Anche Romano Prodi mette sotto processo Emmanuel Macron e, in subordine, l’Unione Europea. Il professore, ex premier di due governi di centrosinistra, è intervenuto alla Scuola Normale di Pisa per un confronto con gli studenti. “Senza una vera politica estera l’Ue non conterà mai abbastanza – ha sottolineato -, ma basterebbe un gesto della Francia per ribaltare questa situazione e compiere uno scatto in avanti, mettere al servizio dell’Europa il diritto di veto e l’arma nucleare“. Chissà se Macron, alle prese con un Paese in rivolta per la contestatissima riforma delle pensioni, avrà tempo, voglia e forza di imbarcarsi in una simile, storica iniziativa politica e diplomatica internazionale.

Una politica estera unitaria, ha proseguito Prodi, “non deve servire a trasformare l’Ue in una grande potenza, ma ad aumentare il suo peso specifico per sviluppare il suo ruolo di arbitro internazionale e nel Mediterraneo per prevenire le tragedie migratorie che vediamo sempre più spesso”. Il parallelo è tra Parigi e Londra: “Purtroppo però – ha anche detto l’ex premier usando una metafora – gli ex imperi, è stato così anche per la Gran Bretagna con la