Lutto nel mondo del giornalismo per la scomparsa di Gianni Minà, grande firma di quotidiani ma anche programmi radiofonici e libri.
L’annuncio è stato dato attraverso la sua pagina Facebook: “Ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari”.
84 anni, torinese, Minà cominciò la sua carriera da giornalista nella redazione di Tuttosport. Nel 1960 iniziò a lavorare per la Rai seguendo lo sport internazionale.
Seguì otto mondiali di calcio e sette olimpiadi e i campionati mondiali di pugilato, fra questo anche quelli, dell’epoca di Muhammad Ali.
Entrò nella storia la sua intervista di 16 ore a Fidel Castro nel 1987. Da lì seguirono diversi documentari, tra cui quello su Che Guevara e Diego Armando Maradona.
Autore di diversi libri fu anche editore e direttore della rivista letteraria “Latinoamerica e tutti ì sud del mondo”.
Nel corso della sua carriera ha collezionato diversi premi, il primo fra tutti quello consegnato nel 1981 dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini “Premio Saint Vincent” come miglior giornalista italiano. L’ultimo riconoscimento il 12 luglio 2019 quando ricevette la laurea honoris causa dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
