I feroci combattimenti continuano nell’Ucraina orientale, con Mosca e Kiev in lotta per il controllo della città di Bakhmut e di altre città strategiche nella regione di Donetsk.
Le unità aviotrasportate russe si sarebbero unite ai mercenari Wagner nella lotta per Bakhmut, secondo alcune fonti, mentre le forze russe cercano di prendere il controllo di un’autostrada chiave e interrompere i rifornimenti alla città.
Gli Stati Uniti non forniranno caccia F-16 all’Ucraina. Lo ha detto ieri sera il presidente Usa, Joe Biden, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca. Ma l’Ucraina insiste: ha bisogno di almeno 200 caccia occidentali per proteggere i suo cieli, in sostituzione degli attuali velivoli sovietici di vario tipo che sono ormai obsoleti e per i quali è diventato impossibile trovare parti di ricambio. A dirlo è stato il portavoce dell’Aeronautica Militare.
Si accoda al presidente americano anche il premier britannico: carri armati pesanti e sistemi missilistici sì, F-16 no, dice Rishi Sunak che esclude per il momento ogni ipotesi d’invio di jet militari a Kiev.
Intanto l’ex speechwriter di Vladimir Putin, Abbas Gallyamov, dice alla Cnn che un colpo di stato militare sta diventando una possibilità in Russia.
Punti chiave
Parigi 2024: il Cio respinge le “Dichiarazioni diffamatorie” dell’Ucraina sui russi ai giochi
Il Comitato olimpico internazionale (Cio) ha respinto le «dichiarazioni diffamatorie» rilasciate lunedì da alcuni alti funzionari ucraini in cui accusavano l’organismo di essere un «promotore di guerra» se avesse consentito la partecipazione di atleti russi e bielorussi al 2024 Giochi Olimpici a Parigi. «Il Cio rifiuta con la massima fermezza questa e altre dichiarazioni diffamatorie. Non possono servire come base per alcun dibattito costruttivo. Pertanto, il Cio non commenterà ulteriormente su di esse», ha detto alla Cnn un portavoce del Comitato. Per quanto riguarda il dibattito sulla partecipazione degli atleti russi e bielorussi, il Cio ha sottolineato che, in ogni caso, la proposta passa perché gli atleti possano assistere agli eventi sportivi come «neutri» e in nessun caso possano rappresentare «nemmeno il loro Stato né a nessun altro organizzazione nel paese».
Kiev: Mosca prepara grande escalation anche in 2-3 settimane
L’Ucraina si sta preparando a una grande escalation da parte della Russia, forse anche nelle prossime due o tre settimane. A sostenerlo Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina, in un’intervista a Sky News, aggiungendo che i combattimenti più duri devono ancora arrivare e ha affermato che i prossimi mesi saranno cruciali per decidere il corso della guerra. Il funzionario ha esortato gli alleati occidentali a inviare più armi, compresi i jet Typhoon della Royal Air Force dal Regno Unito e aerei da combattimento di altri partner. «La Russia si sta preparando alla massima escalation», ha dichiarato Danilov nell’intervista, non escludendo la possibilità che il presidente russo Vladimir Putin tenti un altro attacco da nord, sud ed est, come avvenuto il 24 febbraio 2022, forse proprio in concomitanza con l’anniversario. «Sappiamo che tutto è sul tavolo… Posso dire che non escludiamo nessuno scenario nelle prossime due o tre settimane». «Abbiamo attraversato un lungo periodo difficile, ma sono consapevole che i combattimenti principali devono ancora arrivare e si svolgeranno quest’anno, entro due o tre mesi. Questi saranno i mesi decisivi della guerra», ha affermato Danilov.
Zelensky: sconfitta della Russia renderà inevitabile la pace
«La sconfitta della Russia renderà inevitabile una pace affidabile e duratura». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso quotidiano citato da Ukrinform. «Le nostre forze di difesa e sicurezza, le autorità statali dell’Ucraina, i nostri partner, tutti insieme dirigiamo i nostri sforzi in modo che la Russia non solo non riesca a fare riconquiste sul campo di battaglia, ma anche che l’occupante perda la sua ultima speranza di aggressione nei suoi tentativi di vendetta», ha dichiarato il leader ucraino.
