12 Gen 2023 0:01 – di Redazione
Casa Iozzia
Via De La Quercia, 15 – 01030 Vitorchiano – Viterbo
Tel. 0761/373441
Sito Internet: www.casaiozzia.it
Tipologia: tradizionale con spunti creativi
Prezzi: antipasti 25€, primi 30€, secondi 35€, dolci 15€, menù degustazione 80/120€
Chiusura: Lunedì e Martedì; da Mercoledì a Venerdì a pranzo
OFFERTA
Siciliano d’origine, Lorenzo Iozzia guida da alcuni anni questo bel ristorante della Tuscia, dove propone una cucina creativa in cui le tradizioni culinarie della sua terra si fondono con gli ottimi ingredienti del territorio, in primis nocciole viterbesi utilizzate sia in preparazioni dolci che salate. Oltre alla scelta à la carte, sono presenti dei menù degustazione che consentono un’ampia panoramica sull’intera proposta: “i classici di Casa Iozzia” (7 portate a 90€) e “i percorsi in mano allo chef” con la possibilità di scegliere tra 6, 8 e 10 piatti, rispettivamente a 80, 100 e 120 euro. Stuzzicante l’avvio con un piccolo benvenuto da parte dello chef a base di spumante ottenuto da uve Nerello Mascalese vinificate in bianco che accompagnava un panino con impasto di carbone vegetale ripieno di tartare di tonno e lime, una chips ripiena di crema di cipolla e un pezzetto di triglia affumicata con due mini arancini di riso. È stata poi la volta del pane e dei grissini, con questi ultimi stesi a mano al profumo di agrumi, sfoglie al sesamo e gambero rosso, un panino con farina grezza, uno “sfincione” tipico siciliano al pomodoro e cipolle e, infine, un panino con uva passa, nocciole e mandorle, il tutto servito con burro di Normandia leggermente salato e origano. Tra gli antipasti scelti abbiamo assaggiato le ottime capesante adagiate su una rivisitazione di una zuppa estiva siciliana a base di patate e tenerume, decorata da una crema verde a base di foglie di zucchine; più deciso il gusto dell’incastagnato, un pesce spatola panato e scottato in padella, croccante all’esterno e morbido all’interno, adagiato su una salsa di cipolle e accompagnato da un crumble di nocciole e uva sultanina, il tutto condito con un olio EVO condensato, trasformato in una sorta di granella bianca impalpabile. Convincenti i ravioli che evocano in due espressioni differenti il mare: due mezze lune di sfoglia verde farcite con il cefalo e il plancton, accompagnate all’esterno da uova di luccio, e due ravioli tondi ripieni di triglia conditi con un ragù di patelle e salicornia. Meno riuscita è stata la rivisitazione degli spaghetti con le sarde, il cui colore scuro è stato dato dall’aglio di Voghera fermentato, condito con uvetta, pinoli e ciuffi di barba di finocchio selvatico, in cui non c’era il giusto amalgama degli ingredienti. Il secondo è stato un cefalo scottato accompagnato da un gel di limone e da una barchetta di canna di bambù riempita di crema di parmigiano e pane grattugiato decorato da una spuma bianca di birra dalla consistenza spugnosa, a ricordare la canna da pesca con cui in Sicilia lo chef pescava. Una pallina di granita di mandorle e brioche col “tuppo” ha preceduto il dolce “cioccolato con l’intruso”: diverse consistenze a base di cioccolato servite nel piatto, a partire dalla mousse al latte che guarniva la ganache di cioccolato fondente, una pralina di mandole e cioccolato, una spugna di cioccolato fondente, il cui intruso era una quenelle di gelato di frutto della passione aromatizzato da foglioline di menta. Un caffè di buona estrazione ha concluso il pasto insieme alla piccola pasticceria.
AMBIENTE
Incastonato all’interno di un grande parco, con accanto l’osteria meno ricercata, ma facente parte della stessa proprietà, la sala del ristorante gourmet comprende sei tavoli di legno chiaro apparecchiati senza tovaglie ma con la giusta mise en place.
SERVIZIO
Competente e disponibile.
Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2022 – www.lapecoranera.net