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Giornata della Memoria, il Liceo Cassini di Sanremo ricorda le vittime del nazifascismo – Riviera24

Sanremo. Un incontro davvero emozionante oggi nell’Aula Magna del Liceo G.D. Cassini con lo storico Costantino Di Sante e il giornalista Daniele La Corte in occasione della Giornata della Memoria. Un minuto di silenzio nella sala per ricordare le vittime del Nazismo: così ha avuto inizio l’incontro per la presentazione del libro del dottor Di Sante “Criminali del campo di concentramento di Bolzano” introdotta dal saluto da parte dell’associazione Aned, dagli interventi dell’assessore Silvana Ormea e della dirigente scolastica Mara Ferrero.

La lettura della poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo” ha preparato gli animi al racconto delle realtà del Lager di Bolzano, utilizzato prima come campo di rieducazione al lavoro e nel 1944 divenuto campo di transito e di polizia. In genere, quando si parla di lager, si pensa a Dachau, Auschwitz, Ravensbruch, Mauthausen e non all’Italia, che invece ne vanta alcuni ben organizzati come quello di Fossolo-Carpi e di Bolzano.

L’esistenza di campi di lavoro non solo in territorio nazista, ma anche in Italia è un fenomeno di “apartheid” che inizia con le leggi razziali nel 1938 e che porta alla deportazione di più di 25 mila oppositori politici. Il professore ha così raccontato in breve la storia del lager di Bolzano e illustrato diverse testimonianze della vita dei detenuti e dell’organizzazione al suo interno. Ha presentato poi le figure di alcuni aguzzini delle SS come l’italiano Albino Cologna, l’ucraino Otto Sain e la “tigre” Hilde Lachert, che era il terrore delle donne. Molto curiosa è stata la presentazione delle attività di svago dei carnefici, che si dilettavano nella lettura della “rivista “ goliardico-satirica Bierzeitung, corredata da disegni che prendevano in giro i principali responsabili del campo.

Le parole dello storico hanno offerto a tutti i partecipanti la possibilità di riflettere attentamente su un concetto a cui spesso non viene dato valore sufficiente: la memoria. Lo stesso Daniele La Corte nella sua introduzione al saggio ha utilizzato l’espressione “non portare la storia all’oblio”, perché i fatti vanno conosciuti uno per uno, perché non si verifichi nuovamente quanto accaduto e le parole di Levi “insieme col segno impresso sulla carne, la mala novella di quanto,ad Auschwitz ( e non solo n.d.r.) è bastato animo all’uomo di fare all’uomo” sia un monito che riecheggi forte e chiaro nelle menti di tutti e sempre. E per citare ancora Se questo è un uomo, Primo Levi scrive anche che “la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo…” e che se non possiamo capire, almeno dobbiamo ricordare. Così nasce l’esortazione rivolta a tutti, giovani e adulti, cittadini e cittadine, docenti e studenti, a “riempire di fatti e di testimonianze – come il libro Criminali ci insegna – tutti i vuoti della memoria che si sfolla perché ciò che è successo ci ha riguardato e ci riguarda tutti”. Per questo motivo si può affermare che distruggere l’uomo è difficile, ma in queste circostanze qualcuno è riuscito, privando altri esseri umani di ogni diritto, anche dell’identità e del ricordo, così, una volta uccisa la loro dimensione umana, dei deportati non rimaneva nulla, erano solo “pezzi”.

L’incontro si è concluso quindi con la magnifica musica della Macia funebre di Chopin eseguita al pianoforte dal maestro Paolo Flora, tra la commozione del pubblico.

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