro la Russia stanno avendo un grande impatto sulla sua economia, ma l’imposizione di ulteriori misure, tra cui quelle sull’export di petrolio, se non mitigate da attente politiche per attenuarne il costo, potrebbero causare uno shock su offerta e prezzi delle materie prime. E’ l’analisi contenuta in un lavoro di Emidio Cocozza e Michele Savini Zangrandi, del servizio Economia e relazioni internazionali della Banca d’Italia a un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, in cui si sottolinea la difficoltà “nel trovare il giusto equilibrio nel calibrare le misure”. Nel ricostruire l’impatto che le sanzioni hanno avuto sull’economia russa, l’undicesima al mondo, i due economisti premettono che “la globalizzazione aumenta la capacità di imporre a Mosca restrizioni economiche, finanziarie e tecnologiche, ma ne amplifica allo stesso tempo le ricadute sull’economia mondiale…Nessuno dei regimi sanzionatori introdotti dal dopoguerra a oggi ha mai interessato un Paese con un’impronta equivalente sull’economia mondiale e sul commercio internazionale”. In un quadro così complesso, esistono anche “notevoli incertezze riguardo l’efficacia delle sanzioni”. E infatti, sottolineano Cocozza e Savini Zangrandi, “nella loro fase iniziale, le sanzioni non hanno limitato la capacità della Russia di continuare a esportare materie prime: in combinazione con il forte rialzo dei prezzi internazionali, questo ha consentito al Paese di assicurarsi un forte surplus commerciale e il continuo afflusso di valuta estera, e il rublo, dopo un iniziale indebolimento, è tornato ai livelli prebellici”. Le sanzioni contro la Russia stanno avendo un grande impatto sulla sua economia, ma l’imposizione di ulteriori misure, tra cui quelle sull’export di petrolio, se non mitigate da attente politiche per attenuarne il costo, potrebbero causare uno shock su offerta e prezzi delle materie prime. E’ l’analisi contenuta in un lavoro di Emidio Cocozza e Michele Savini Zangrandi, del servizio Economia e relazioni internazionali della Banca d’Italia a un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, in cui si sottolinea la difficoltà “nel trovare il giusto equilibrio nel calibrare le misure”. Nel ricostruire l’impatto che le sanzioni hanno avuto sull’economia russa, l’undicesima al mondo, i due economisti premettono che “la globalizzazione aumenta la capacità di imporre a Mosca restrizioni economiche, finanziarie e tecnologiche, ma ne amplifica allo stesso tempo le ricadute sull’economia mondiale…Nessuno dei regimi sanzionatori introdotti dal dopoguerra a oggi ha mai interessato un Paese con un’impronta equivalente sull’economia mondiale e sul commercio internazionale”. In un quadro così complesso, esistono anche “notevoli incertezze riguardo l’efficacia delle sanzioni”. E infatti, sottolineano Cocozza e Savini Zangrandi, “nella loro fase iniziale, le sanzioni non hanno limitato la capacità della Russia di continuare a esportare materie prime: in combinazione con il forte rialzo dei prezzi internazionali, questo ha consentito al Paese di assicurarsi un forte surplus commerciale e il continuo afflusso di valuta estera, e il rublo, dopo un iniziale indebolimento, è tornato ai livelli prebellici”.

Tajani: “L’Italia è con Ue, Usa e Nato”

T”Voglio essere chiaro: l’Italia è con l’Europa, gli Stati Uniti e la Nato”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. “L’Europa è al primo punto della politica estera italiana, l’altro punto chiave sono i rapporti transatlantici”, ha aggiunto Tajani.

Mosca replica a Macron: “Ricordati di Napoleone”

La Russia replica alle parole del presidente francese Emmanuel Macron, che ha detto che la Russia “va sconfitta” (anche se “non schiantata”): lo fa tramite la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che con un messaggio su Telegram ricorda Napoleone Bonaparte, sconfitto durante la campagna di Russia. “La Francia non e’ iniziata con Macron e le spoglie di Napoleone giacciono nel centro di Parigi”, “in modo che sia la Francia che la Russia capiscano tutto”. “La parola di Macron ha poco valore. La fornitura di armi, quando si aggiunge che la vittoria della Russia non e’ possibile, non lascia nessun’altra conclusione logica, tranne: vogliono che perdiamo”. Zakharova ha anche commentato le parole di Macron alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco sul cambio di regime in Russia: “Ha ammesso apertamente che in tutti questi anni l’Occidente non ha soltanto interferito negli affari interni della Russia, ma ha cercato di cambiare il governo” a Mosca.

