Dopo 12 anni dalla morte di Yara, continuano ad affiorare dettagli che infittiscono l’indagine. Due lettere anonime sono arrivate alla redazione del settimanale Oggi. Stando al contenuto di tali lettere, l’assassino di Yara sarebbe stato un muratore polacco, con Massimo Bossetti presente. Le lettere sono poi state ovviamente consegnate alla procura di Bergamo, come oggetti di indagine. Non è detto, certo, che il loro contenuto sia veritiero. Saranno le autorità a doverlo verificare.
Yara, come molti ricorderanno, è stata uccisa all’età di 13 anni nell’ormai lontano 2010. Massimo Bossetti è considerato il colpevole dell’omicidio e a luglio sarà processato. Le lettere però favoriscono nuovi riscontri. Stando alle parole su carta, il vero colpevole sarebbe un muratore polacco. Stando alla descrizione, l’uomo beveva molto e diventava molto violento durante quei momenti. Questa sarebbe stata la causa della furia omicida. Sempre l’autore anonimo, che si esprime in un italiano poco corretto, scrive che l’uomo è stato poi ucciso dai suoi colleghi che hanno ben pensato di inscenare un finto incidente sul lavoro per lavarsene le mani. È chiaro però che siano stati favoreggiatori dell’omicidio della piccola.
Dopo aver assistito all’orrore della morte di Yara, avrebbero taciuto tutti questi anni. Il muratore Massimo Bossetti, avrebbe assistito come altri a tutti la scena e sarebbe poi scappato via. Stando alle lettere, sua sorella è stata riempita di botte, motivo per cui le è sempre stato impedito di raccontare la verità. Sempre il contenuto di queste rivelazioni, chiarisce che il corpo di Yara dopo essere stato ucciso dal muratore e dopo la morte stessa del suo assassino, sarebbe stato trascinato dagli altri lavoratori in un campo, come un sacco di patate. Vengono anche descritte le reazioni avute dagli uomini: “ Abbiamo vomitato nel farlo e qualcuno è pure svenuto”.
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Yara, viene descritta dall’anonimo delle lettere come una brava ragazza conosciuta da tutti e che spesso salutava gentilmente anche i lavoratori. Racconta che poco prima della morte, si trovasse a casa di una signora. Ad un certo punto, spazientita, ha iniziato a gridare perché voleva tornare a casa dai genitori che la aspettavano. Poi, da quel momento, è stato tutto un declino. Il muratore polacco ha iniziato ad infastidirsi per le urla e dopo tutto è diventato come buio. Non c’era più modo di tornare indietro. Da quel momento, si sono susseguite solo cose negative. A quanto pare, le lettere anonime provengono da Padova e sono state naturalmente inviate tramite posta.
Stando alle pagine di inchiesta, l’unico che proviene da Santa Giustina a Padova è Roberto Benozzo, nonché datore di lavoro di Fikri. Il nome non dovrà suonarvi come nuovo. Infatti una settimana dopo l’omicidio di Yara, l’uomo era stato trovato su un’imbarcazione diretta in Marocco. Dopo due anni però era stato prosciolto dalle accuse. La mamma e la sorella di Roberto Benozzo si sono espresse circa la sua situazione. stando alle loro parole, per quanto l’uomo abbia proseguito normalmente con la sua vita, molti sono stati i sospetti piovuti su di lui e che di certo lo hanno cambiato molto. Aggiungono poi che si tratta di un mitomane e che l’unico obiettivo delle sue lettere è quello di attirare la loro attenzione. La procura di Bergamo adesso dovrà chiarire i fatti. Seguici su Google News