Accise carburanti, la Giorgianni (Fdi) sgombera il campo da equivoci e recriminazioni pretestuose e spiega: noi abbiamo pensato ai più poveri. E lo sconto favoriva soprattutto i ricchi, che non ne hanno bisogno. E in un’intervista a Il Giornale spiega come e perché. Sulla manovra, dall’ipotesi condono al Rdc, la sinistra fin qui non ha fatto altro che gridare al lupo al lupo. Salvo poi tacere una volta smentiti dai dati e dai fatti concreti gufi e cassandre in odore di demagogia spicciola. L’ultimo allarme gonfiato a dovere dai dem in crisi e sempre più inclini a guardare la pagliuzza nell’occhio dell’avversario piuttosto che la trave che offusca la loro vista, riguarda il mancato rinnovo dello sconto sulle accise sui carburanti. Ma anche su questo arriva chiara e netta la smentita, grazie alla deputata di Fdi, Letizia Giorgianni, che in una sagace intervista al quotidiano milanese smonta le fake news della sinistra in preda a una crisi di nervi…
Sconto sulle accise sui carburanti, la Giorgianni (Fdi) spiega come stanno davvero le cose
Un’intervista – quella che la Giorgianni ha rilasciato al quotidiano diretto da Minzolini – in cui la deputata di Fratelli d’Italia chiarisce subito due punti: 1) «Non esiste alcun provvedimento del governo che dispone un aumento delle accise. Sfido chi sostiene il contrario e a mostrarmelo». Un’attestazione lapidaria con cui il membro della commissione Bilancio della Camera, bolla come fake news le accuse che l’opposizione ha lanciato in questi ultimi giorni. E 2) «Nessuno ha alzato nulla. Semplicemente si è deciso di non rinnovare lo sconto introdotto a marzo scorso dal precedente governo. Una misura concepita dallo stesso Draghi in via emergenziale. Ribadisco: emergenziale e quindi temporanea».
«Il taglio delle accise è un sussidio generalizzato a beneficio dei più ricchi»: ecco perché
Poi, nel corso delle successive risposte, la Giorgianni spiega anche il perché della risoluzione. E argomentando sulla crisi energetica ancora in corso, aggiunge che proprio in virtù di una problematica in essere: «Era necessario liberare risorse da impiegare per interventi mirati. Sarebbe stato impensabile procedere all’ennesimo rinnovo di una misura che da sola costa quasi un miliardo al mese. E che non agisce dove c’è maggior necessità». O meglio, esplicita ulteriormente la deputata di Fdi: «Il taglio delle accise è un sussidio generalizzato. Non prevede distinzioni di reddito e, quindi, finisce per andare a beneficio dei più ricchi. Che sono quelli che consumano maggiori quantità di carburante. Lo dico schiettamente: non potevamo rischiare di mandare in rosso i conti pubblici per pagare il pieno a Fedez e Ferragni».
«Non potevamo rischiare di mandare in rosso i conti pubblici per pagare il pieno a Fedez e Ferragni»
Un punto sul quale la Giorgianni si sofferma facendo riferimento a uno studio dell’Ufficio parlamentare di bilancio, che «sul taglio delle accise sostiene la stessa identica cosa: il 10% della popolazione italiana più ricca ne ha ricavato benefici 6,5 volte superiori rispetto al 10% più povero. Questo perché le risorse destinate a ridurre il costo dei beni energetici favoriscono i più ricchi, che “naturalmente consumano le maggiori quantità assolute di questi beni”».
Carburanti e misure di governo: quelle della sinistra sono solo fake news
Demagogia di ritorno? Chiede l’intervistatore alla sua interlocutrice. Niente affatto: «Veramente la demagogia la fa chi propaganda la bufala dell’aumento delle accise. Che poi sono gli stessi che quando erano al governo le accise le hanno aumentate per davvero. Mi viene in mente Enrico Letta che le rialzò nel 2013 per finanziare il cosiddetto “decreto del fare”. Ricordo anche gli incrementi disposti dal primo governo Prodi e da Monti. Come sempre la sinistra predica bene e razzola male».
Carburanti, «con le misure previste destineremo sostegni mirati alle fasce più deboli»
La differenza, in questo caso, è che – spiega sempre la Giorgianni a Il Giornale – «non rinnovando lo sconto abbiamo fatto risparmiare al Tesoro più di 9 miliardi in un anno». Fondi che il governo destinerà a «sostegni mirati per le fasce più deboli. Come il bonus elettrico. Il bonus gas e il bonus idrico. Tutte misure che abbiamo previsto in manovra e che andranno a beneficio dei percettori di reddito o pensione di cittadinanza. Di coloro che hanno un Isee non superiore a 15mila euro. Oppure di chi ha almeno 4 figli a carico con un Isee massimo di 20mila euro».