San Bartolomeo al Mare. «Una donna di altri tempi, imprenditrice e una delle ultimi testimoni del dopoguerra e della rinascita del Paese» così Ornella Arimondo, ex Assessore alla viabilità e trasporti nell’ultima giunta provinciale prima della riforma Renzi ricorda la mamma Lina Magnani mancata nei giorni scorsi alla soglia dei 100 anni. La signora Lina era molto conosciuta in zona sia come imprenditrice nel campo turistico-ricettivo, sia per il suo impegno nel Centro Sociale “Incontro” di San Bartolomeo al mare, in cui aveva operato, fin della sua fondazione e per molti anni, a fianco della compianta presidente Alfea De Lucis. Assieme guidarono il Centro verso un florido periodo di attività, che attirò lì cittadini di tutto il Ponente ligure.
Nata a Canossa, in provincia di Reggio Emila, il 19 aprile del 1923, Lina Magnani era giunta in Liguria a soli 19 anni, dopo aver sposato il maresciallo Paolo Arimondo. Nella sua lunga vita ha affrontato numerose avversità, legate sia a tragedie familiari, sia all’orrore dell’occupazione nazista, cosa questa che la rendeva uno degli ultimi testimoni viventi del periodo bellico nella sua interezza, tra cui, in particolare, del bombardamento aereo-navale su Genova.
«Donna di straordinario coraggio- ricorda la figlia Ornella- da giovanissima ed in attesa di un figlio, durante la guerra aiutò il marito Paolo a sfuggire alla deportazione nazista, forzando, insieme ad altre donne e madri da lei radunate, il presidio dell’enorme caserma militare di Verona, porgendo al marito e ad altri soldati abiti civili ed indicando loro vie di fuga. Tuttavia, per quanto già questo sembri straordinario, di ben più coraggio ebbe bisogno nel 1961, quando dovette affrontare la prematura morte del figlio diciassettenne Alessandro, a causa di un tuffo in mare (vicenda che scosse molto l’intera comunità di San Bartolomeo) e poi anche la successiva dipartita del consorte».
Ma Lina Magnani, rimasta sola con una figlia piccola (Ornella Arimondo), non si perse d’animo e diede inizio alla sua prima attività turistica nel settore alberghiero. Epoca, quella, non facile per una donna che si apprestava ad entrare in un “mondo di uomini”.
Successivamente, nei primi anni del 1970, intuendo le potenzialità dell’entroterra, avviò anche un campeggio, divenuto poi “Parco vacanze Ulivi” , meta prediletta per anni del turismo olandese. In tal modo contribuì allo sviluppo della piccola frazione di Pairola, creando così anche lavoro per molti giovani, che nei periodi di attività andarono a lavorare per lei.
Nonostante tutto, “la Lina” ha sempre trovato la forza di rialzarsi, di affrontare di petto doveri e responsabilità, costruendo in tal mondo, in tutti coloro che l’hanno conosciuta, l’immagine di una donna decisa, orgogliosa, pragmatica e al contempo generosa e altruista.
Spegnendosi, delicatamente ed in punta di piedi, “per non disturbare”, come avrebbe detto lei, la Decana di Pairola, lascia un vuoto nei cuori dei suoi cari, in particolare della figlia Ornella e della nipote Fiorenza, che, insieme ad i parenti e agli amici ne custodiranno un geloso ricordo.