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Brasile, 400 arresti. La Corte Suprema ai social: “Stop alla propaganda golpista”. Von der Leyen: “Pieno sostegno a Lula”

Il giudice della Corte Suprema Federale Alexandre de Moraes ha ordinato la rimozione del governatore del Distretto federale di Brasilia Ibaneis Rocha per un periodo di 90 giorni. La decisione è arrivata dopo l’invasione degli edifici del Congresso, del Tribunale federale e del Palácio do Planalto, sede della Presidenza della Repubblica del Brasile. Lo riportano i media brasiliani. Lula convoca oggi una riunione di emergenza.

Con sinistri echi che rimandano all’assalto al Congresso di Washington del 6 gennaio 2021, a Brasilia è andato in scena qualcosa di molto simile: migliaia di sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro (circa 10-15 mila persone, dicono fonti oculari), scontrandosi con la polizia, hanno invaso il palazzo del Congresso nazionale, nella capitale brasiliana. Sono stati presi d’assalto anche altri palazzi delle istituzioni del Paese, come la Corte Suprema, il Palazzo Planalto (sede del governo) e quello del Tribunale supremo federale.

Rutte: “In Brasile violenza inaccettabile”

«Ho guardato con sgomento le immagini dell’assalto agli edifici governativi a Brasilia. È una violenza inaccettabile contro le istituzioni che costituiscono il nucleo di uno stato democratico governato dallo stato di diritto. Sosteniamo Lula come presidente democraticamente eletto del Brasile». Così su Twitter il premier olandese, Mark Rutte.

Gentiloni: “Impressionanti analogie con Capitol Hill”

«Analogie impressionanti tra gli assalti al Parlamento brasiliano e al Congresso americano. La democrazia è sotto attacco ma è più forte dei suoi nemici. Le risposte alla guerra di Putin e alla pandemia lo confermano». Lo scrive in un tweet il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

La Cina “si oppone fermamente all’attacco violento”

La Cina «si oppone fermamente al violento attacco» ai luoghi del potere in Brasile, presi d’assalto dai sostenitori dell’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, lo ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri cinese. «La Cina segue da vicino e si oppone fermamente al violento attacco alle autorità federali in Brasile dell’8 gennaio», ha detto il portavoce Wang Wenbin durante un briefing con la stampa. Pechino «sostiene le misure adottate dal governo brasiliano per calmare la situazione, ripristinare l’ordine sociale e preservare la stabilità nazionale».

Spagna: gli estremismi maggior minaccia per la democrazia

Le «notizie in arrivo dal Brasile», relative a un’irruzione di bolsonaristi in sedi istituzionali del Paese, «ricordano qual è la maggior minaccia per la democrazia, la pace e la prosperità nel mondo, da nord a sud e da est a ovest: il risorgimento di movimenti estremisti disposti a travolgere tutto». È quanto sostenuto dal premier spagnolo, Pedro Sánchez, nel corso dell’inaugurazione della VII conferenza degli ambasciatori del Paese iberico. Sánchez ha sottolineato che i «metodi» di questi gruppi «sono replicati millimetricamente in tutti i Paesi in cui sono presenti» e sono basati sul coniugare «l’uso sistematico della menzogna», il «ricorso all’insulto e alla violenza verbale» e «un attacco alle istituzioni democratiche».

Video

Brasile, l’esercito protegge i bolsonaristi riparati davanti il Comando generale e blocca la polizia

La condanna turca: rispettare l’esito elettorale

«Condanniamo gli atti di violenza contro il governo guidato dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva, il Congresso e la Corte Costituzionale in Brasile». Lo ha fatto sapere il ministero degli Esteri di Ankara in un comunicato che afferma come sia «importante rispettare i risultati delle elezioni e il processo democratico che riflette la volontà del popolo nel Paese».

Guterres (Onu): “Condanno l’assalto alle istituzioni democratiche”

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha condannato l’assalto odierno alle istituzioni democratiche brasiliane. «La volontà del popolo brasiliano e le istituzioni del Paese devono essere rispettate. Il Brasile è un grande paese democratico», ha scritto su Twitter.

Le autorità indagano su chi ha guidato le rivolte a Brasilia

Le autorità brasiliane hanno iniziato a indagare sul peggior attacco alle istituzioni del Paese da quando la democrazia è stata ripristinata quattro decenni fa, con il presidente Luiz Inacio Lula da Silva che ha promesso di assicurare alla giustizia i responsabili della rivolta. Lo riporta il sito dell’agenzia Reuters.

La Corte Suprema ordina ai sociale di bloccare la propaganda golpista

Il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha ordinato alle piattaforme di social media Facebook, Twitter e TikTok di bloccare la propaganda golpista in Brasile. Lo riportano i media brasiliani.

Scholz: “L’attacco alla democrazia che non può essere tollerato”

«Arrivano brutte immagini dal Brasile. I violenti attacchi alle istituzioni democratiche sono un attacco alla democrazia che non può essere tollerato. Siamo vicini al presidente Lula e ai brasiliani». Lo scrive su Twitter il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Da von der Leyen ferma condanna per l’assalto alla democrazia

«Condanno fermamente l’assalto alla democrazia in Brasile. È una grande preoccupazione per tutti noi, difensori della democrazia. Il mio pieno sostegno al Presidente Lula, che è stato eletto in modo libero e correttamente». Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Rischio proteste, Petrobras rafforza sicurezza alle raffinerie

La compagnia nazionale brasiliana di petrolio e gas, Petrobras, ha rafforzato la sicurezza nelle sue raffinerie a seguito di segnalazioni di possibili proteste che hanno bloccato le strade di accesso. Lo ha annunciato il senatore Jean-Paul Prates, da pochi giorni nominato a capo dell’azienda al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva.