Zelensky: da summit con Ue attendiamo sviluppi su integrazione
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che questa settimana dovrebbe portare buone notizie per Kiev riguardo ai processi di integrazione europea, mentre il suo governo prepara il summit Ucraina-Ue in programma il 3 febbraio. «Stiamo ultimando i nostri preparativi per il vertice Ucraina-Ue, previsto per questa settimana. In generale, la settimana dovrebbe essere interamente dedicata a questa parola: integrazione europea», ha dichiarato Zelensky su Telegram. «Attendiamo notizie per l’Ucraina. Stiamo aspettando le decisioni dei nostri partner nell’Unione europea, che corrisponderanno al livello raggiunto di interazione tra le nostre istituzioni e l’Ue e ai nostri progressi. Progresso che ovviamente c’è, anche a dispetto di una guerra su vasta scala», ha sottolineato. «Stiamo preparando proposte ucraine per i negoziati con i rappresentanti dell’Ue» e «stiamo preparando nuove riforme in Ucraina».
Sanzioni Usa all’Iran per i droni forniti alla Russia
Gli Stati Uniti hanno sanzionato sette entità iraniane per aver fabbricato droni destinati alla Russia per attaccare l’Ucraina, lo scrive il Kyiv Independent. Le entità sanzionate includono la Design and Manufacturing of Aircraft Engines, Islamic Revolutionary Guard Corps Aerospace Force, Islamic Revolutionary Guard Corps Research and Self-Sufficiency Jihad Organization, Oje Parvaz Mado Nafar Company, Paravar Pars Company, Qods Aviation Industry e Shahed Aviation Industries. Chiunque faccia affari con queste entità deve avere licenze speciali per la fornitura di beni e tecnologie; le licenze per qualsiasi cosa che non sia la fornitura di cibo o medicine saranno negate. Nel corso dell’invasione, la Russia ha iniziato a collaborare più strettamente con l’Iran per avere maggiore accesso ai suoi droni kamikaze, che ha lanciato contro l’Ucraina. I modelli utilizzati dalla Russia comprendono i tipi Shahed 136 e 131.
La Lituania lancia una raccolta fondi per donare un radar: raccolti due milioni in 48 ore
La Radiotelevisione lituana ha lanciato una raccolta fondi per l’acquisto di radar a difesa della popolazione civile in Ucraina. La raccolta fondi – denominata “Radarom!” – durerà quattro settimane e vedrà, tra i vari eventi, un concerto conclusivo il 24 febbraio, primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. Nel corso dei primi due giorni, si è registrata una grande risposta da parte della popolazione che ha donato due milioni di euro.
Ucraina: è stato impedito di fuggire a oltre 13.000 persone da inizio guerra
La guardia di frontiera ucraina ha impedito a più di 13.000 persone di lasciare il paese dall’inizio dell’invasione russa lo scorso anno. «In totale, più di 9.100 persone sono state detenute al confine verde dal 24 febbraio», ha detto il portavoce della polizia di frontiera, Andriy Demchenko, aggiungendo che «la maggior parte è stata arrestata al confine con la Romania e la Moldavia. Ad altre 3.900 persone è stato impedito di attraversare il confine ai valichi ufficiali con documenti falsi. La maggior parte voleva proseguire verso l’Ungheria o la Polonia». Nell’ambito della mobilitazione generale all’inizio della guerra, agli ucraini di età compresa tra i 18 ei 60 anni soggetti al servizio militare è stato vietato di lasciare il paese, salvo poche eccezioni. Secondo quanto riferito dalle guardie di frontiera, alcuni uomini hanno tentato di lasciare il Paese in abiti femminili, altri mostrando documenti finti che avrebbero dovuto comprovare l’esistenza di figli o di mogli oltre il confine. Diversi uomini sono morti congelati nei Carpazi e almeno una dozzina sono annegati nei fiumi, principalmente al confine con la Romania. Non si conosce il numero reale di ucraini che sono riusciti a sfuggire al servizio militare.
