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Guerra Russia-Ucraina, Zelensky: “Questo sarà l’anno della nostra vittoria”. Settimana prossima telefonata Biden-Meloni. Scholz: “Mandate tank a Kiev, ora”

Era la notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022 quando iniziò l’invasione russa in Ucraina. A un anno dalla guerra, l’Assemblea Generale Onu ha approvato con 141 voti a favore, 7 contrari e 32 astenuti una risoluzione in cui si sottolinea «la necessità di raggiungere, il prima possibile, una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite». Il testo «ribadisce l’impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti» e chiede «la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe». Tra i 75 co-sponsor anche l’Italia. Sono sette i paesi che hanno votato contro la risoluzione. Oltre alla Russia i no sono arrivati da Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea, Nicaragua e, per la prima volta, il Mali. Cina e India sono tra i 32 Paesi che si sono astenuti insieme a Cuba, Pakistan, Angola, Etiopia, Algeria, Sudafrica, Zimbabwe.

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L’asse Pechino-Mosca
E proprio la Cina sostiene che «inviare le armi non porta alla pace, gettare benzina sul fuoco esacerberà le tensioni». Sono le parole del viceambasciatore di Pechino all’Onu, Dai Bing, intervenuto all’Assemblea generale. Nel frattempo, però, la Nato vede «alcuni segnali» che farebbero capire come la Cina stia pianificando un sostegno alla Russia nella sua guerra in Ucraina. Lo afferma il segretario generale dell’Alleanza nordatlantica, Jens Stoltenberg.

La guerra in Ucraina un anno dopo: ecco le tappe chiave del conflitto

Il Cremlino: la provocazione di Kiev in Transnistria
La Russia accusa l’Ucraina di voler «preparare una provocazione armata contro la Transnistria», regione separatista filorussa della Moldavia, con il coinvolgimento di «sabotatori che indosseranno uniformi militari russe». Il ministero della Difesa di Mosca dice di avere le prove di un piano. La Moldavia ha smentito e invitato alla calma mentre Kiev accusa il Cremlino di «voler accendere conflitti interni in Moldavia».

Putin potenzia l’arsenale nucleare
Il leader russo intanto annuncia il potenziamento dell’arsenale nucleare del Paese, riferendosi ai missili con base a terra che possono colpire obiettivi a lunga distanza, quelli lanciati da sottomarini e le bombe nucleari lanciate dagli aerei. Questo mentre la Marina militare italiana denuncia «l’aumento impressionante della flotta russa nel Mediterraneo e nel Mar Nero, con puntate verso lo Jonio». A Bruxelles invece gli Stati dell’Unione europea non hanno ancora raggiunto l’accordo sul decimo pacchetto di sanzioni.

Per approfondire
Lo speciale – Ucraina, un anno dopo
L’editoriale di Massimo Giannini – Putin ci trascina nella terra inumana
Il reportage di Francesca Mannocchi – Da Mariupol
alle fosse di Bucha
Il ritratto di Francesca Sforza – Zelensky diventato eroe suo malgrado
L’analisi di Anna Zafesova – Putin il Terribile, nuovo imperatore del Cremlino
Il punto di Lucio Caracciolo – Come evitare un terzo conflitto mondiale

Multimedia – Storie, numeri e voci di una tragedia

Prigozhin, Wagner ha controllo villaggio Berkhovka

Yevgeny Prigozhin, il leader del gruppo paramilitare Wagner, ha dichiarato di aver preso il controllo del villaggio di Berkhovka in quella che i russi chiamano la Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), vicino a Bakhmut. «Le unità del PMC Wagner hanno il pieno controllo di Berkhovka», ha dichiarato Prigozhin tramite il suo servizio stampa.

Le forze armate di Kiev hanno respinto 100 attacchi in un giorno

Le forze armate di Kiev hanno respinto 100 attacchi in un giorno. Lo riporta lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine, citato da Ukrainska Pravda, aggiungendo che gli attacchi sono avvenuti in cinque direzioni. «Da un anno – viene riferito – la Federazione Russa continua a portare avanti un’aggressione armata su vasta scala contro l’Ucraina. Gli sforzi principali sono ora concentrati su operazioni offensive nelle direzioni Kupyansky, Limansky, Bakhmutsky, Avdeevsky e Miner. Ieri, i nostri difensori hanno respinto circa 100 attacchi nemici nelle direzioni indicate».

La proposta della Cina in 12 punti per cessate il fuoco e colloqui pace

Il piano in 12 punti pubblicato questa mattina dal ministero degli Esteri cinese sollecita la revoca delle sanzioni occidentali imposte alla Russia e include misure per mantenere gli impianti nucleari sicuri, stabilire corridoi umanitari per i civili e garantire l’esportazione di grano dopo che le interruzioni hanno gonfiato i prezzi alimentari globali. Nel piano sono riportate principalmente posizioni cinesi di lunga data, inclusa la garanzia di “sovranità, indipendenza e integrità territoriale” di tutti i Paesi. «Dialogo e negoziazione sono l’unica via d’uscita praticabile per risolvere la crisi ucraina», si legge nella proposta. Non sono tuttavia stati forniti dettagli su quale forma dovrebbero assumere i colloqui, eventuali precondizioni o quali paesi dovrebbero essere coinvolti, ma «la Cina – viene ribadito – è disposta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo in questo senso». Nei 12 punti si invita a porre fine alla «mentalità da guerra fredda», il termine usato da Pechino per definire l’egemonia degli Stati Uniti, l’interferenza negli affari di altri paesi e il mantenimento di alleanze come la Nato. «La sicurezza di un paese non può andare a scapito della sicurezza di altri paesi, e la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari» afferma la proposta. «I legittimi interessi e le preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi dovrebbero essere presi sul serio e adeguatamente affrontati» viene ribadito.

