Roma, 8 apr – La Cina mette ancora una volta pressione a Taiwan, ma con un dispiegamento di mezzi militari imponente, come riporta Tgcom24.

La Cina “accerchia” Taiwan

Vengono definite manovre “di prontezza al combattimento” quelle che a tutti gli effetti sono “esercitazioni militari intorno allo Stretto di Taiwan, a nord e a sud dell’isola di Taiwan, e nello spazio aereo e marittimo a est dell’isola”. A parlare è lo stesso comando cinese, che in questo modo “provoca” l’ovvia reazione di Taipei, la quale denuncia le operazioni stesse in quanto “minacciano la stabilità e la sicurezza regionali”. Le attività di Pechino intorno all’arcipelago dureranno fino al 10 aprile. Sullo sfonto, il ritorno del presidente di Taiwan  Tsai Ing-wen dagli Stati Uniti, visita che ha evidentemente irritato il gigante cinese, il cui ministero della Difesa parla di “provocazione dei separatisti” di concerto con le “forze esterne”. In tal contesto, le esercitazioni rappresenterebbero “un’azione necessaria per salvaguardare la sovranita’ nazionale e l’integrita’ territoriale”.

Numeri, evoluzioni e impasse

Secondo Taipei sono otto navi da guerra cinesi, insieme a 42 aerei da combattimento, 29 dei quali avrebbero superato la linea mediana dello Stretto, ovvero il confine convenzionale con Pechino. Si parla di “accerchiamento totale con pattugliamenti e avanzamenti intorno all’isola, dando forma a posizioni di accerchiamento e deterrenza a tutto tondo”. Per la Cina, la mira della “conquista” di Taiwan resta in ogni caso un affare complicatissimo, e abbiamo spiegato perché. Sullo sfondo, un nodo con lo stesso arcipelago e con i suoi protettori statunitensi che è difficilie da sciogliere, in un momento, peraltro, di tensione internazionale su più fronti, da quello russo-ucraino alla stessa esplosione di ostilità israelo-libanesi.

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