17 Feb 2023 8:45 – di Eleonora Guerra
È arrivato il momento che «il Pd smetta di coccolare Cospito e si preoccupi dell’incolumità dei “bersagli”». In un lungo editoriale su La Verità, il direttore Maurizio Belpietro suona la sveglia alla sinistra, avvertendola sul fatto che le minacce di morte rivolte ieri dagli anarchici a un manager della Iveco rappresentano l’ultimo spartiacque, un evento che non lascia più margini per le ambiguità, per i distinguo, per i fiancheggiamenti alle richieste di Cospito, che poi diventano fiancheggiamenti alle pulsioni violente degli anarchici. «Quelli che fino a ieri si sono preoccupati delle condizioni di salute di un terrorista, oggi si devono preoccupare dell’incolumità di chi dai terroristi è minacciato. Comprendendo, magari, che certe gite in carcere servono a chi non vede l’ora di attaccare lo Stato», è il monito di Belpietro.
Le implicazioni di quelle visite in carcere
Il direttore de La Verità è molto esplicito nel sottolineare che «senza le visite in carcere di alcuni preoccupati speciali con il tesserino di parlamentari, forse il caso non avrebbe avuto la risonanza che ha. E – scrive – senza le dichiarazioni dell’ex ministro della Giustizia (in quota Pd) Andrea Orlando, a favore di una revoca del regime carcerario speciale, probabilmente gli anarchici non si sarebbero inseriti nella crepa mostrata dal fronte politico. Infatti, inseguendo una polemica con l’attuale maggioranza, gli esponenti dell’opposizione rischiano di dare un’immagine frammentata e debole dello Stato. Come ai tempi delle Br non si doveva trattare con i terroristi, anche adesso di fronte alla minaccia dei criminali che promettono la morte a dirigenti colpevoli di fare solo il loro lavoro non ci si può arrendere».
Dagli anarchici minacce «maledettamente serie»
Il punto di partenza del suo ragionamento sono quelle minacce di morte al manager e ai suoi familiari che appaiono «maledettamente serie» e che, per come sono formulate, fanno escludere l’ipotesi mitomane, facendo intravedere invece un minuzioso lavoro preparatorio. «Non solo perché la sigla del Fai è tristemente nota per attentati e minacce, ma perché i volantini dimostrano di conoscere molto bene le abitudini, anche famigliari, dei dirigenti messi nel mirino. Si parla delle palestre frequentate, delle scuole dei figli e dei loro nomi, ossia di alcuni dettagli che solo una conoscenza diretta della vita quotidiana dei manager avrebbe permesso di raccogliere. Un messaggio di morte – sottolinea Belpietro – che non è stato scritto da estranei, ma da qualcuno che ha avuto modo di osservare da vicino gli uomini a cui è stato anticipato per lettera il loro assassinio».
Belpietro alla sinistra: «Smettetela di coccolare Cospito, è ora di pensare a chi viene minacciato»
Dunque, «a differenza di altre minacce, quelle di ieri sono state prese maledettamente sul serio dagli inquirenti, perché troppe indicazioni le fanno ritenere fondate». Tra queste anche i precedenti degli anarchici, dagli attentati recenti alle nostre sedi diplomatiche all’estero, alle bombe messe sul territorio nazionale, anche dallo stesso Cospito, che proprio per quelle si trova ancora sotto processo, dopo essere già stato condannato per l’attentato a un manager. Per aver dato seguito, insomma, a un’azione che ora i suoi emuli fanno sapere di voler replicare e ingigantire, passando dalla gambizzazione all’assassinio. «L’anarchico che da oltre cento giorni fa lo sciopero della fame contro il 41 bis, non soltanto è pericoloso, ma alimenta una lotta contro lo Stato e i suoi cittadini», avverte ancora il direttore de La Verità, chiarendo che «io vorrei» che «la sinistra che si commuove per la salute del recluso Cospito» ora cominciasse a «preoccuparsi per quei dirigenti di alcune aziende che sono stati pedinati e minacciati di morte dai compagni di Cospito e che da ieri sono sottoposti, insieme alle loro famiglie, a rigide misure di protezione».