L’inno dell’Urss diffuso all’assemblea della Cgil è un errore materiale, come dichiara l’apparato ufficiale della sigla sindacale? Forse. Di sicuro, come documenta il video che pubblichiamo, non è dispiaciuto a nessuno dei partecipanti. Anzi. Qualche anziano nostalgico dei tempi del compagno Stalin, avrà avuto anche i lucciconi agli occhi.
Congresso Cgil. Inno dell’Unione sovietica, applausi e pugni chiusi. pic.twitter.com/mABkktxLpz
— annarita digiorgio (@ardigiorgio) January 14, 2023
L’inno dell’Urss confuso con l’Internazionale: la scusa non regge
Chiamatela nostalgia canaglia, di sicuro risponde imbarazzatissimo e lapidario, il neo segretario generale della Cgil di Bologna, Michele Bulgarelli inciampato a pochi minuti dalla sua elezione in una figuraccia.
Il vecchio inno sovietico che ha fatto da colonna sonora alla sua proclamazione è difficile da giustificare. “Abbiamo già scritto che si è trattato di un errore materiale e lo riconfermo. Dalla destra d’altra parte che ci dobbiamo aspettare? Non voglio abbassare il livello della discussione”, risponde all’Adnkronos.
Venerdì sera , quando alla fine di una intensa giornata di lavori alla quale ha partecipato il segretario generale Maurizio Landini, è stata proclamata l’elezione a segretario, come previsto, del leader uscente della Fiom bolognese Michele Bulgarelli, dalle casse del circolo Arci di San Lazzaro ,dove era in corso il congresso, è partito l’inno dell’Unione Sovietica nella versione cantata dall’Armata Rossa.
Sulle prime nessuno ci ha fatto troppo caso, tanto che il sindacato pensionati della Cgil ha immortalato il momento e lo ha pubblicato sulla propria pagina Facebook, per poi rimuoverlo poco dopo. La cosa non è però sfuggita agli esponenti di Fratelli d’Italia che hanno attaccato duramente il sindacato. Il capogruppo del partito alla Camera Tommaso Foti ha chiesto le scuse da parte di Landini, parlando di “un’offesa alle vittime dell’Ucraina”.
La musica dell’inno dell’Urss è infatti identica a quella dell’inno della Federazione russa. Cambiano solo le parole che vennero tolte al crollo del regime e poi fatte riscrivere da Putin, all’inizio del ventunesimo secolo, dal poeta Sergei Michalkov, perché fossero più consonanti con il nuovo corso politico.
“Landini si scusi – ha detto Foti, seguito da molti altri esponenti del suo partito e del centrodestra – e condanni pubblicamente quanto avvenuto a Bologna al Circolo Arci San Lazzaro di Savena. È un’offesa alle tante vittime del popolo ucraino che combattono per la libertà. E Landini, che era presente all’evento, ne prenda immediatamente le distanze”.
L’inno dell’Unione sovietica come ai tempi di Peppone e Don Camillo
La Cgil di Bologna definisce l’accaduto come un mero errore tecnico: all’atto della proclamazione di Bulgarelli era infatti previsto che dalle casse risuonasse l’inno dell’Internazionale, il canto dei socialisti europei che risale alla Comune di Parigi del 1871.
Chi era in regia avrebbe però fatto confusione ed è partito l’inno dell’Unione Sovietica, senza, peraltro, che nessuno dei presenti ci facesse caso. Il che, se è possibile, è ancora più grave.