Bombe russe su Nikopol. Danneggiati 4 palazzi, una casa, un’azienda e linea elettrica

Le truppe russe hanno bombardato la città ucraina di Nikopol, nella regione di Dnepropetrovsk, danneggiando quattro palazzi, una abitazione e un’azienda privata e una linea elettrica. Lo riferisce su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Sergey Lysak. Nessuno è rimasto ferito a causa del bombardamento. “Nella notte, i russi hanno continuato a terrorizzare Nikopol. Mentre le persone dormivano pacificamente nelle loro case, il nemico ha lanciato l’artiglieria”, ha scritto Lysak. “Fortunatamente non ci sono state vittime. Nonostante il terrore quotidiano, la gente di Nikopol resiste”.

La Russia blocca l’accesso al sito web di notizie The Bell

La Russia ha bloccato oggi l’accesso a The Bell, un’agenzia di stampa fondata da uno dei migliori giornalisti russi, l’ultimo sito web a essere messo offline mentre Mosca sta colpendo i media indipendenti. La Russia ha bloccato decine di siti di notizie da quando ha invaso l’Ucraina lo scorso anno, spesso accusandoli di pubblicare notizie “false” su quella che definisce la sua “operazione militare speciale” in Ucraina. The Bell si occupa principalmente di notizie economiche ed era uno dei pochi siti web di media indipendenti rimasti accessibili dopo che le autorità avevano bloccato Mediazona, Meduza e Novaya Gazeta. L’anno scorso ha dichiarato che avrebbe smesso di coprire il conflitto in Ucraina, citando il pericolo per i suoi giornalisti, ma ha continuato a pubblicare storie sugli effetti dell’invasione sull’economia. È stata fondata nel 2017 da Yelizaveta Osetinskaya, che in passato ha diretto Vedomosti e l’edizione russa di Forbes. Sia Osetinskaya che The Bell erano già stati etichettati come “agenti stranieri”, entità soggette a un maggiore controllo da parte delle autorità. The Bell non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento. Venerdì il Ministero degli Esteri russo ha avvertito i giornalisti occidentali che se si fossero comportati in modo non professionale e avessero trattato la Russia o il suo popolo in modo scortese, non sarebbero stati tollerati. I funzionari russi affermano che alcuni media hanno raccontato la guerra in Ucraina in modo profondamente unilaterale, ignorando le radici del conflitto e schierandosi apertamente con l’Ucraina e mostrando un razzismo aperto e inconsapevole contro i russi. I gruppi per i diritti dicono che la Russia sta cercando di controllare l’intero panorama mediatico bloccando le testate giornalistiche indipendenti, impedendo che i loro resoconti sulla guerra raggiungano i russi comuni.

Quasi 143 mila perdite russe dall’inizio della guerra

La Russia ha registrato quasi 143.000 perdite dall’inizio della guerra in Ucraina, secondo l’esercito ucraino. L’ultimo aggiornamento del ministero della Difesa di Kiev riportato su Twitter afferma che il numero delle vittime della parte russa ha raggiunto quota 142.860, in aumento di 590 rispetto a ieri. Secondo quanto riferito, 3.310 carri armati e 6.545 veicoli corazzati da combattimento sono stati distrutti, con un aumento rispettivamente di sette e 12 unità rispetto alla giornata precedente. Twittando le cifre, il ministero ucraino – spiega il Guardian – ha incluso una citazione dalla canzone dei Beatles del 1968 “Back in the Ussr”: “Fammi sentire le tue balalaika (uno strumento russo) che risuonano”.