Meloni: con Unhcr condivisa la necessità di trovare una strada verso la pace
Nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi hanno condiviso riflessioni sulla necessità di trovare al più presto una strada verso la pace in Ucraina, per porre fine alle sofferenze della popolazione e procedere alla ricostruzione del Paese. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.
L’immagine
Una distribuzione di cibo oggi a Kherson. Alcuni cittadini portano borse con alimenti da condividere con i vicini di diversi villaggi.
Russia rafforza commercio con Cina contro sanzioni
Wsj: ha importato tecnologie cruciali per guerra
La Russia ha rafforzato i suoi legami commerciali con la Cina lo scorso anno per aggirare le sanzioni occidentali. Secondo un rapporto della Free Russia Federation, organizzazione non governativa con base negli Stati Uniti, Mosca ha aumentato le importazioni dalla Cina di tecnologie cruciali per la guerra in Ucraina, inclusi i semiconduttori e i microchip. Pechino ha invece aumentato gli acquisti di beni e prodotti russi, in particolare di energia. «Con gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Gran Bretagna che hanno fatto un passo indietro dalla Russia, la Cina è emersa – con ampio margine – il più importante partner commerciale della Russia», si legge nel rapporto, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.
Media: “Abramovich devolve l’incasso della vendita del Chelsea al fondo di sostegno per Kiev”
Il governo britannico sta aspettando il via libera finale dell’Unione europea per trasferire i 2,3 milioni di sterline frutto della vendita della squadra di calcio del Chelsea, da parte di Roman Abramovich, a un fondo che sostiene l’Ucraina, rende noto il Daily Telegraph. L’oligarca russo sanzionato aveva anticipato già lo scorso marzo che avrebbe devoluto il ricavato della vendita della squadra di calcio agli ucraini, oltre che, aveva precisato allora, anche alle vittime russe della guerra.
Vice ministro Difesa polacco: non stiamo discutendo se inviare gli F-16
«Non stiamo discutendo del trasferimento degli F-16 polacchi». Lo ha scritto su Twitter il vice ministro della Difesa polacco Wojciech Skurkiewicz, smentendo la notizia del possibile invio degli aerei da guerra F-16 polacchi in Ucraina.
La Grecia non invierà carri armati Leopard 2
La Grecia non fornirà carri armati Leopard 2 all’Ucraina. Lo ha annunciato da Tokyo il primo ministro, Kyriakos Mitsotakis, in una intervista a Nikkei Asia.
Russia, Oslo: mantenere contatti per ridurre il rischio escalation nell’Artico
Con la Russia «c’è bisogno di mantenere qualche contatto per minimizzare il rischio di malintesi e di un’escalation non intenzionale nella regione dell’Artico». Lo ha detto la ministra degli Esteri norvegese Anniken Huitfeldt, intervenendo alla conferenza Arctic Frontiers. «Non possiamo cambiare la nostra geografia. La Russia è vicina della Norvegia», ha sottolineato la responsabile della diplomazia di Oslo, assicurando che in questo momento la situazione nel nord «è stabile», anche se «le cose possono cambiare rapidamente». La Norvegia «sta monitorando da vicino l’attività militare» russa nella regione artica, mentre Oslo «aumenta la presenza di difesa» ai confini, «coordinando le attività con gli alleati».
Gli Usa accusano la Russia di non rispettare il New Start, l’ultimo trattato per il controllo delle armi atomiche rimasto tra le due superpotenze nucleari. Rispondendo ad una richiesta del Congresso, il dipartimento di stato ha incolpato Mosca di aver sospeso le ispezioni e cancellato i colloqui ma non le contesta di aver aumentato le testate nucleari oltre i limiti consentiti.
