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Israele, sciopero generale e voli bloccati. Netanyahu ai ministri: fermerò la riforma. L’esecutivo si spacca, Ben Gvir minaccia di far cadere il governo

Proseguono le proteste in Israele contro la riforma della giustizia voluta dal governo Netanyahu e per chiedere il ritorno del ministro della Difesa Gallant che si era opposto alla norma. Il presidente israeliano Herzog ha chiesto al premier di ritirare la riforma che ‘indebolisce il sistema giudiziario’, mentre è stata indetta una protesta di massa davanti alla Kesset e i sindacati minacciano lo sciopero generale.

Netanyahu parlerà oggi alla nazione e potrebbe annunciare la sospensione della riforma, ma ha rinviato tutto perché impegnato in un confronto con i partiti che lo sostengono. Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Potenza ebraica, minaccia di far cadere il governo in caso di un passo indietro.

Appello di Netanyahu: i manifestanti siano responsabili, siamo tutti fratelli

Appello di Netanyahu: manifestanti siano responsabili, siamo tutti fratelli

Deputati del governo israeliano esortando i loro sostenitori a manifestare in favore della riforma giudiziaria

Diversi deputati del governo israeliano, scrive Times of Israel, stanno esortando i loro sostenitori a manifestare in favore della contestata riforma giudiziaria. “Non ci ruberanno le elezioni” è lo slogan che viene condiviso, in vista dell’appuntamento che è stato fissato per le 18 a Gerusalemme, fra Sacher Park e la Corte suprema, vicino alla Knesset, il parlamento israeliano. Anche il gruppo di estrema destra La Familia ha annunciato che sarà a Gerusalemme, annullando sua una manifestazione che era prevista invece a Tel Aviv. La polizia ha intanto riferito che rafforzerà la sua presenza nell’area

Media: ipotesi di appoggio esterno dell’estrema destra

Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, secondo alcune fonti citate dal Times of Israel, starebbe «considerando» l’idea di abbandonare il governo ma, allo stesso tempo, il suo partito potrebbe ancora dare al governo sostegno esterno.

Ministro della Giustizia “rispetterà” le decisioni di Netanyahu ma lo mette in guardia sulla tenuta del governo

Il ministro israeliano della Giustizia, Yariv Levin, ha detto che «rispetterà» le decisioni del primo ministro Benyamin Netanyahu sulla riforma giudiziaria, ma ha messo in guardia che il suo congelamento potrebbe mettere a rischio la tenuta del governo. Lo riferisce Times of Israel. E’ stato Levin a mettere a punto la contestata riforma che divide Israele. Le sue parole arrivano mentre continua a ritardare l’attesa dichiarazione di Netanyahu che potrebbe annunciare il rinvio della riforma. Levin però avverte che lo stop al progetto “potrebbe portare immediatamente alla caduta del governo e al collasso del Likud”, il partito di Netanyahu. “Dobbiamo fare ogni sforzo per stabilizzare il governo e la coalizione”, ha aggiunto. Diversi esponenti del Likud hanno già detto che appoggeranno Netanyahu se rinvierà la legge e altrettanto hanno fatto altri due partiti della coalizione, le formazioni ultraortodosse Shas e Giudaismo unito nella Torah. La fazione Otzma Yehudit del controverso ministro per la Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir, parte dell’alleanza di estrema destra Sionismo Religioso, è la più decisa nel premere per portare avanti la riforma.

Media: Ben Gvir pronto a dimettersi se la legge di riforma giudiziaria sarà fermata

Se la legge di riforma giudiziaria sarà fermata, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir si dimetterà dal suo incarico pur continuando ad appoggiare dall’esterno la maggioranza. È quanto – secondo i media – avrebbe detto in queste ore al premier Benyamin Netanyahu intenzionato, in base a molte fonti, a fermare il provvedimento di fronte alla estesa protesta in corso nel Paese. Intanto il presidente della Commissione Costituzione della Knesset Simchà Rothman (Sionismo Religioso) – uno degli architetti della contestata riforma – ha invitato i sostenitori della destra a manifestare a supporto della legge contro la sua sospensione. «Non ci ruberanno le nostre elezioni», ha scritto su Twitter e citato dai media invitando la base a manifestare fuori della Knesset a Gerusalemme e a non «mollare sulla scelta del popolo».

