Meta, come Twitter, ha riabilitato i profili dell’ex presidente, impegnato ancora una volta nella corsa alla Casa Bianca. Ma il profilo di Trump sarà sottoposto a regole particolari: Meta ha la possibilità di impedire la diffusione di ogni post, arrivando anche a nasconderli.
Tenendo fede a quanto comunicato il 25 gennaio, Meta ha riabilitato il profilo di Donald Trump su Facebook e Instagram. Ma l’attenzione su quanto postato dall’ex presidente – ed attuale candidato alla Casa Bianca per la terza volta – rimarrà alta.
Oltre alle normali regole di condotta previste per ogni iscritto, mister Trump – come lo chiama il dirigente di Meta ed ex politico inglese Nick Clegg – dovrà sottostare ad una lunga serie di misure di sicurezza personalizzate.
Alla prima infrazione, infatti, il profilo sarà di nuovo chiuso. Meta potrà poi, a sua discrezione, limitare la visualizzazione dei post di Donald Trump, non mostrandoli nei feed degli utenti che lo seguono e rendendoli “invisibili” anche nella pagina personale del politico. Sempre a sua discrezione, potrà bloccare ogni condivisione di un post dell’ex presidente da parte di altri utenti.
In caso di post controversi ma non palesemente scorretti, Facebook potrà inoltre decidere di impedirne la visualizzazione nel feed dei suoi follower, ma di lasciare il post visibile nella pagina di Trump.
Donald Trump è stato bannato dai maggiori social network il 7 gennaio 2021, dopo i fatti di Capitol Hill
Donald Trump è stato bloccato da Facebook e Instagram – ma anche da Twitter e Snapchat – a gennaio del 2021, a poche ore dall’assalto al Campidoglio dei suoi sostenitori, decisi ad impedire la proclamazione di Joe Biden come presidente degli Stati Uniti. In quell’occasione Facebook aveva rimosso un suo video in cui invitata gli assaltatori a tornare a casa, rilanciando però ancora una volta la teoria del complotto sui brogli elettorali.
Il video, insieme alla condivisione di un gran numero di contenuti provenienti dal gruppo politico di estrema destra Qanon, aveva portato ad un primo ban temporaneo. Ban che, dopo qualche ora, si era trasformato poi in definitivo.
La risposta al ban dell’ex presidente era stata quella di creare una propria piattaforma di micro-blogging, molto simile a Twitter, chiamata TRUTH. Piattaforma che attraverso varie vicissitudini è poi sbarcata sia su iOS che su Android, senza però far registrare numeri di rilievo.
Da sottolineare, in chiusura, che Donald Trump ha quello che potremmo chiamare un “contratto di esclusiva” con TRUTH. In base a questo accordo, ogni comunicazione social dell’ex presidente deve passare prima da questa piattaforma, e solo sei ore dopo può essere rilanciata su Twitter e, dopo lo sblocco, su Facebook e Instagram.
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