Mosca attacca ancora Crosetto, la propaganda russa alza il tiro
Guido Crosetto sotto attacco della Russia. L’ambasciatore a Roma, Sergey Razov, ha pubblicato oggi su Facebook una lunga lettera aperta indirizzata al ministro della Difesa, in cui mette in dubbio «la sincerità delle sue parole» sulla volontà di ‘non chiudere le porte ai russi’ e in cui fa un lungo elenco delle azioni «unilaterali» con cui l’Italia «ha ridotto le opportunità di dialogo tra i popoli» dei due Paesi. Già sabato Crosetto era stato citato in un post su telegram dal vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, aduso a insulti e attacchi scomposti, nel quale aveva definito il ministro «uno sciocco raro» per aver sostenuto che l’invio di tank a Kiev è un modo per evitare la Terza guerra mondiale. In una nota inviata a stretto giro, Crosetto aveva replicato: «Probabilmente ha ragione Medvedev, noto per la sua saggezza e la sua obiettività, nel definirmi ‘uno sciocco raro’. Ha ‘ragione’ Medvedev perché, nonostante ciò che lui o l’ambasciatore russo in Italia possono cercare di fare, insinuare e premere per farmi cambiare idea, diffondendo fake news sulla Difesa italiana o attacchi personali di bassa lega, io mi ostino a pensare che sia giusto aiutare una nazione aggredita senza alcuna ragione e alcun motivo, come l’Ucraina, a difendere le proprie città, il proprio popolo e la propria esistenza. Sarei stato pronto a farlo anche per il popolo russo, a parti invertite».
Ex mercenario Wagner descrive brutalità in prima linea
Andrei Medvedev, l’ex mercenario del gruppo Wagner che ha disertato e ha chiesto asilo alla Norvegia, in un’intervista esclusiva alla Cnn da Oslo ha raccontato la brutalità alla quale ha assistito in Ucraina. Ha spiegato che i combattenti Wagner venivano spesso mandati in battaglia con poche indicazioni, e il trattamento riservato alle reclute riluttanti era spietato. «Riunivano quelli che non volevano combattere e gli sparavano davanti ai nuovi arrivati», ha rivelato. «Ad esempio, hanno portato due prigionieri che si sono rifiutati di andare a combattere e hanno sparato loro davanti a tutti, poi li hanno seppelliti nelle trincee scavate dalle reclute».
Lukashenko, disposti a offrire maggior aiuto alla Russia
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha dichiarato martedì che il suo Paese è disposto a offrire maggiore assistenza alla Russia, suo stretto alleato, nella guerra contro l’Ucraina. Ma Lukashenko ha sottolineato che la Russia non ha bisogno di “alcun aiuto” in questo momento. Tuttavia, «se i nostri fratelli russi hanno bisogno di aiuto, siamo sempre pronti a offrirlo», ha precisato durante una visita di Stato nella nazione africana meridionale dello Zimbabwe, anch’essa vicina alla Russia
Nyt, Paesi vicini aiutano Russia; sanzioni quasi senza effetto
Le sanzioni contro la Russia non stanno avendo effetto e gli scambi commerciali esteri di Mosca sono quasi ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina, grazie soprattutto al fatto che i Paesi vicini fungono da piattaforma per l’ingresso e l’uscita di molti prodotti. Lo scrive il New York Times, spiegando che la Russia ha smesso di pubblicare i dati del suo commercio estero dopo l’invasione dell’Ucraina, ma un’analisi dei dati dei Paesi vicini alla Russia mostra che stanno fornendo a Mosca molte delle merci colpite dalle sanzioni. Inoltre, prosegue il quotidiano newyorkese, Mosca sta approfittando dell’alleanza o della neutralita’ di Paesi che non applicano le sanzioni per dirottare gran parte del suo commercio. I due indicatori che dimostrano, secondo il New York Times, che le sanzioni non stanno dando frutti sono la stabilita’ del rublo e i dati del Fondo monetario internazionale, secondo cui l’economia russa crescera’ quest’anno dello 0,3%, ben al di sopra della contrazione del -2,3% della previsione precedente. (
Kiev: bombe russe sulle case a Bakhmut, due morti. C’è anche un 12enne
«Le forze armate russe hanno sparato su un’area residenziale della città di Bakhmut con cannoni d’artiglieria. Il bombardamento ha ucciso un uomo e un ragazzo di 12 anni». Lo riferisce l’ufficio stampa della Procura generale ucraina, come riporta Ukrinform. Cinque cittadini sono invece rimasti feriti.