Il 24 febbraio veglia per la pace della diocesi di Roma

Sulle sedie ci saranno rami di ulivo preparati dai senza dimora ospiti della Cittadella della Carita’ della Caritas Santa Giacinta. Un canto sarà intonato dal coro del Pontificio Collegio Ucraino di San Giosafat. E i nomi dei tanti Paesi in guerra verranno ricordati durante la liturgia. Saranno tanti i segni nella veglia di preghiera “E la pace non avrà fine” di venerdì 24 febbraio, alle 18, nella basilica di San Giovanni in Laterano, presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis; potrà essere seguita anche in diretta televisiva su Telepace (canale 75 a Roma e Rieti) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi. Promossa a un anno esatto dall’inizio del conflitto in Ucraina, al momento di preghiera parteciperà il vescovo Dioniso Lachovicz, esarca dei cattolici ucraini di rito bizantino in Italia. La veglia, scrive il Sir, nasce dal desiderio di pregare insieme di tutte le realtà della diocesi impegnate nella carità, nell’accoglienza e nel sostegno ai profughi ucraini giunti in Italia: gli Uffici Caritas e Migrantes diocesani, innanzitutto, e poi la Comunità di Sant’Egidio, il Centro Astalli, l’Opera Don Calabria, gli scalabriniani, i comboniani, i vincenziani. La comunità congolese offrirà un canto, i poveri ospitati nella struttura della Caritas di Ponte Casilino saranno presenti. Durante la veglia quattro persone porteranno la propria testimonianza; tra gli altri, il vescovo Pero Sudar, emerito di Sarajevo, che racconterà il conflitto che, negli anni Novanta, insanguinò il suo Paese. “Il 24 febbraio – riflette il cardinale De Donatis – si compirà un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina. Dodici mesi intensi di sofferenze di cui seguiamo gli sviluppi in una spirale sempre piu’ minacciosa. Purtroppo, oltre a non vedere spiragli di luce per la cessazione delle ostilità, siamo preoccupati per il dibattito pubblico che propone le armi come unico strumento per ristabilire la pace. Noi, come credenti, non possiamo accettare questo: non vogliamo rassegnarci alla mancanza di soluzioni per una pace vera. Non ci illudiamo nemmeno che la via della pace e della riconciliazione siano facili da percorrere. Eppure, questa pace la chiediamo al Signore, vogliamo costruirla nel nostro quotidiano, con le nostre azioni piccole e grandi”. Tutti in preghiera per chiedere il dono della pace e per “rinnovare la nostra volontà di essere operatori di pace”, sottolinea il vescovo Benoni Ambarus, responsabile diocesano dell’ambito della diaconia della carità. Per questo durante la veglia verranno “chiamati per nomi tutti i Paesi che oggi sono in guerra – anticipa il presule – a mo’ di litania, per aiutarci ad allargare i nostri orizzonti”.

Attacco missilistico su Druzhkivka (Donetsk). Distrutti almeno due grattacieli

Testo

I russi hanno lanciato un attacco missilistico contro la città di Druzhkivka, nel Donetsk, distruggendo almeno due grattacieli. Non si ha per il momento notizia di vittime, ha riferito il governatore dell’oblast, Pavlo Kyrylenko citato da Ukrainska Pravda. “Druzhkivka è una città relativamente lontana dalla linea del fronte, ma è costantemente soggetta a attacchi missilistici da parte delle forze terroristiche russe”, ha scritto su Telegram Kyrylenko.

Tajani a Monaco vede parlamentari tedeschi Cdu-Csu. “Strategia comune sull’Ucraina”

“Ho incontrato a Monaco una delegazione di parlamentari tedeschi del gruppo Cdu/Csu. Strategia comune europea contro immigrazione irregolare, stabilità nei Balcani occidentali, una pace giusta in Ucraina. Questi i principali temi affrontati”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un tweet.

Musk vuole limitare Starlink? Interviene il governo Usa

Il governo statunitense ha avuto contatti con Elon Musk sull’uso della sua costellazione di satelliti, nei cieli sopra l’Ucraina. Lo ha detto il segretario di Stato, Antony Blinken, senza però rivelare il contenuto dei colloqui. Nei giorni scorsi SpaceX ha fatto sapere che vuole impedire all’esercito ucraino di utilizzare il servizio Starlink per controllare i droni, perché il sistema -ha ricordato- non è stato concepito “per essere utilizzato come un’arma”. In un’intervista sulla Nbc, a Blinken è stato chiesto se gli Stati Uniti abbiano fatto pressioni sul miliardario per ripensare il bando. Blinken non ha voluto rendere noto cosa il governo abbia chiesto all’amministratore delegato di Starlink ma ha ammesso che ci sono stati colloqui. Nei mesi scorsi, SpaceX ha spedito privatamente camion carichi di antenne in Ucraina e la galassia di satelliti ha garantito finora la connessione Internet alle forze armate ucraine.

Wang a Blinken: “Usa non gettino benzina sul fuoco. Promuovano soluzione politica invece di realizzare profitti”

La Cina, sulla questione ucraina, “ha sempre svolto un ruolo costruttivo aderendo ai principi guida e promuovendo i colloqui e la pace”. E’ quanto ha detto il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi nel colloquio avuto ieri con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, in base a un resoconto rilasciato oggi dal ministero degli Esteri di Pechino. “In quanto grande Paese, gli Stati Uniti dovrebbero promuovere una soluzione politica alla crisi, piuttosto che aggiungere benzina sul fuoco e sfruttare l’opportunità per realizzare profitti”, ha aggiunto Wang.

