La Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica che chiede un parere anche sulla possibilità che le grandi aziende che sfruttano Internet paghino per la realizzazione fisica della rete.
Contestualmente all’adozione della nuova proposta Gigabit Infrastructure Act, volta ad avere nuove norme per consentire una diffusione più rapida, economica ed efficace delle reti Gigabit nell’UE, la Commissione Europea ha avviato la consultazione esplorativa per valutare la possibilità di far pagare lo sviluppo delle reti anche a Big Tech.
La prima mossa della Commissione Europea per fare pagare a Big Tech la realizzazione delle infrastrutture di rete
La consultazione trae forza dalla spinta dei principali operatori di telecomunicazione affinché l’Unione Europea valuti di integrare un contributo allo sviluppo del 5G e della fibra ottica da parte di Big Tech.
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Le telco chiedono cioè che le aziende tecnologiche e di servizi che utilizzano gran parte della larghezza di banda di Internet paghino una certa quota per lo sviluppo delle infrastrutture necessarie allo sviluppo della rete.
L’indagine esplorativa, disponibile online e che può essere completata anche da privati cittadini, si intitola “Il futuro del settore delle comunicazioni elettroniche e delle sue infrastrutture” e mira soprattutto a individuare i tipi di infrastrutture necessarie affinché l’Europa resti all’avanguardia nel settore delle reti.
In questo contesto, però, la Commissione Europea specifica che la consultazione vuole indagare anche sulla potenziale necessità che tutti i soggetti che beneficiano della trasformazione digitale contribuiscano equamente agli investimenti nelle infrastrutture di connettività.
Il riferimento a Big Tech è evidente, segno che la spinta delle telco sta avendo sull’Unione Europea l’effetto sperato.
La Commissione Europea sta pensando di far pagare Big Tech per lo sviluppo delle infrastrutture di rete
La consultazione sarà aperta fino al 19 maggio 2023, termine trascorso il quale la Commissione riferirà sui risultati e valuterà le azioni da prendere sul futuro delle comunicazioni elettroniche nell’Unione.
Gigabit Infrastructure Act, abbattere la burocrazia per snellire la posa della rete
La proposta vera e propria della Commissione Europea presentata oggi, e che esula dalla consultazione esplorativa, riguarda invece il Gigabit Infrastructure Act (che in italiano è chiamato “normativa sulle infrastrutture Gigabit”).
L’obiettivo del Gigabit Infrastructure Act è quello di ridurre la burocrazia, i costi e gli oneri amministrativi associati alla realizzazione delle infrastrutture sottostanti delle reti Gigabit, come condotti e piloni, semplificando al contempo tutte le procedure correlate.
Secondo i dati forniti dalla Commissione, i lavori per la realizzazione dell’infrastruttura fisica rappresentano fino al 70% dei costi di installazione della rete. Il Gigabit Infrastructure Act punta quindi anche a rafforzare il coordinamento delle opere di genio civile tra gli operatori di rete, assicurandosi che gli attori interessati abbiano accesso alla rete stessa.
La normativa proposta dettaglia inoltre che tutti gli edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni importanti (esclusi i casi giustificati) dovranno disporre della fibra ottica.
Il Gigabit Infrastructure Act non è ancora legge, perché dovrà seguire l’iter legislativo, quindi dovrà essere prima esaminato dal Parlamento e dal Consiglio europei.
A margine del Gigabit Infrastructure Act, la Commissione ha trasmesso al BEREC (l’Organismo dei regolatori europei) un progetto di raccomandazione sulla connettività Gigabit, che mira a garantire che tutti gli operatori possano accedere alle infrastrutture di rete esistenti detenute da telco con un significativo potere di mercato.
Il BEREC avrà tempo due mesi per valutare e dare un parere sulla raccomandazione della Commissione che, conseguentemente, adotterà la sua decisione finale.
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FonteCommissione Europea
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