L’autonomia differenziata approda in Cdm
Una riforma destinata a «spaccare il Paese», che rischia di diventare un «boomerang per il Nord» secondo le opposizioni. Una soluzione per «tagliare gli sprechi» e valorizzare i territori, a detta del governo. Mercoledì 1° febbraio il ddl sull’autonomia differenziata, storico cavallo di battaglia della Lega, arriva in Consiglio dei ministri. Il disegno di legge proposto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, in dieci articoli mira a semplificare le procedure, accelerare e sburocratizzare i procedimenti, per una distribuzione delle competenze che meglio si conformi ai principi di sussidiarietà e differenziazione.
L’attribuzione di funzioni è subordinata alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni («Lep»), che garantiscano i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale. Anche il mondo dell’impresa è diviso tra chi ritiene che dare più competenze alle regioni possa agevolare lo sviluppo dei territori e chi teme che, in un’Italia già a due velocità, il Mezzogiorno venga definitivamente lasciato indietro. Tra gli scettici il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha sottolineato: «Non deve essere un tema di divisione del Paese. Non possiamo permettercelo:…