Premier Estonia: “Troppo pochi ordini alle industrie delle armi ma le munizioni servono. Noi investiamo 2% in difesa, altri no”

Quello che mi preoccupa è sentire dall’industria delle armi che mancano gli ordini. Ci sono ancora Paesi che pensano ancora che la situazione poi si risolverà. Magari si pensa che la spesa sia troppo cara. Ma la Russia ha una industria di armi molto attiva. Hanno ancora molti uomini che possono mettere in campo. La Russia non si stanca facilmente”. Lo ha detto la premier estone Kaja Kallas a Monaco, sottolineando che l’Ucraina e i paesi Ue hanno bisogno di munizioni. “La Russia lascia esplodere quotidianamente la produzione mensile di artiglieria dell’Europa”, ha incalzato. Kallas ha ricordato che l’Estonia ha deciso di investire il 2% in difesa ma che ancora non tutti i Paesi lo fanno.

Borrell, “Ucraina certamente in Ue, il suo posto è in Europa”

“L’Ucraina diventerà certamente un membro dell’Ue. Dopo il bombardamento della Russia è diventato assolutamente chiaro che l’Ucraina appartiene all’Europa”. Lo ha detto l’Alto rappresentante degli Affari Esteri per l’Ue Josep Borrell. “Dopo seguiranno diversi Paesi balcanici”. “E dobbiamo capire come opereremo, dovremo cambiare determinate procedure”. Per l’Ucraina sarà un compito difficile, ha anche sottolineato, “aveva già davanti a sè molti compiti prima della guerra”, ha spiegato e “adempiere a questi compiti mentre cadono le bombe è molto difficile”. Ma la commissione agisce più velocemente che mai”.

Borrell, “Ucraina ha bisogno di munizioni, va rifornita meglio”

«Zelensky e l’Ucraina non hanno abbastanza munizioni, ma hanno abbastanza motivazione. Devono essere riforniti meglio. Questa guerra avviene sul territorio europeo e ha conseguenze per la nostra sicurezza». Lo ha detto l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue, Josep Borrell a Monaco, alla conferenza della Sicurezza. “Dobbiamo accelerare il nostro sostegno all’Ucraina”. «Dobbiamo passare dalle parole ai fatti», ha aggiunto a proposito della consegna delle armi

Macron, “solo la diplomazia può mettere fine alla guerra”

La guerra tra Russia e Ucraina può essere fermata solo attraverso i negoziati. Lo ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron in un’intervista rilasciata a ‘France Inter’, a ‘Le Figaro’ e a ‘Le Journal du Dimanche’. “Auspico la sconfitta della Russia in Ucraina e che l’Ucraina sia in grado di difendere la sua posizione, ma sono convinto che la fine (del conflitto, ndr) non sarà raggiunta militarmente”, ha detto Macron, sottolineando che “nessuna delle due parti può prevalere completamente” perché “gli effetti della mobilitazione non sono così grandi come previsto e hanno limiti di capacità”. Macron ha anche ribadito che l’Ucraina ora ha bisogno di un’offensiva militare per riportare la Russia al tavolo dei negoziati.

Usa temono che Pechino possa aumentare aiuti a Mosca

Gli Stati Uniti ritengono che la Cina possa fornire ‘assistenza militare non letale’ alla Russia da utilizzare in Ucraina: lo hanno riferito all’emittente Nbc News fonti “informate”, aggiungendo che l’amministrazione Biden e’ preoccupata che Pechino possa prendere in considerazione anche l’invio di aiuti letali; per ora, aggiungono le fonti, non e’ chiaro cosa Pechino stia fornendo ma potrebbe trattarsi di equipaggiamento per l’offensiva di primavera, come uniformi o giubbotti antiproiettile. Ancora non c’e’ alcun commento ufficiale del Consiglio di Sicurezza nazionale, ma il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, incontrando il capo della diplomazia cinese sabato a Monaco di Baviera a margine della conferenza sulla sicurezza, ha messo in guardia Pechino dal fornire “sostegno materiale” a Mosca, avvertendo che, in caso contrario, ci saranno “conseguenze”. Secondo la Cnn, che cita fonti d’intelligence, gli Usa negli ultimi tempi hanno cominciato a intravedere segnali “inquietanti” del sostegno cinese all’esercito russo e potrebbe essere che Pechino voglia arrivare a fornire aiuti militari letali, ovvero armi e munizioni, a Mosca.