Bloccate le autostrade in diversi stati, Mato Grosso è il più colpito

In Brasile i manifestanti golpisti nella notte hanno bloccato autostrade e strade federali in almeno quattro stati. Lo stato del Mato Grosso è il più colpito dalle proteste dei sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro. Lo riporta il sito online di Folha de S.Paulo.

Brasile, il ministro della Giustizia: “Molti arrestati, altri lo saranno”

In Brasile, il ministro della Giustizia, Flavio Dino, ha annunciato sono già stati emessi nuovi mandati di arresto in relazione all’assalto ai palazzi del potere, a Brasilia, domenica pomeriggio. Secondo il ministro, le indagini prendono di mira sia chi ha partecipato agli atti sia anche chi li ha finanziati. «È tempo di un’ampia unità nazionale in difesa della Costituzione e delle leggi», ha aggiunto Dino. Il ministro ha anche assicurato che il governo ha «tutte le targhe degli autobus che hanno portato i criminali a Brasilia». «Molti sono stati arrestati e altri lo saranno», ha aggiunto.

I bolsonaristi hanno rubato armi da fuoco nel palazzo presidenziale di Planalto

I bolsonaristi che domenica hanno preso d’assalto i palazzi del potere, a Brasilia, hanno rubato armi da fuoco conservate nel gabinetto di sicurezza istituzionale, nel palazzo presidenziale di Planalto. Il ministro delle Comunicazioni sociali, Paulo Pimenta, ha mostrato in un video due casse di armi da fuoco vuote, sopra un divano parzialmente bruciato. Il vice Wadih Damous, che ha accompagnato il ministro nel tour, ha sottolineato che i ladri «avevano informazioni» su quanto custodito in quell’ufficio, dal momento che hanno preso armi, munizioni e documenti.

Brasile: tre Stati inviano polizia militare in aiuto a Brasilia

In Brasile, almeno tre Stati hanno annunciato l’invio della polizia militare che si unira’ alla Forza Nazionale nel Distretto Federale di Brasilia dopo l’attacco dei bolsonaristi al quartier generale dei Tres Poderes, avvenuto domenica pomeriggio da parte di sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Gli Stati interessati sono quelli di Bahia, Piaui’ e Pernambuco.

Ministero: “Possiamo adottare tutte le misure necessarie, ora la situazione è sotto controllo”

Il segretario esecutivo del Ministero della Giustizia brasiliano, Ricardo Cappelli, appena nominato dal presidente Inacio Lula da Silva a capo dell’intervento federale, ha spiegato che la situazione a Brasilia è ora «sotto controllo». Dopo la dispersione dei manifestanti iniziata ieri notte, le operazioni – ha detto – riprenderanno tra poche ore. «Tutto sarà debitamente indagato. I criminali continueranno a essere identificati e puniti», ha scritto sui social. In base al decreto emanato nella notte da Lula Cappelli, alle dirette dipendenze del capo dello Stato, potrà adottare “tutte le misure necessarie di ordine pubblico» per porre fine alla rivolta che ha portato all’irruzione degli ultrà di Bolsonaro nelle tre istituzioni democratiche del Paese.

L’esercito protegge base dei bolsonaristi e blocca la polizia

L’esercito brasiliano impedisce alla polizia l’ingresso a Brasilia nell’area dove sono accampati molti seguaci dell’ex presidente Jair Bolsonaro che hanno assaltato e devastato il Parlamento, la sede del Governo e la Corte suprema di giustizia. Secondo il quotidiano Folha de S. Paulo, i militari hanno sbarrato la strada agli agenti che volevano entrare nella zona dove sono accampati gli autori dell’attacco con carri armati. Diversi veicoli della polizia sono all’ingresso della zona che si trova davanti al quartier generale dell’esercito, ma sono stati fermati. Di fronte a questa situazione, le autorità locali hanno organizzato una riunione con responsabili militari, a cui partecipa anche Ricardo Capelli, designato dal presidente Lula come responsabile dell’intervento del governo federale nel distretto di Brasilia. Si deve ricordare che il quartier generale dell’esercito si trova nel Settore militare urbano (Smu), area di responsabilità esclusiva militare.

Il presidente della Corte suprema federale ha deciso la rimozione del governatore di Brasilia

Il presidente della Corte suprema federale ha deciso la rimozione del governatore del distretto federale di Brasilia, Ibaneis Rocha. Una misura presa dopo gli atti vandalici commessi dai sostenitori di Jair Bolsonaro. Ibaneis con un video si era scusato con Lula per gli eventi. Il presidente brasiliano lo aveva accusato di non aver preso le misure necessarie per impedire l’invasione e il saccheggio delle istituzioni democratiche. Sempre ieri lo stesso Rocha aveva annunciato la destituzione del suo segretario alla Sicurezza, Anderson Torres che è negli Stati Uniti, in Florida come Bolsonaro, e rischia l’arresto.

Rubata una copia della Costituzione dalla sede della Corte Suprema

Durante l’attacco dei bolsonaristi alla Corte Suprema è stata rubata una copia della Costituzione del 1988: l’azione vandalica è stata filmata in alcuni video diffusi dai social network. La copia si trovava nell’edificio della sede del Tribunale ed è stata rimossa e portata in Praca dos Tres Poderes. L’edizione originale della Magna Carta, conservata nel museo della Corte Suprema, è invece intatta e non è stata vandalizzata. Il museo si trova nei sotterranei del Tribunale, e non è stato raggiunto dai manifestanti. I video mostrano il momento in cui un sostenitore di Bolsonaro si arrampica sulla scultura «A Justica», di Alberto Ceschiatti, e si impossessa del libro.

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