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28 Posti – Milano – Secolo d'Italia


25 Gen 2023 0:01 – di Redazione

28 Posti
Via Corsico, 1 – 20144 Milano
Tel. 02/8392377
Sito Internet: www.28posti.org

Tipologia: creativa
Prezzi: menù degustazione 65€, 85€, 95€
Chiusura: Lunedì; a pranzo tranne Sabato e Domenica

OFFERTA
L’indirizzo ha visto da poco la partenza dello chef titolare, ma l’avvicendamento non impatta o quasi sulla cucina: solo un piatto non ci ha completamente convinto ed è per questo che abbiamo apportato un lieve abbassamento di voto rispetto allo scorso anno. Per il resto, questo è il posto giusto per provare una cucina d’autore e originale, giocata molto sulle verdure di stagione, elaborate in modo da esaltarne le note più peculiari, amare o acide a seconda della tipologia utilizzata. A parte la piccola carta, l’offerta si struttura fondamentalmente in diversi percorsi degustazione, che possono pescare dalle proposte del menù oppure presentare creazioni ad hoc. Quello da 5 portate permette una ricognizione abbastanza profonda, anche se per essere davvero completo potrebbe includere il dessert. Aperta da una serie di divertenti finger food – radicchio rosso con crema di fieno greco, indivia belga con maionese al miso e cipolla caramellata, macaron con burro di acciuga, zuppa di frutta e verdure con estratto di carota e finocchietto -, la nostra cena è iniziata con la tajine di rapa fermentata, brodo condensato di rape e tartufo: non un’apertura folgorante, mancava la spinta sull’acidità perché il piatto spiccasse davvero, nonostante l’apporto importante del tubero. Si cambia passo con l’ostrica alla brace glassata al lievito, perle di tapioca allo zafferano e olio al finocchio, con il mollusco carnoso e ben bilanciato nel gusto dalla componente vegetale. Davvero indovinate poi le trottole, formato di pasta simile alle eliche, cotte in brodo di lische affumicate, con cime di rapa, conciato di mandorle e aringhe, capaci di ricreare, nobilitandole, le sensazioni di un classico primo italiano (pasta con cime di rapa). Infine, due secondi; il rombo con crescione, pinoli e caviale all’aneto, un trancio cotto alla perfezione ma un filo sapido, e infine l’agnello, proposto in un servizio dalle contaminazioni balcanico/orientali: la spalla servita con crema di ceci e mirto, fondente e delizioso, e a parte un piccolo cevapcic (polpetta) con maionese al sommacco, affiancati da un’ottima focaccina calda speziata e da un’insalata di cavoli alla brace. In chiusura la piccola pasticceria, che, in linea con la vocazione del locale, è costituita da tre servizi di frutta (melone con basilico, mela in osmosi di zafferano, lingottino di pistacchio e datteri), e un rinfrescante tonico analcolico alle erbe. Insolito ma piacevole il caffè fatto e portato al tavolo direttamente nella moka.

AMBIENTE
Il locale è composto da due salette arredate con mattoncini bianchi alle pareti, cemento al pavimento e tavoli in legno senza tovaglia: mette a proprio agio con la giusta dose di informalità.

SERVIZIO
Sorridente e premuroso, ma purtroppo poco coordinato nella tempistica con la cucina: nella nostra ultima visita c’è stata qualche attesa di troppo tra le portate.

Recensione a cura di: Milano de La Pecora Nera – ed. 2022 – www.lapecoranera.net

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