La polizia sta rafforzando le forze a Gerusalemme per il timore di scontri

La polizia sta rafforzando le unità a Gerusalemme mettendo in campo centinaia di agenti nel timore che, nelle prossime ore, possano esserci scontri tra sostenitori e oppositori della riforma della giustizia. «Permetteremo la libertà di manifestazione, non tollereremo violenze e disordini», ha fatto sapere un funzionario. Ci sono già centinaia di manifestanti fuori dal Parlamento israeliano, persone che sventolano la bandiera israeliana e inneggiano alla «democrazia»; ma si attende per le prossime ore l’arrivo di manifestanti di estrema destra. Nella zona sono gia’ pronti i camion con gli idranti e gli uomini della polizia di frontiera, in assetto anti-sommossa. Adesso gli occhi sono puntati sulle prossime mosse del premier Benjamin Netanyahu: di fronte a proteste di piazza senza precedenti, ha annunciato ai suoi ministri che vuole ritirare la riforma ma adesso sembra intrappolato tra l’opposizione e i ministri di estrema destra che spingono perche’ la riforma sia fatta.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha informato gli alleati della coalizione di governo che intende sospende la riforma giudiziaria. Lo riferisce l’emittente pubblica Kan dando conto della riunione in corso. Secondo il media, il principale ideologo dell’iniziativa e il ministro della Giustizia Yariv Gideon Levin ha capito e riconosciuto che «non c’è altra scelta». Presumibilmente, gli resta da convincere il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, uno dei membri del gabinetto più a destra, che minaccia di far cadere il governo: secondo l’emittente il ministro ha annunciato l’intenzione di dimettersi ma assicurato che sosterrà l’esecutivo dall’esterno.

Contro-protesta sionisti, in campo anche ultras di destra

In Israele, un parlamentare sionista Simcha Rothman, uno degli architetti della riforma giudiziaria, ha invitato i suoi sostenitori a scendere in piazza per protestare contro la possibile sospensione della controversa proposta di legge. «Il popolo chiede una riforma radicale del sistema giudiziario», ha twittato. Per il pomeriggio è prevista a Tel Aviv anche una contro-manifestazione de La Familia, un gruppo di ultras di estrema destra, sostenitori di una squadra calcistica di Gerusalemme, il Beitar Gerusalemme, noti per episodi di razzismo e violenza, convinti sostenitori del sionismo. Il gruppo ha annunciato che si riunirà in un incrocio a Tel Aviv: «Finora siamo rimasti tranquilli, stasera arriveremo a Kaplan».

Asili e centri commerciali chiudono per sciopero

Con l’annuncio da parte del sindacato Histadrut di uno sciopero generale, non verranno organizzati centri diurni per bambini, previsti da domani per aiutare i genitori durante la pausa per le vacanze di Pasqua. I centri commericiali Big chiuderanno a mezzogiorno sempre a causa dello sciopero, mentre quelli del gruppo Azrieli rimarranno chiusi a partire da domani. Lo riporta The Times of Israel.

Mega manifestazione nel primo pomeriggio a Gerusalemme all’esterno della Knesset, in arrivo a migliaia su bus e auto

È prevista una mega manifestazione nel primo pomeriggio a Gerusalemme, all’esterno della Knesset, dove lo slargo antistante si va già riempiendo di manifestanti che, sventolando la bandiera israeliana, protestano per la riforma della giustizia. In queste ore, riferiscono i quotidiani locali, vengono anche organizzati in tutto il Paese i pullman per trasportare i manifestanti. Oltre ai bus, il tam-tam che corre sul web incoraggia i proprietari di auto a caricare il maggior numero di autostoppisti. Lo slogan è “Riempite le vostre auto”.