Mosca annuncia la visita Xi Jinping, ma non c’è la conferma di Pechino
Il presidente cinese Xi Jinping visiterà la Russia. Lo riferisce il South China Morning Post, citando una nota del ministero degli Esteri russo sul “grande evento” nell’agenda bilaterale dei due Paesi. Ma da Pechino non è arrivata ancora nessuna conferma.
Mattarella: “Aiuti militari a Kiev per far cessare la guerra”
«Il sostegno politico, economico e militare all’Ucraina e le sanzioni alla Russia sono funzionali a far cessare la guerra, non ad alimentarla». Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale Katalin Novák, Presidente di Ungheria, in visita ufficiale in Italia. Oltre al l’invasione russa dell’Ucraina e delle conseguenze politiche, economiche e umanitarie, i temi di discussione dell’incontro sono stati i rapporti bilaterali, il futuro dell’Ue e le relazioni con gli Usa, le migrazioni, i Balcani occidentali e la persecuzione dei cristiani nel mondo.
L’ex membro del gruppo Wagner in Norvegia si scusa con gli ucraini
L’ex membro del gruppo Wagner che ha chiesto asilo in Norvegia, Andrey Medvedev, si è scusato con gli ucraini che vivono nel Paese scandinavo, che hanno criticato la sua presenza nel Paese. «Per voi sono una canaglia, ma vi chiedo solo di tenere conto del fatto che me ne sono reso conto, anche se in ritardo, e ho parlato contro tutto questo», ha detto Andrey Medvedev in un estratto della sua intervista all’emittente norvegese NRK, che è stata pubblicata online oggi. “Vi chiedo di non condannarmi e in ogni caso mi scuso», ha aggiunto. Medvedev, che ha detto di temere per la sua vita se dovesse tornare in Russia, vive in un centro per richiedenti asilo a Osla frontiera con la Norvegia, che ha un confine con la Russia lungo 198 chilometri. Ha dichiarato di aver lasciato il Gruppo Wagner dopo che il suo contratto è stato esteso oltre la scadenza di luglio-novembre senza il suo consenso e si è detto disposto a testimoniare su eventuali crimini di guerra di cui è stato testimone, ma ha negato di avervi partecipato in prima persona. In precedenza aveva dichiarato al gruppo di dissidenti russi Gulagu.net di essere pronto a raccontare tutto ciò che sa sulla società militare privata e sul suo proprietario, Yevgeny Prigozhin, milionario legato al presidente russo Vladimir Putin. Il Servizio nazionale norvegese di investigazione criminale, che partecipa alle indagini sui crimini di guerra in Ucraina, ha dichiarato che sta interrogando Medvedev che «ha lo status di testimone».
Kuleba: riceveremo 120-140 tank nel 1° round delle consegne
L’Ucraina si aspetta di ricevere fra 120 e 140 carri armati in una «prima ondata» di consegne da parte di 12 Paesi occidentali. Lo ha riferito il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, parlando in un briefing online, e lo riporta il Guardian. «La tank coalition ha ora 12 membri. Posso dire che nella prima ondata di contributi, le forze armate ucraine riceveranno tra 120 e 140 carri armati di modello occidentale», ha detto Kuleba. La scorsa settimana un gruppo di Paesi occidentali si è impegnato a fornire all’Ucraina carri armati da combattimento principali di moderna concezione, dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato che forniranno a Kiev carri armati M1 Abrams e la Germania ha confermato l’invio di carri armati Leopard 2. Paesi come Polonia e Finlandia hanno già dichiarato pubblicamente di essere disposti a fornire un certo numero di carri armati Leopard 2 all’Ucraina. Anche Spagna, Olanda e Danimarca si sono detti disponibili a inviare i loro carri armati di fabbricazione tedesca.
