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Apple non ha cambiato idea sulla realtà virtuale, è solo che non promette ciò che non può garantire

Poche aziende sono brave ad alimentare e coltivare clamore intorno a nuovi prodotti come Apple. Qual è il segreto? Il tempismo. La gestione dell’hype di Apple è qualcosa di consolidato nel panorama hi-tech, almeno al pari di quanto sia la mancanza di tale gestione da parte di Google. Strategie di marketing, certo, ma non può essere solo quello.

Consideriamo, ad esempio, le differenze tra il modo con cui Apple e Meta gestiscono le rispettive iniziative di realtà virtuale e metaverso. Quello che sappiamo circa i progetti della Mela riguarda voci e qualche previsione di mercato. La speculazione dominante è che la società potrebbe rilasciare il proprio visore per realtà virtuale/aumentata il prossimo anno, con Bloomberg che di recente ha riferito come la società sia alla ricerca di ingegneri con varie competenze hardware e software di realtà virtuale, tra cui “lo sviluppo di un 3D mondo di realtà mista”.

Secondo quanto riferito, ad Apple non piace il termine “metaverso”, ma questa è prova ulteriore di come, nonostante le piattaforme siano simili, il colosso di Cupertino intenda prendere le distanze da quanto già annunciato da Facebook.

Zuckerberg ha fatto proclami pomposi sul metaverso, a partire dal rebranding della sua stessa compagnia in Meta, giusto per non trarre in confusione.

Niente di tutto ciò appartiene al leviatano di Cupertino, che non fa nulla per alzare l’interesse nei suoi confronti, eppure ottiene lo stesso risultato. Un retaggio di segretezza ha, in effetti, ispirato speculazioni informate e pettegolezzi.

Di recente, il sito MacRumors ha scritto che oltre al progetto dei visori AR/VR, si ritiene che Apple stia lavorando a una versione pieghevole dell’iPhone e persino a una “Apple Car” autonoma, nonché a sviluppi più iterativi come un più grande iMac e nuovo Mac Pro. Ed è proprio perché Apple sembra avere sempre qualcosa da fare dietro le quinte che esiste un “mercato” degli informatori della Mela. Quindi, anche quando l’azienda ha richiesto un brevetto per la scatola della pizza che utilizza nella sua mensa aziendale, è stata una notizia. Idem per la mascherina anti-Covid e il panno di pulizia da diverse decine di dollari. Sta di fatto che la speculazione non sempre si avvera.

E proprio perché sul metaverso si sta speculando relativamente poco, che alla base qualcosa potrebbe esserci. Da giornalisti, e appassionati di tech, siamo rimasti delusi dalle ultime conferenze della società, dove sembrava che effettivamente potesse venir fuori qualcosa sulla realtà aumentata e virtuale. L’ultimo keynote, quello degli iPhone di settembre, si è però chiuso con una clip di una ragazza la cui immagine scompare nella metropolitana (1:34:09).

Le voci passate hanno raccontato di una TV al plasma da 50 pollici, fotocamere digitali, un controller di gioco e così via. Ma cercare di indovinare cosa farà Apple in futuro è un gioco ossessivo che non fa bene alla tecnologia. Ci sono persino persone che sognano rendering di potenziali prodotti Apple, che da questi orpelli digitali ottengono visibilità, basata sul nulla, fumo assoluto.

Uno dei motivi per cui l’approccio a labbra serrate di Apple suscita clamore è che, quando arriva il momento, l’azienda sa anche come fare baccano, in modo assordante.

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