Netanyahu rinvia il suo discorso per avere colloqui con i leader della coalizione

Il premier Benjamin Netanyahu ha rinviato l’atteso discorso alla nazione che avrebbe dovuto fare alle 10.30. Lo riferiscono i media secondo cui il premier è impegnato in colloqui con i leader dei partiti della coalizione di destra. Nel discorso – secondo fonti citate dai media – il premier potrebbe annunciare lo stop alla riforma giudiziaria.

Sciopero generale convocato in Israele, si ferma anche il sistema sanitario

Lo sciopero generale convocato in Israele coinvolge anche il sistema sanitario: il sindacato dei medici israeliani ha annunciato il congelamento immediato del sistema, fino a quando non sarà annunciata la sospensione dell’annunciata e contestatissima riforma giudiziaria.

Il ministro dell’Economia di Israele, Barkat: non vogliamo una guerra civile

Il ministro dell’Economia di Israele, Nir Barkat, ha dichiarato che sosterrà il premier Netanyahu nella decisione di fermare la controversa riforma della giustizia. Lo riferisce The Times of Israel. «Lo Stato di Israele ha la precedenza su tutto – ha detto Barkat – il popolo di Israele ha la precedenza su tutto. Sosterrò il primo ministro nella decisione di fermarsi e tracciare un nuovo corso. La riforma e’ necessaria e la realizzeremo, ma non a prezzo di una guerra civile».

Media: estrema destra minaccia la caduta del governo se non ci sarà lo stop alla riforma riforma

I partiti di estrema destra che fanno parte della coalizione di governo guidata da Benjamin Netanyahu hanno minacciato di far cadere il governo, ritirando il loro sostegno al primo ministro se deciderà di fermare la riforma giudiziaria. Lo riferiscono alcuni media israeliani, tra cui The Times of Israel. Per questo motivo Netanyahu avrebbe fatto slittare il suo discorso alle Knesset previsto alle 9 ora italiana. Channel 12 riporta che il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha minacciato di lasciare la coalizione, durante una riunione dei capi di partito.

Annuncio del segretario generale dell’Histadrut: “Verso uno sciopero storico. Occorre chiudere il Paese”

In Israele, il segretario generale dell’Histadrut, il potente sindacato laburista, Arnon Bar-David, ha annunciato «uno sciopero storico» per fermare la riforma della giustizia che ha scatenato violente proteste della popolazione. «Occorre chiudere il Paese, c’é un limite a quanto puoi stare a guardare».

Israele: bloccati i decolli dall’aeroporto di Tel Aviv

Il leader del sindacato dei dipendenti degli aeroporti israeliani Pinchas Idan ha annunciato l’arresto immediato di tutti i decolli dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Si tratta, ha spiegato, di una protesta nei confronti della grande riforma giudiziaria avviata dal governo Netanyahu e contro il licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant. Poco prima il leader della centrale sindacale Arnon Bar David aveva preannunciato uno sciopero generale in tutto il Paese se Netanyahu oggi non formerà quella riforma.

Duro avvertimento a Netanyahu dal leader Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra

Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Potenza ebraica e ministro per la sicurezza nazionale, ha minacciato Benyamin Netanyahu che farà cadere subito il governo se il premier decidesse di fermare la riforma giudiziaria. Lo riferiscono i media. Ben Gvir, hanno aggiunto i media, ha affermato che il significato di un arresto della riforma sarebbe “una resa di fronte alle violenze nelle strade”. Senza il partito di Ben Gvir Netanyahu perderebbe la maggioranza alla Knesset.