Der Spiegel, droni kamikaze cinesi alla Russia

I velivoli Bingo potrebbero essere simili ai droni kamikaze iraniani Shaheed 136, che l’esercito russo ha dispiegato a centinaia negli attacchi all’Ucraina contro edifici residenziali, centrali elettriche e impianti di teleriscaldamento. La società cinese prevede di fornire componenti e know-how alla Russia in modo che possa produrre in via autonoma circa 100 droni al mese. La Cina sembra avesse già piani l’anno scorso per fornire all’esercito russo un supporto molto più sostanziale di quanto noto. Secondo le informazioni ottenute da Der Spiegel, le società controllate dall’Esercito popolare di liberazione avevano pianificato di fornire componenti per i jet SU-27 e altri modelli. Inoltre, erano già stati fatti piani per falsificare i documenti di spedizione per far sembrare le parti degli aerei militari come componenti per l’aviazione civile. Il governo di Berlino ha anche informazioni che suggeriscono che la Cina stia consegnando droni disponibili in commercio ai clienti russi e impiegabili per scopi di ricognizione. Secondo le informazioni raccolte, i droni vengono consegnati alle forze russe da società di import-export controllate dalla Cina attraverso gli Emirati Arabi Uniti. Le persone che hanno familiarità con le analisi di questi accordi affermano che esistono prove che indicano che le forze russe hanno schierato tali droni lungo il fronte in Ucraina. Questo sarebbe uno dei motivi per cui sia il cancelliere tedesco Olaf Scholz sia la ministra degli Esteri Annalena Baerbock hanno affrontato la questione del sostegno militare di Pechino a Mosca nei colloqui avuti alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco con il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Wang Yi. A gennaio, inoltre, l’emittente pubblica olandese NOS ha riferito che i microchip fatti nei Paesi Bassi erano stati consegnati all’industria della difesa russa tramite società cinesi: un’analisi ucraina sulle armi offensive avversarie sequestrate – tra razzi, elicotteri e droni – aveva fatto emergere che i microchip olandesi erano installati in 10 dei 27 modelli ispezionati.

Zelensky: “Un anno fa la scelta, nel 2023 vinceremo”

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha salutato il giorno anniversario dell’invasione russa con un tweet in cui ricorda che «Il 24 febbraio, milioni di noi hanno fatto una scelta. Non una bandiera bianca, ma una gialloblu. Non fuggire, ma fronteggiare. Resistere & combattere. E’ stato un anno di dolore, tristezza, fede e unità. E quest’anno, siamo rimasti invincibili. Sappiamo che il 2023 sarà l’anno della nostra vittoria!”. Un video con immagini emblematiche del conflitto accompagna il tweet.

Sunak solleciterà il G7 ad accelerare sulle armi a Kiev

La Gran Bretagna osserverà un minuto di silenzio alle 11:00 (le 12 in Italia) per celebrare il primo anniversario del conflitto. Il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak si unirà al personale militare per il momento di riflessione nazionale presso il suo ufficio di Downing Street, si legge in un comunicato del governo britannico. Nei suoi commenti agli alleati del G7, Sunak dovrebbe aggiungere che le prossime settimane saranno difficili per l’Ucraina, ma anche per la Russia. «Stanno esagerando ancora una volta, è quindi il momento di sostenere il piano dell’Ucraina di riarmarsi, riorganizzarsi e andare avanti», affermerà. Dopo gli Stati Uniti, il Regno Unito è stato il maggior donatore di aiuti militari all’Ucraina e il primo a promettere carri armati pesanti a Kiev, ma finora ha resistito all’invio di jet da combattimento.

Zelensky: aperto a colloqui con la Cina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di essere aperto ai colloqui con la Cina, anche se ha affermato di non aver ancora visto la proposta avanzata da Pechino per negoziare la fine della guerra. La Cina, che sta cercando di convincere Mosca e Kiev a colloqui di pace pur mantenendo le sue relazioni con la Russia, ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà una proposta per concludere il conflitto attraverso i negoziati. L’interesse della Cina per l’Ucraina «generalmente non è negativo», le parole di Zelensky riportate dal New York Times. «Per noi è importante che tutti i paesi siano dalla nostra parte, dalla parte della giustizia», ha spiegato, aggiungendo che un incontro con la Cina sarebbe «nell’interesse dell’Ucraina oggi».

Zelensky: il voto dell’Onu è una potente prova di sostegno

«Siamo grati a tutti i paesi che hanno sostenuto l’importante risoluzione dell’Assemblea generale “Principi della Carta delle Nazioni Unite alla base di una pace globale, giusta e sostenibile in Ucraina”. Questa è una potente testimonianza della solidarietà della comunità mondiale con il popolo ucraino nel contesto dell’anniversario dell’aggressione su vasta scala della Federazione Russa. Una potente manifestazione di sostegno globale pace ucraina!». Lo afferma su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo il voto all’Onu.

This resolution is a powerful signal of unflagging global support for . A powerful testament to the solidarity of community with people in the context of the anniversary of RF’s full-scale aggression. A powerful manifestation of global support for #PeaceFormula! 2/2 pic.twitter.com/fPBis4v9p1

— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) February 23, 2023

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