Il procuratore russo: a casa 9mila mobilitati erroneamente
Oltre 9.000 cittadini mobilitati erroneamente, compresi quelli in cattive condizioni di salute, sono stati riportati a casa in seguito a controlli di sorveglianza: lo ha dichiarato il procuratore generale russo Igor Krasnov, come riporta Interfax. «Gli sforzi degli organi di controllo hanno riportato a casa più di 9.000 persone mobilitate erroneamente, comprese quelle che non avrebbero mai dovuto essere mobilitate per motivi di salute», ha dichiarato Krasnov durante un incontro con il presidente Vladimir Putin.
Kyiv: abbiamo bisogno di almeno 200 caccia occidentali
L’Ucraina ha bisogno di almeno 200 caccia occidentali per proteggere i suo cieli, in sostituzione degli attuali velivoli sovietici di vario tipo che sono ormai obsoleti: lo ha detto il portavoce dell’Aeronautica Militare ucraina, Yuriy Ignat, in commenti ai media internazionali. «Al momento, l’F-16 è il candidato più probabile per sostituire il vecchio aereo sovietico», ha sottolineato l’ufficiale. Ignat ha affermato che l’Ucraina ha bisogno di copertura aerea sia in tempo di guerra, sia in tempo di pace. E ha spiegato che attualmente la flotta aerea russa è concentrata in circa 170 aeroporti tra Russia, Bielorussia e territori occupati. Ma soprattutto è 5-6 volte più grande di quella ucraina in termini di numero di velivoli da combattimento. «Inoltre, siamo inferiori nella tecnologia. Pertanto, vi è una seria necessità. È necessario creare fino a cinque brigate di aviazione tattica con un tipo di velivolo multiuso in stile occidentale», ha precisato l’esponente ucraino.
Stoltenberg: “Guerra oggi in Europa, domani forse in Asia”
«Pechino osserva con attenzione cosa sta accadendo oggi in Ucraina e questo potrà influenzare le sue decisioni future: ciò che accade oggi in Europa potrà accadere domani in Asia». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso del suo punto stampa con il premier giapponese Fumio Kishida. Giappone e Nato concordano che la sicurezza nell’area transatlantica e dell’indopacifico è «interconnessa» e che la guerra in Ucraina non è una sfida «solo europea». «La Cina non è un nostro avversario ma bullizza i suoi vicini e minaccia Taiwan, dunque dobbiamo capire e gestire questa sfida», ha aggiunto.
Mosca annuncia la visita di Xi Jinping in primavera
Mosca guarda sempre più a Pechino, per controbilanciare l’effetto negativo, ormai molto forte, delle sanzioni occidentali. Ma così facendo rischia di porsi sempre più come una specie di junior partener dell’amico cinese, che può peraltro disporre a piacimento di questa “amicizia”, senza ovviamente coinvolgersi nel teatro militare. Di certo, ora abbiamo una data: è atteso che il presidente cinese, Xi Jinping, si recherà in Russia in primavera. È quanto ha annunciato il ministero degli Esteri russo, che ha affermato che si tratterà di un evento centrale nelle relazioni fra Russia e Cina nel 2023. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass. «Nel prossimo anno, attraverso sforzi congiunti, la Russia e la Cina saranno in grado di rafforzare e far progredire ulteriormente i legami bilaterali. Come sapete, il presidente russo Vladimir Putin ha invitato il leader cinese Xi Jinping a compiere una visita di Stato nella Federazione Russa in primavera. Riteniamo che questo diventerà un evento centrale nelle relazioni bilaterali nel 2023», ha dichiarato il ministero degli Esteri russo rispondendo alle domande dei media ricevute durante la conferenza stampa sui risultati delle attività della diplomazia russa nel 2022. Il South China Morning Post scrive che il viaggio di Xi in Russia è atteso intorno all’anniversario dell’invasione dell’Ucraina. Putin aveva invitato Xi durante una videochiamata di fine anno fra i due avvenuta a dicembre. Pechino non ha ancora confermato il viaggio di Xi.