Netanyahu congela la riforma della giustizia

Netanyahu congela la riforma della giustizia

Nuovo appello del presidente Herzog: “Fermate subito l’iter riforma”

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha rinnovato l’appello al governo e al premier Benjamin Netanyahu a fermare il progetto di riforma della giustizia dopo la nottata di proteste che ha scosso il Paese. «Per il bene dell’unità del Popolo d’Israele, per le responsabilita’ a cui siamo tenuti io vi invito a fermare immediatamente il processo legislativo», ha affermato il capo di Stato.

Media: Netanyahu verso la sospensione della riforma

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu parlerà oggi alla nazione e, secondo i media che citano fonti vicino al primo ministro, potrebbe annunciare la sospensione della riforma giudiziaria. La decisione è arrivata dopo la nottata di forti proteste in tutto il Paese a causa del licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant, reo di aver chiesto il fermo della riforma. Anche il presidente Herzog questa mattina ha chiesto al premier lo stop dell’iter legislativo della riforma. Secondo alcune fonti, il discorso di Netanyahu è atteso attorno alle 10.30 ora locale (le 9.30 in Italia).

Indetta una protesta di massa davanti la Knesset: Gallant sia rimesso al ministero della Difesa

I leader delle proteste anti riforma giudiziaria hanno indetto una manifestazione di massa alle 14 (ora locale) davanti la Knesset a Gerusalemme. «Non consentiremo alcun compromesso – hanno sostenuto – che danneggi l’Indipendenza della Corte Suprema». Gli stessi hanno chiesto che il ministro Gallant, licenziato dal premier Benyamin Netanyahu, sia riportato alla responsabilità della difesa. Oggi il governo ha convocato una Commissione che intende modificare il meccanismo di nomina dei giudici della Corte assicurando alla maggioranza politica la preminenza nella scelta

Proteste ignorate in Israele, riprende in Commissione esame riforma

In Israele, alla Knesset, si sono aperti i lavori in Commissione Giustizia per votare e poi consegnare al Parlamento per il voto definitivo il ddl di riforma giudiziaria che ha scatenato violente proteste nel Paese. Il gesto della coalizione al governo sembra platealmente ignorare le proteste senza precedenti che si sono svolte nella notte e anche i rumours, non confermati però, che il premier Benjamin Netanyahu potrebbe cedere e sospendere la riforma.

Uno degli avvocati della difesa di Netanyahu minaccia di non rappresentare più il premier israeliano

Uno degli avvocati della difesa di Benjamin Netanyahu, Boaz Ben Tzur, avrebbe minacciato di non rappresentare più il premier israeliano nelle aule di tribunale se non fermerà la riforma giudiziaria che ha scatenato violente proteste nel Paese. Lo scrive la stampa israeliana. Netanyahu e’ sotto processo, accusato in tre diversi procedimenti di corruzione. Boaz Ben Tzur lo difende nel processo cosiddetto Case 4000.

Herzog a Netanyahu: stop a riforma giustizia

Il presidente israeliano Isaac Herzog chiede al primo ministro Benjamin Netanyahu di fermare la riforma della giustizia che – scrive in una nota riportata dai media locali – “indebolisce il sistema giudiziario”. Herzog ha fatto appello direttamente al premier, facendo riferimento anche ai disordini avvenuti nel Paese: “Abbiamo assistito a scene molto difficili. Faccio appello al Primo Ministro, ai membri del governo e ai membri della coalizione. Per il bene dell’unità del popolo di Israele, per amore della responsabilità a cui siamo obbligati, ti invito a interrompere immediatamente il processo legislativo” della riforma

Autostrada chiusa da cinque ore, si cominciano a togliere i detriti

Si iniziano a rimuovere i detriti dall’autostrada Ayalon di Tel Aviv, rimasta chiusa a causa delle proteste per cinque ore. Gli operai stanno rimuovendo ostacoli tra cui barriere metalliche, resti di falò e altri oggetti. Dicono che i lavori per liberare la strada richiederanno ore e sperano di poterla aprire al traffico entro la mattinata. La polizia annuncia che pietre e altri oggetti lanciati dai manifestanti hanno ferito tre agenti mentre stavano liberando l’autostrada.