Ucraina: ambasciatore russo in Usa, Whashington fomenta crisi

L’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov ha affermato che Washington sta cercando di giustificare le proprie azioni per fomentare la crisi ucraina, accusando crimini russi contro l’umanita’ in Ucraina. E’ quanto riporta l’agenzia russa Ria Novosti sul suo sito. “Non c’e’ dubbio che lo scopo di tali attacchi di Washington e’ quello di giustificare le proprie azioni per fomentare la crisi ucraina. Prima di tutto, la militarizzazione sfrenata del regime di Kiev. Una volta che gli americani hanno detto che avrebbero fornito alla repubblica esclusivamente armi difensive armi, ma ora stanno trasferendo mezzi corazzati pesanti, artiglieria, MLRS con munizioni a lungo raggio. Gli Stati Uniti stanno fornendo intelligence ai nazisti, addestrando militanti”, ha detto l’ambasciatore, commentando le dichiarazioni del vicepresidente Usa Kamala Harris,

Macron, la Russia “va sconfitta” ma “non schiantata”

Il presidente francese Emmanuel Macron non vuole vedere la Russia «schiantata» da una sconfitta in Ucraina. «Voglio che la Russia sia sconfitta in Ucraina e voglio che l’Ucraina sia in grado di difendere la sua posizione, ma sono convinto che alla fine (la guerra, n.d.r.) non si concluderò militarmente», ha detto il capo dello Stato francese in un’intervista rilasciata al Journal du Dimanche, Le Figaro e France Inter. «Non penso, come fanno alcune persone, che dobbiamo mirare a una sconfitta totale della Russia, attaccando la Russia sul suo stesso territorio». «Costoro -ha insistito- vogliono soprattutto schiantare la Russia. Questa non è mai stata la posizione della Francia e non lo sarà mai»

Blinken, parlato con Musk dell’uso satelliti Starlink

Il governo americano ha avuto dei colloqui con Elon Musk sull’uso dei satelliti Starlink in Ucraina. Lo ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in un’intervista a Nbc news. “Non posso condividere i contenuti dei colloqui che abbiamo avuto, posso solo dire che ci sono stati dei colloqui”, ha risposto Blinken alla domanda se l’amministrazione avesse chiesto al proprietario di Tesla, Twitter e Space X di non limitare l’uso dei suoi satelliti in Ucraina. A inizio febbraio era emerso che il miliardario avesse deciso di tagliare il suo internet satellitare dopo che Kiev lo aveva usato per scopi militari, contravvenendo agli accordi

Kasparov, fine regime Putin solo con sconfitta militare

“La liberazione dal fascismo del presidente Vladimir Putin passa attraverso l’Ucraina”. Lo dice l’ex campione di scacchi e critico del Cremlino, Garry Kasparov, durante una tavola rotonda sul “futuro democratico” della Russia alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. “I russi vivono in una bolla”, sostiene Kasparov: “Questa bolla non puo’ essere spezzata a meno che l’idea di impero non crolli, grazie a una sconfitta militare”. Alla tavola rotonda hanno partecipato anche l’ex magnate Mikhail Khodorkovsky, l’attivista per i diritti Zhanna Nemtsova – figlia dell’oppositore del Cremlino Boris Nemtsov – e Irina Scherbakova, cofondatrice dell’organizzazione per i diritti russi Memorial, vincitrice del Premio Nobel per la Pace. Il campione di scacchi ha infine esortato l’Occidente a continuare a sostenere Kiev, affermando che “nessuna spesa e’ eccessiva per l’Ucraina”.(

G7: “Sanzioni a paesi che forniscono sostegno e materiale alla guerra illegale della Russia”

I ministri degli Esteri del G7, in una dichiarazione congiunta alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, hanno avvertito che imporranno sanzioni contro quei Paesi che forniscono supporto militare alla Russia nel conflitto con l’Ucraina. “I membri del G7 mantengono il loro impegno a mantenere e intensificare le sanzioni contro la Russia per limitare il suo sforzo bellico e contro gli Stati che forniscono sostegno materiale alla guerra illegale della Russia contro l’Ucraina”, si legge nella dichiarazione congiunta.

Wsj, “Mosca utilizza al fronte i droni cinesi”

Nonostante le sanzioni, la Russia utilizza droni cinesi nella sua guerra contro l’Ucraina: lo scrive il Wall Street Journal, secondo il quale alcuni di questi piccoli e agili droni commerciali arrivano in prima linea grazie ai distributori russi riforniti da un’azienda cinese, Dji, mentre altri vengono trasportati attraverso gli Emirati arabi uniti. Secondo il Journal, il Pentagono teme che questi droni non stiano solo alimentando lo sforzo bellico della Russia, ma consentono anche alla Cina di raccogliere informazioni preziose sul campo di battaglia che possono migliorare le sue capacita’ di risposta bellica

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