Gas, ai minimi storici l’export di Gazprom verso l’Europa attraverso l’Ucraina
Le esportazioni di gas verso l’Europa attraverso l’Ucraina hanno toccato il minimo storico a gennaio. Lo ha reso noto Gazprom, dicendo che l’export ha raggiunto il minimo storico di 951,4 milioni di metri cubi di gas nei primi 30 giorni di gennaio. Lo riporta il quotidiano economico russo Vedomosti, citando i dati di Gazprom. Durante la seconda metà del 2022, scrive Vedomosti, Gazprom ha spedito quotidianamente tra i 41 e i 43 milioni di metri cubi attraverso l’Ucraina. Dal 5 gennaio i volumi giornalieri sono diminuiti drasticamente, con solo 24,4 milioni di metri cubi spediti giornalmente entro il 19 gennaio.
L’ex speechwriter di Putin Gallyamov: un golpe comincia a diventare possibile
«In questo momento, penso che un colpo di stato militare possa essere possibile’». Sono le parole di Abbas Gallyamov, l’ex speechwriter del presidente russo Vladimir Putin, che nel corso di una intervista alla Cnn parla del numero dei soldati russi che hanno perso la vita in Ucraina e delle difficili condizioni di vita dovute dalle sanzioni come condizioni favorevoli a un golpe militare. Ora analista politico, Gallyamov ritiene che il colpo di stato potrebbe verificarsi nei prossimi dodici mesi. «L’economia russa sta peggiorando.. La guerra è persa. Ci sono sempre più cadaveri che tornano in Russia, quindi i russi incontreranno maggiori difficoltà e cercheranno di trovare una spiegazione del perché tutto questo sta accadendo. Si risponderanno da soli: “Beh, questo è perché il nostro paese è governato da un vecchio tiranno, un vecchio dittatore”», ha detto Gallyamov riferendosi a Putin. Secondo l’analista, «tempo un anno, un colpo di stato diventa una possibilità reale» perché ‘«c’è un presidente impopolare davvero odiato a capo del paese e la guerra è davvero impopolare, e hanno bisogno di spargere sangue per questo’». Possibile, aggiunge, che Putin annulli le elezioni presidenziali previste per il marzo del prossimo anno. ‘«A giudicare dalle sue azioni, potrebbe davvero annullare le elezioni. Senza vittoria sull’Ucraina, dovrà affrontare i russi in difficoltà. I russi non hanno bisogno di lui se non è forte. Potrebbe davvero dichiarare la legge marziale e annullare le elezioni», ha detto Gallyamov.
Il ministro della Difesa ucraino a Parigi, chiederà i jet a Macron
Il ministro della Difesa ucraino sarà oggi a Parigi per incontrare Emmanuel Macron. Il tema è la richiesta ucraina di fornire jet da combattimento per la guerra contro la Russia, dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha escluso la fornitura di F-16.
Lula propone gruppo di Paesi per mediare la pace
Il presidente del Brasile, Luiz Ina’cio Lula da Silva, nel suo incontro con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha proposto la creazione di un gruppo di Paesi che possa mediare un accordo di pace tra Russia e Ucraina. «Ho detto al cancelliere che, così come il G20 è stato creato per superare la crisi economica del 2008, noi vogliamo creare un gruppo di Paesi che possa discutere la fine di un conflitto tra Russia e Ucraina. Nessuno è interessato a questo conflitto», ha dichiarato il leader brasiliano che ha riconosciuto gli sforzi compiuti dalla Germania e da altri Paesi per evitare la guerra, ma che la situazione è arrivata a un punto tale che anche i due rivali sono preoccupati e non vedono la possibilità di un accordo di pace.
