Il Collettivo autonomo dei lavoratori portuali (Calp) di Genova non e’ un’associazione per delinquere. Lo ha stabilito ieri il gip del Tribunale di Genova Claudio Siclari in merito alla maxi inchiesta che coinvolgeva otto persone.
L’indagine era nata sulla base di un’annotazione degli investigatori della Digos genovese che aveva messo insieme episodi di danneggiamenti avvenuti nel corso di manifestazioni antifasciste e diversi blitz antimilitaristi contro le navi della compagnia saudita Bahri.
Gli attivisti restano indagati per diversi reati, tutti contro “contro il patrimonio” e che consistono soprattutto in deturpamenti o danneggiamenti in danno delle sedi locali di gruppi di estrema destra o “per strada di beni esposti alla pubblica fede” ha riportato il pm genovese titolare delle indagini che hanno portato anche a sequestri e intercettazioni telefoniche.
Gli elementi di prova sono stati ritenuti insufficienti a sostenere l’accusa in giudizio in ordine all’ipotizzata associazione per delinquere, ha inoltre riportato il pubblico ministero che ne aveva chiesto l’archiviazione.
“Siamo – hanno dichiarato su fb i responsabili del Calp – ancora un po’ frastornati, confusi, ancora un po’ ubriachi e non abbiamo dormito per niente,
I messaggi le telefonate dai nostri compagni di lavoro, da tanti compagni e compagne di Genova e da mezza Italia e da tante citta Europee ci fanno comprendere come sia importante la solidarietà la complicità,non siamo facili da sopportare ,ma se si ha un po’ di pazienza si capisce che siamo semplicemente il riflesso del nostro lavoro, siamo Portuali.
Questa archiviazione cerchiamo di comprenderla di analizzarla, non vogliamo cadere in trionfalismi o facili conclusioni, questa indagine crediamo che nasca in alto e abbia dei mandanti precisi, ma questa è Genova, anche chi governa ha capito che questa città ribelle a volte chiusa ma attenta e testarda, sa opporsi.
Molte le strade, tante le piazze in cui siamo stati proprio perchè ricordano i nostri martiri partigiani. Non c’è montagna o sentiero che non abbia lapidi o ricordi della resistenza antifascista, dal Porto, dalle fabbriche, alle scuole, dai quartieri Popolari, al Centro Storico di Genova coi suoi Vicoli, zone che si sono sempre opposte al fascismo, alla guerra e noi siamo semplicemente i figli di questa citta e la difenderemo fino alla fine.
Per quanto riguarda il contrasto in Porto dei traffici di armi vogliamo solo ricordare che la contraddizione più grossa continua a rimanere appesa, mentre noi siamo stati per due anni sotto indagine e a oggi “l’associazione a delinquere 416” è strata archiviata, la legge 185/90 continua a essere non rispettata e che i veri delinquenti sono i trafficanti d’armi che passano per i nostri Porti e chi collabora con loro per aumentare i profitti dei soliti nomi. Pensiamo che opporsi ai traffici di armi sia un buon motivo per provare a fare qualcosa prima che sia definitivamente troppo tardi.
Per noi l’archiviazione è una vittoria, frutto di un lavoro politico condotto con determinazione grazie al supporto di tutte/i i Compagni che ci hanno supportato, anche se molti di noi hanno ancora dei procedimenti che pesano e che peseranno sulla loro vita. Continueremo la nostra lotta e lo faremo a testa alta”.