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Intanto si valuta l'abbattimento del dispositivo con l'aiuto degli esperti della Nasa

Gli Stati Uniti hanno abbattuto il pallone-spia cinese. Dopo giorni in cui la tensione tra i due Paesi era salita a causa dell’incursione del mezzo di Pechino nei cieli statunitensi, Washington, che considerava il suo passaggio una minaccia da parte della Repubblica Popolare, ha deciso di colpirlo lasciandolo precipitare nelle acque dell’Atlantico prima di avviare le operazioni per recuperarne i detriti. Secondo i media americani, l’ordine è arrivato direttamente dal presidente Joe Biden che, seguendo i consigli dei vertici militari, ha aspettato che il mezzo arrivasse sulle acque dell’Atlantico per evitare danni sulla terraferma causati proprio dai detriti. Il presidente ha seguito l’operazione dall’Air Force One, con il quale si sta recando a Camp David. Il caso non è però un episodio isolato: un secondo dispositivo cinese è stato avvistato sopra l’America Latina. L’informazione arriva direttamente dal Pentagono: “Stiamo ricevendo segnalazioni di un pallone in transito in America Latina. Ora valutiamo che si tratti di un altro pallone di sorveglianza cinese”, ha affermato il generale Patrick Ryder in una dichiarazione alla Cnn. Sarebbe stato avvistato in Colombia e Costa Rica a oltre 21mila metri di altezza.

Ieri il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha rinviato la sua visita in Cina a causa dell’intrusione del pallone nello spazio aereo statunitense. Ma sul punto Pechino lancia un messaggio piuttosto eloquente: “Gestire le relazioni bilaterali è compito della diplomazia, in particolare su situazioni ‘inaspettate’, affidandosi a “calma e prudenza”. In una nota del ministero degli Esteri cinese la risposta all’annuncio di Blinken è stata che “in effetti, nessuna delle due parti ha mai annunciato che ci sarebbe stata una visita. È una questione statunitense aver fatto il loro ultimo annuncio (sul rinvio della visita di Blinken, ndr) e noi lo rispettiamo”, si legge ancora.

Pechino ha fornito anche una spiegazione sull’ingresso “non intenzionale di un dirigibile senza pilota cinese nello spazio aereo statunitense” sostenendo che si sia trattato di un incidente “per causa di forza maggiore, la parte cinese lo ha verificato e comunicato alla parte americana”. Il pallone, sostiene il ministero degli Esteri cinese, è un dirigibile civile utilizzato per scopi di ricerca, principalmente meteorologici”. A causa dei venti di ponente e delle limitate capacità di autogoverno, “il dirigibile ha deviato molto dalla sua rotta pianificata. Questa è una situazione del tutto inaspettata causata da forza maggiore e i fatti sono molto chiari”. Per gli Usa il sorvolo su territorio Usa, compresa “una base missilistica nucleare”, è stato considerato come una delle più aggressive manovre di raccolta di informazioni degli ultimi anni messe in atto dalla Cina. Per il Pentagono si tratta di un pallone spia.

La Cina, inoltre, “agisce sempre in stretto accordo con il diritto internazionale e rispetta l’integrità sovrana di tutti i Paesi. Non abbiamo intenzione di violare e non abbiamo mai violato il territorio o lo spazio aereo di alcun Paese sovrano”. Mentre alcuni politici e media negli Stati Uniti – è l’accusa – hanno pubblicizzato la vicenda “per attaccare e diffamare la Cina. La parte cinese è fermamente contraria a ciò. Mantenere i contatti e la comunicazione a tutti i livelli è un’importante intesa comune raggiunta dai presidenti cinese e Usa nel loro incontro a Bali”, lo scorso novembre a margine del G20. E “uno dei compiti delle squadre diplomatiche di entrambe le parti è gestire adeguatamente le relazioni bilaterali”.

La Cina e gli Stati Uniti “devono rimanere concentrati, comunicare in modo tempestivo, evitare giudizi errati e gestire le divergenze di fronte a situazioni inaspettate” ha affermato il capo della diplomazia del Partito comunista cinese – secondo una nota diffusa da Pechino – nel corso di una telefonata avuta con il segretario di Stato americano Antony Blinken in merito alla vicenda del pallone aerostatico cinese intercettato in territorio statunitense. Le due parti, si legge nella nota, hanno discusso su come gestire la situazione inaspettata in “modo freddo e Wang Yi professionale”. In quanto Paese responsabile, “la Cina si attiene rigorosamente al diritto internazionale. Non accettiamo alcuna speculazione o propaganda infondata”, ha aggiunto Wang, promosso poco più di un mese fa dalla carica di ministro degli Esteri a capo della diplomazia del Partito comunista cinese.

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