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Auto sulla folla e spari, turista italiano ucciso nell’attentato sul lungomare di Tel Aviv. Rivendica la Jihad islamica

È di un morto e sette feriti il bilancio dell’attentato avvenuto ieri sera in Israele, sul lungomare di Tel Aviv. La vittima, conferma la Farnesina, è Alessandro Parini, un turista italiano di 35 anni, avvocato di Roma, arrivato soltanto ieri nel paese con amici. Il killer è stato ucciso dal fuoco della polizia. La sua identità non è ancora nota: inizialmente identificato come un 44enne arabo israeliano, era in realtà soltanto in possesso dell’auto che gli apparteneva e che gli era stata rubata. A un controllo, infatti, l’uomo è stato trovato nella sua abitazione.
L’attentatore avrebbe colpito almeno due persone con un’arma da fuoco, mentre altre persone sono state colpite dall’auto lanciata a forte velocità sulla passeggiata vicino a un parco del lungomare. Quattro dei feriti sono giunti all’ospedale Ichilov di Tel Aviv e secondo i medici sono tutti in condizioni «medie o leggere». La televisione pubblica Kan ha aggiunto che tre feriti sono cittadini britannici e due italiani. La farnesina si è subito attivata e il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto al Tg1 che sono in corso di accertamento i nomi dei connazionali feriti, le cui condizioni non sarebbero gravi. Tajani ha inoltre parlato con il padre di Parini per esprimere vicinanza e cordoglio.

Le autorità israeliane confermano la morte del cittadino italiano Alessandro Parini e riportano il possibile ferimento di altri connazionali nel vile attentato a #TelAviv. Esprimo ferma condanna contro il terrorismo e vicinanza alle famiglie. La Farnesina è al lavoro.

— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) April 7, 2023

L’esatta natura dell’attacco non è stata immediatamente chiara, ma il ministero degli Esteri l’ha definito un «attacco terroristico», un termine che i funzionari israeliani usano per gli assalti dei palestinesi. L’auto ha investito un gruppo di persone vicino a un famoso parco sul mare prima di ribaltarsi.

L’attacco è avvenuto sullo sfondo delle accresciute tensioni dopo gli attacchi aerei israeliani su obiettivi militanti palestinesi sia in Libano che a Gaza, nonché un attacco a fuoco nella Cisgiordania occupata che ha ucciso due israeliani. Ciò ha fatto seguito a giorni di violenza e disordini nel luogo sacro più sensibile di Gerusalemme, il complesso della moschea di Al-Aqsa nella Città Vecchia. Il gruppo militante di Hamas che governa Gaza ha elogiato l’attacco a Tel Aviv come una risposta ai «crimini contro la moschea e i fedeli di Al-Aqsa» da parte di Israele.

Netanyahu ordina ampio richiamo dei riservisti
Dopo aver appreso dell’attentato di Tel Aviv il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato il richiamo di tutte le forze della riserva disponibili della Guardia della frontiera. Ha inoltre ordinato al capo di stato maggiore generale Herzi Halevi di richiamare anche riservisti dell’esercito. Lo ha reso noto il suo ufficio. In precedenza erano stati richiamati anche riservisti dell’aviazione militare.

Jihad islamica, l’attacco è una risposta per i palestinesi
L’attentato di stasera a Tel Aviv è una «risposta naturale e legittima ai crimini dell’occupazione contro il popolo palestinese» Così in una nota la Jihad Islamica, che ricorda come l’attentato sia stato eseguito a un anno esatto di distanza dall’attacco nei pressi di Dizengoff Street, nel centro di Tel Aviv, in cui morirono tre persone.

Hamas: risposta ai crimini contro Al-Aqsa non si fermerà
«Le operazioni per rispondere ai crimini dell’occupazione ad Al-Aqsa si stanno intensificando e non si fermeranno». Lo ha affermato un portavoce di Hamas, citato dai media arabi, commentando l’attentato di stasera. «L’operazione di Tel Aviv dimostra la capacità della resistenza e dei suoi giovani di colpire l’occupazione», ha aggiunto il portavoce, senza rivendicare l’attacco.

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