Domenico Criscito non è il primo calciatore professionista ad accettare un contratto quasi al minimo sindacale. In passato ci sono stati gli esempi di Damiano Tommasi, attuale sindaco della città di Verona, il quale nel 2005 chiese ed ottenne dal presidente Sensi di tornare alla Roma per 1500 euro al mese, e anche di Cristiano Lucarelli (nel 2003 rifiutò un miliardo dal Torino e nel 2006 addirittura tre milioni di euro dallo Zenit San Pietroburgo). Lo stesso Lucarelli, ex tecnico della Ternana, torna sulla scelta di Criscito di giocare per il Genoa con un trattamento retributivo esiguo: «Domenico ha fatto un bellissimo gesto che ci si augura venga ripetuto, vale più di venti gol. La gente ha bisogno di queste azioni, il tifoso si nutre di queste scelte. Certo, è sempre più difficile che accadano ma per il bene del calcio mi auguro non rimangano isolate. Abbiamo bisogno di belle storie».
«In Serie B e in C molti calciatori guadagnano anche meno di Criscito, che sicuramente non è un giocatore da cadetteria. Eppure nell’immaginario dei tifosi si continua a parlare solo di una ristrettissima minoranza che guadagna milioni. Nella mia carriera ho segnato tanto, ma ciò che mi ha dato più soddisfazione è l’aver rifiutato milioni di euro pur di poter continuare a difendere i colori che ho sempre amato. È soltanto in questo modo che possiamo dimostrare quanto nel calcio ci siano ancora dei valori sinceri, non negoziabili» ammette Lucarelli, ripreso da La Ragione.