Morten Frendrup studia da leader. Al Genoa il punto di riferimento è Strootman che da tempo l’ha preso sotto la sua ala protettrice per insegnarli il mestiere del centrocampista. Il calcio è come una missione per il danese, intervistato da Cronache di Spogliatoio: «Non ho mai considerato un’altra carriera a quella calcistica. Per me la partita è una battaglia, non vado neppure all’intervista del pre-partita perché mi fanno perdere la concentrazione: ascolto tanto e punto in alto. Se chiudo gli occhi mi rivedo in Serie A con il Genoa. Sarebbe bello tornare a giocare in Europa: farlo con la maglia rossoblù sarebbe un sogno, questa tifoseria se lo merita».
Poche parole ma, in compenso, idee ben chiare, Frendrup è fatto così sin dai tempi del Brondby: «Dovevamo giocare contro i Glasgow Rangers in Europa League: il loro allentore era Steven Gerrard, il mio idolo fin da quando sono piccolo. Non sono riuscito a parlarci né a dirglielo, ogni tanto mi bloccavo a guardarlo. Ho esordito in Serie A da terzino, a Bergamo contro l’Atalanta, poi ho fatto anche la mezzala e il playmaker: in Danimarca è capitato anche che giocassi trequartista».
«Siamo un gruppo allegro. Criscito e Badelj hanno quattordici anni più di me e devo dire che loro mi insegnano molto, ascoltarli quando parlano ti arricchisce. Il mio migliore amico è Gudmundsson» chiosa Frendrup sullo spogliatoio del Genoa.