di Barbara Visentin, inviata a Torino

Il tour europeo parte da Torino, ironia e suoni ruvidi per lo show del gruppo italiano più noto al mondo

Un grande drappo rosso nasconde interamente il palco e, mentre la musica inizia ad alzarsi con ritmo battente, le quattro figure si intravedono in trasparenza, riprese da migliaia di cellulari che sembrano accendersi come fiammelle. Poi, il drappo cade ed ecco i Måneskin, accolti dal boato delle quasi 13mila persone (12700, secondo gli organizzatori) accorse al Pala Alpitour di Torino, ovviamente sold out, con tanti fan appostati fuori fin dal mattino e anche dal giorno prima, muniti di tende.

L’inaugurazione ufficiale (dopo la data zero di Pesaro) del «Loud kids on tour» in Europa, slittato per le restrizioni dovute alla pandemia e diventato ora «Loud kids get louder», si apre sulle note di «Don’t wanna sleep», estratto dal nuovo album «Rush!». Tutine nere con profili brillantinati, Damiano con due grossi manicotti corvini che abbandona nel tempo di qualche canzone, i quattro ventenni dei record ripartono dall’Italia dopo un giro del mondo vertiginoso, tanto che per loro ormai è quasi difficile tornare alla lingua madre: «Ciao Torino, comunicazione di servizio — saluta il frontman —. Questa sera mi…