Il ritorno di Massimo Coda coincide con la vittoria del Genoa sulla Reggina, propiziata anche dalla splendida parata finale di Martinez. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 302ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Il portiere para e l’attaccante segna. È la complessa semplicità del calcio, vero? «É proprio così. Coda, il tanto bistrattato Massimo Coda che in Serie B ha segnato più di cento gol e vuole raggiungere il primato realizzativo di Schwoch, ha firmato la rete che può dire promozione. Lo stesso dicasi per l’intervento prodigioso in quanto a tecnica e potenza di Josep Martinez a recupero quasi scaduto: lo spagnolo, che doveva ritrovare fiducia e ritmo partita dopo aver giocato due partite in due anni, ha compiuto un autentico miracolo su Canotto – sì, ancora lui – ma ben prima di tale parata lo vedevo tra i migliori in campo del Genoa essendosi fatto trovare sempre pronto sulle prese alte e sui tuffi laterali effettuati in occasione dei pochi tiri concessi alla Reggina».
Coda, un gol da centravanti puro tra movimento e precisione al tiro. Può essere l’uomo in più per il finale? «Assolutamente sì, un bomber di razza non perde il fiuto della porta per infortunio. Poteva fare più di un gol ma per il Genoa, che pericolosamente non ha chiuso la partita, e anche per mister Gilardino era importante che l’ariete ritrovasse il feeling con la rete: la sua condizione e l’intesa con Gudmundsson cresceranno proprio nel momento decisivo della stagione. Per il momento, i tifosi rossoblù si godano l’importanza dei gol di Coda e, non di meno, le prestazioni sempre più convincenti di Vogliacco e Dragusin, due rammarici per la Juventus: colgo altresì l’occasione per mandare un augurio di pronta guarigione a Mattia Bani, finito al pronto soccorso dell’ospedale San Martino per una forte contusione alla testa a seguito di un duello aereo ingaggiato con Strelec».
L’imbattibilità del Genoa prosegue. «I numeri del Grifone parlano chiaro: con Gilardino la squadra non ha ancora subito una rete al Ferraris (la porta di Martinez è ora inviolata da 838 minuti), dove tra l’altro ha vinto otto partite su nove. In generale, il Grifone del tecnico piemontese ha vinto la quarta partita consecutiva, raccolto 37 punti su 48 in palio con una media di 2,31 e in campionato non incassa gol da 574 minuti. Prima di tutto c’è l’equilibrio e la cura della fase difensiva nel contesto di una squadra che ha tutto per la promozione in Serie A, compreso un pubblico come non si vedeva da decenni: il primato 30.755 spettatori stabilito di venerdì sera è un motivo d’orgoglio per ciascun genoano».
Como-Genoa, trasferta il lunedì di Pasqua senza esodo rossoblù a causa delle restrizioni dello stadio lariano. «Una partita ostica contro un avversario da rispettare che oltre a subire pochi gol è cresciuto rispetto alla gara d’andata dalla quale scaturì un pareggio ancora indigesto ai rossoblù. Il Grifone si presenta con una sana vittoria ma senza Sturaro, espulso dalla panchina a seguito di una zuffa scoppiata dalla rimessa laterale: il capitano è caduto in una stupidaggine perché, oltre a rischiare più di una giornata di squalifica, non doveva farsi trascinare dal nervosismo indotto da un arbitraggio scadente che ha influito sullo stato d’animo di campo e delle panchine».
Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti
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