Oggi ha voluto smorzare le tensioni, ma il messaggio di irritazione è arrivato forte e chiaro. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura ma soprattutto cognato e uomo di fiducia della premier Giorgia Meloni, ha voluto mettere nero su bianco una dura replica agli alleati per come hanno gestito il primo vero momento di difficoltà del governo, con l’aumento dei prezzi della benzina. Il destinatario è in primis Forza Italia, che Lollobrigida accusa perfino di scarsa lealtà: “Non vedo logica nel governare insieme, partecipare alle riunioni di maggioranza, votare un provvedimento e poi contestarne i contenuti tramite giornali e tv – dice in un’intervista al Corriere della Sera – E quando non c’è logica, non volendo mettere in discussione l’intelligenza degli alleati, si rischia di dover mettere in discussione la lealtà dei comportamenti”. Attacchi diretti che sono una risposta ai tanti brusii dei berlusconiani, in particolare dei capigruppo Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, che si sono discostati dalla scelta di non tagliare le accise. Una decisione che lo stesso Silvio Berlusconi, in una ricostruzione mai smentita, ha definito “il primo errore della signora Meloni”.
Come detto, Lollobrigida a Milano per la kermesse di Fdi davanti alle telecamere ha toni molto più pacati e nega “tensioni” con Forza Italia, seppure sottolineando che “l’obiettivo non dev’essere rafforzare questo o quel partito”. Il punto è proprio questo. Lollobrigida al Corriere parla di fatto di un tradimento degli alleati: “La scelta sulle accise è stata corale, di tutta la maggioranza”, dice il braccio destro di Meloni, “trovo anomalo approvare una soluzione e poi contestarla sui giornali”. Il ministro difende la decisione del governo sulle accise, ma aggiunge: “Se pure fosse stato un errore, sarebbe stato fatto da tutta la maggioranza. La premier non ha preso questa scelta in autonomia. E se FI riteneva prioritario l’intervento sui carburanti doveva dire dove prendere le risorse“.
L’irritazione emerge chiaramente anche quando Lollobrigida dichiara: “Se qualcuno nella maggioranza trova i soldi per tagliare le accise noi siamo ben contenti di ricevere indirizzi così arguti“. Il ministro non fa nomi, non accusa direttamente nemmeno Ronzulli. Ma glissa anche sul silenzio della Lega, perché se Berlusconi ha attaccato è vero che Matteo Salvini non ha difeso Meloni: “Io questa tempesta non l’ho vista, a parte qualche dichiarazione fuori luogo“, dice.
Per Forza Italia, sulla stessa pagine, arriva la replica di Alessandro Cattaneo, capogruppo di Fi alla Camera: “Non siamo leali, siamo lealissimi. La presidente Meloni sa che Forza Italia è un partito serio, che fa squadra, abituato a governare da 25 anni. Questo non significa che non abbiamo le nostre idee e che non continueremo a fare sentire il nostro peso nella coalizione”. E sulla vicenda delle accise, aggiunge Cattaneo, “siamo stati trasparenti fin dall’inizio. La questione non nasce da un’intemperanza di Forza Italia. Poi se chiedono come la pensiamo non ci nascondiamo“. “Noi – insiste l’esponente azzurro – dobbiamo ribaltare la narrazione di queste ore: la scelta del governo è stata quella giusta. A novembre le bollette erano alle stelle, mentre la benzina scendeva. A quel punto abbiamo deciso di concentrare il maggiore sforzo economico sulle prime, in modo da aiutare famiglie e imprese. Una scelta che rivendico e che rifarei”. “L’Esecutivo Meloni ha iniziato bene non dando alcuna possibilità all’opposizione di colpire. Ecco, la questione accise è stata per il centrosinistra e per i 5 Stelle un’occasione ghiotta di fare un pò di speculazione. Si tratta di una speculazione politica”, sottolinea Cattaneo. Che però conclude con una frecciatina: “Come, del resto, lo era in campagna elettorale quando qualcuno della nostra coalizione parlava di accise a sproposito“.
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