Leader della coalizione terranno una riunione in mattinata

I leader della coalizione di governo terranno una riunione in mattinata. Lo riferiscono fonti citate dal quotidiano The Times of Israel. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, capo del partito Likud, sarebbe pronto a sostenere l’arresto dell’avanzamento del pacchetto di riforma della Giustizia e i partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism sarebbero pronti a sostenere la sua decisione. Il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, che guida il partito Otzma Yehudit, vuole invece che la riforma proceda.

Usa: “Urge compromesso”

Gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere «profondamente preoccupati» per gli eventi in Israele, dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha licenziato il ministro della Difesa per aver sostenuto una pausa nelle riforme giudiziarie controverse del governo. «Siamo profondamente preoccupati per gli sviluppi odierni al di fuori di Israele, che sottolineano ulteriormente l’urgente necessità di un compromesso», ha dichiarato in una nota la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson.

Media: “Netanyahu ha detto di sostenere il congelamento della riforma”

Netanyahu ha detto di sostenere ora il congelamento della revisione. Lo scrive il Times of Israel. Il primo ministro Netanyahu e il leader del partito Shas Aryeh Deri sarebbero favorevoli a fermare «l’avanzamento legislativo della riforma».

Manifestanti bloccano l’autostrada Ayalon, a Tel Aviv. Manifestazioni anche a Gerusalemme

Lungo l’autostrada Ayalon, a Tel Aviv, continua la protesta dei manifestanti che hanno appiccato roghi, sventolano bandiere, cantano slogan. Sul posto vigili del fuoco e ambulanze. ll fumo ha oscurato in parte alcuni degli iconici grattacieli della città. Manifestazioni si sono registrate a Beersheba, Haifa e Gerusalemme, dove migliaia di persone si sono radunate fuori dalla residenza privata di Netanyahu. La polizia ha risposto con getti d’acqua sulla folla. Migliaia di persone hanno poi marciato dalla residenza alla Knesset.

Usa: “Profondamente preoccupati”

«Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per lo sviluppo degli eventi in corso in Israele, compreso per il potenziale impatto sulla prontezza militare sollevato dal ministro Yoav Gallant, che sottolinea l’urgente necessità di un compromesso». Così il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha commentato al giornalista israeliano Barak Ravid la situazione nel Paese, dopo il licenziamento di Gallant. Il ministro aveva chiesto di fermare la controversa riforma della giustizia voluta dal governo Netanyahu, ma che sta spaccando il Paese.

Il capo della polizia di Tel Aviv tra i manifestanti ad Ayalon

Il comandante della polizia di Tel Aviv, Ami Eshed, è apparso tra i manifestanti che a migliaia sono scesi in strada a protestare dopo la cacciata del ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, reo di aver chiesto una sospensione del controverso processo di riforma della giustizia, su cui si sta spaccando il Paese. In un video che gira sui social si vede il capo locale delle forze dell’ordine camminare tra i dimostranti che hanno bloccato Ayalon, arteria stradale di Tel Aviv, accompagnato solo da un agente mentre la gente lo acclama.

Scontri davanti alla residenza del primo ministro Netanyahu

Violenti scontri tra manifestanti e polizia si sono verificati davanti alla residenza del primo ministro, Benjamin Netanyahu, a Gerusalemme. Secondo quanto riporta il quotidiano Haaretz, migliaia di manifestanti si sono scontrati con la polizia israeliana e hanno tentato di sfondare le barriere fuori dalla residenza del premier.

Si dimette il console di New York

Il console generale di Israele a New York, Asaf Zamir, ha annunciato le sue dimissioni in protesta contro la decisione del premier di licenziare il ministro della Difesa Gallant. «Non posso più continuare a rappresentare questo governo», ha dichiarato il diplomatico annunciando le sue dimissioni sui social. «Considero mio dovere garantire che Israele rimanga un faro di democrazia e libertà nel mondo», ha aggiunto.

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