Roma, 4 feb – Nella città di Prato gli stranieri rappresentano quasi il 26% della popolazione e tra i dieci cognomi più diffusi non figura nessun cognome italiano. Almeno stando ai dati recentemente diffusi dall’ufficio statistica del Comune di Prato.
I dati del Comune di Prato
Quella di Prato è una città importante e ricca di storia. Capoluogo dell’omonima provincia, con i suoi più di di 195mila abitanti è la terza città più popolosa del centro Italia dopo Roma e Firenze, nonché la diciottesima a livello nazionale. Ma di questi ben 46mila non risultano essere nati in Italia. Un dato quest’ultimo che risente soprattutto della fortissima presenza cinese nella zona. Tanto che a Prato risiede una delle comunità cinesi più folte d’Europa. Infatti, a partire dagli anni novanta il comparto tessile pratense ha attratto la migrazione proveniente dalla Cina.
Nessun italiano tra i dieci cognomi più diffusi
Non sorprende allora il record negativo di Prato, con i cognomi italiani che non compaiono nemmeno tra i primi dieci di quelli più diffusi nel territorio. Sorprende ancora meno che questi ultimi siano tutti di origine cinese. Il cognome più diffuso è infatti Chen, portato da 2611. Tallonato da Hu al secondo posto con 2216 residenti, mentre sul gradino più basso del podio troviamo Lin (1866). A seguire abbiamo Wang (1594) Zhang (1500) Huang (1334) Li (1260) Zheng (1085) Wu (1004) e infine Zu (995). A interrompere questa lunga sfilza è il cognome Gori, un tempo vero e proprio marchio di fabbrica della città, che invece si assesta all’undicesimo posto a quota 932 unità. Ma l’elenco riparte da dove era iniziato con altri cognomi stranieri, rispettivamente al dodicesimo e al tredicesimo posto (918 residenti) e Ye (686). Al quattordicesimo compare l’italianissimo Rossi, seguito dai vari Yang, Jiang, Dai, Zhu, Liu e Yu. Insomma, il predominio cinese è del tutto evidente con solo due cognomi di origine italiana a comparire tra i primi venti e nessuno tra i primi dieci. Un dato che sembrerebbe destinato a peggiorare ulteriormente nei prossimi anni.
Michele Iozzino
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