Johnson: Putin ha aperto la strada a Kiev nella Nato
«Bene, abbiamo provato l’ambiguità creativa e abbiamo visto dove ci ha portato. Per decenni abbiamo usato un doppio linguaggio diplomatico in materia di Nato e Ucraina, ed è finito in un disastro totale», non usa mezzi termini Boris Johnson in un editoriale sul Washington Post in cui spiega perché, ora, «agli ucraini dovrebbe essere dato tutto ciò di cui hanno bisogno per finire questa guerra, il più rapidamente possibile, e dovremmo iniziare il processo di ammissione dell’Ucraina alla Nato, e iniziarlo ora». «Abbiamo passato anni a dire agli ucraini che abbiamo una politica della «porta aperta» nella Nato e che hanno il diritto di «scegliere il proprio destino» e che la Russia non dovrebbe essere in grado di esercitare un veto. E per tutto quel tempo abbiamo apertamente segnalato a Mosca che l’Ucraina non aderirà mai all’alleanza, perché così tanti membri della Nato eserciteranno semplicemente il proprio veto. In linea di principio sì; in pratica no. Questo è stato il messaggio. «E qual è il risultato di tutto questo succhiare e soffiare insieme? Che cosa abbiamo ottenuto parlando dolcemente da entrambi i lati della bocca? Il risultato è la peggiore guerra in Europa da 80 anni. Il presidente russo Vladimir Putin ha distrutto innumerevoli vite, case, speranze e sogni. Ha anche distrutto la minima ragione per simpatizzare con lui o per assecondarlo nella sua paranoia».
Se prima del 2014 sull’adesione alla Nato gli ucraini erano divisi, «guarda ora i numeri. Il sostegno all’adesione alla Nato, in Ucraina, è ora stratosferico: l’83% , secondo un recente sondaggio». E «guarda cosa è successo quando abbiamo fatto di tutto per non provocare Putin. Lo abbiamo addolcito al vertice Nato di Bucarest nel 2008. Gli ucraini volevano un piano d’azione per l’adesione alla Nato (MAP). Hanno ricevuto alcune parole calorose sull’eventuale adesione alla Nato, ma nessuna MAP. Putin ha partecipato a quel vertice e si è dichiarato soddisfatto del risultato. «Cosa ha fatto dopo? Nel 2014 ha invaso il Donbass e la Crimea, con la sua caratteristica combinazione di sfacciate bugie e brutalità. Invece di punirlo adeguatamente, abbiamo risposto con una vile politica di pacificazione. «Lungi dall’aiutare gli ucraini a sfrattarlo dal loro paese, abbiamo istituito il tragicomico ‘Formato Normandia‘, in base al quale Russia e Ucraina sono state trattate come se fossero ugualmente colpevoli, quando la Russia era chiaramente l’aggressore e l’Ucraina la vittima. Da allora, l’adesione alla Nato è stata teoricamente all’ordine del giorno, ma tutti sapevano che semplicemente non sarebbe successo, o almeno non durante la vita politica di nessuno intorno al tavolo. Quindi, gli ucraini hanno avuto il peggio di entrambi i mondi». L’ex premier britannico spiega che «Putin non ha invaso perché pensava che l’Ucraina avrebbe aderito alla Nato. Ha sempre saputo che era incredibilmente improbabile. Ha attaccato l’Ucraina perché credeva – con abbondanti prove – che non fossimo seriamente intenzionati a proteggere l’Ucraina. Attaccò perché voleva ricostruire il vecchio impero sovietico e perché credeva, scioccamente, che avrebbe vinto. Se fossimo stati abbastanza coraggiosi e coerenti da portare l’Ucraina nella Nato – se avessimo davvero pensato quello che abbiamo detto – allora questa totale catastrofe sarebbe stata evitata».