Ora è ufficiale: il governo tedesco autorizza l’invio dei suoi carri armati migliori, i Leopard 2, all’Ucraina, in vista della nuova fase di combattimenti alle porte con la Russia. La scelta si articola su un doppio binario. Perché oltre a sbloccare l’autorizzazione della cessione dei Leopard di sua produzione in possesso di altri Paesi – come ha confermato formalmente questa mattina in una nota la cancelleria – la Germania si appresta a inviare essa stessa i suoi, di tank. 14, per la precisione, fa sapere sempre la cancelleria: l’annuncio è stato dato da Olaf Scholz oggi al suo gabinetto. Il cancelliere dovrebbe annunciarlo a seguire di fronte al Bundeatag. Già ieri, 24 gennaio, erano filtrate le notizie sul doppio ok di Usa e Germania all’invio dei propri migliori carri armati all’Ucraina – gli Abrams per i primi, i Leopard 2 per i secondi.
La scelta degli Usa e la reazione del Cremlino
Secondo la Cnn, che cita due funzionari della Casa Bianca, gli Stati Uniti si accingerebbero a sbloccare già questa settimana l’invio di 30 Abrams. Ma ad “accogliere” il doppio annuncio dell’invio dei tank è già la Russia. I carri armati americani Abrams in Ucraina «bruceranno nello stesso modo degli altri», ha detto stamattina il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall’agenzia Interfax. «Sono convinto che molti specialisti comprendano l’assurdità di tale invio», ha detto Peskov. «Sotto l’aspetto tecnologico questo è un piano abbastanza fallimentare, e soprattutto una chiara sopravvalutazione del potenziale che andrà ad aggiungersi alle forze armate ucraine». «Tutto questo – ha affermato ancora Peskov – ricadrà prima di tutto sulle spalle di quelli che in Europa pagano le tasse mentre gli americani come sempre come minimo non subiranno perdite, ma molto probabilmente ne trarranno profitto».
Prepararsi al peggio
«Confermo ufficialmente che un’escalation interna della guerra in Russia è inevitabile. E saranno effettuati attacchi diversi contro obiettivi diversi. Perché, da chi e per quale scopo è un’altra questione, e non ne possiamo discutere oggi. Mancano le informazioni sufficienti». Lo ha detto oggi Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista al blogger Michael Nucky, citata dal sito ucraino Unian. Podolyak ha sottolineato che le forze armate ucraine non stanno attaccando la Russia, ma che i russi, anche nelle grandi città, potranno «sentire la guerra». «La logica della guerra e l’escalation all’interno della Russia saranno inevitabili. Città degradate e pigre come Mosca, San Pietroburgo, Ekaterinburg che pensano di vivere in una realtà diversa, vedranno questo», ha spiegato il funzionario. E ha sottolineato che l’imminente escalation in Russia è un problema interno del Paese aggressore, che sorgerà a causa «dell’infantilismo della leadership del Cremlino», ha aggiunto Podolyak. Immediata la risposta del Cremlino, sempre per bocca del portavoce Dmitry Peskov. Le dichiarazioni di Mikhaylo Podolyak, ha detto Peskov, sono non fanno che confermare la correttezza della decisione di Mosca di avviare l’operazione militare in Ucraina «per proteggerci da questo pericolo». Peskov, in proposito, ha rievocato i presunti “attacchi terroristici” orditi da Kiev nei mesi passati, come l’esplosione mortale nell’agosto scorso vicino a Mosca dell’auto di Darya Dugina, figlia del noto ideologo Alexander considerato vicino al regime di Vladimir Putin.
Foto: Ansa – Il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak
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