Otto segnali radio provenienti da cinque stelle lontane fino a 90 anni luce dalla Terra. I segnali hanno caratteristiche interessanti e sono assimilabili a firme tecnologiche. Li ha scoperti un algoritmo derivato dal deep learning.
Un gruppo di studio, guidato da ricercatori dell’Università di Toronto e con la collaborazione del SETI Insitute, ha pensato di usare una tecnica di deep learning per esaminare vecchi segnali radio provenienti da 820 stelle vicine, scoprendo 8 segnali che potrebbero derivare da sorgenti tecnologiche “aliene”.
I dati arrivano da 150 terabyte acquisiti dal Green Bank Radio Telescope che erano già stati esaminati con tecniche classiche nel 2017 senza suscitare particolare interesse.
Al fine della ricerca di vite aliene intelligenti al di fuori del nostro sistema solare, l’analisi dei segnali radio è la tecnica più comune, tanto che molte iniziative del programma SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) si servono di antenne per intercettare eventuali segnali radio trasmessi da civiltà aliene.
Nell’oceano di segnali radio provenienti dalla stelle che ci circondano, la ricerca di altre forme di vita avanzate nell’universo implica dunque la localizzazione di segnali generati tecnologicamente, che abbiano cioè delle tecnofirme o sia in sostanza dei tecnosegnali, perché si presume che una civiltà extraterrestre abbastanza sofisticata sia in grado di generarne.
Sebbene i radiotelescopi utilizzati per queste ricerche siano situati in luoghi lontani dalle interferenze radio-tecnologiche terrestri, i disturbi creati dall’umanità, come quelli dei telefoni cellulari e delle stazioni televisive, rappresentano comunque una sfida importante nel discernere un segnale radio indigeno da uno alieno.
L’algoritmo creato con il deep learning ha puntato 8 segnali reputati interessanti
Simulando segnali radio con una tecnofirma e segnali generati dall’uomo, gli studiosi hanno hanno addestrato i propri algoritmi di apprendimento automatico a distinguere tra segnali simili a quelli che potrebbero essere extraterrestri e interferenze generate dalla civiltà umana.
L’algoritmo definitivo creato da questa serie di addestramenti ha permesso di estrarre 8 segnali, tra quelli emessi dalle 820 stelle esaminate, che hanno caratteristiche ritenute interessanti al fine della ricerca di una civiltà aliena.
Gli 8 segnali arrivano da 5 stelle diverse situate fra i 30 i 90 anni luce di distanza dalla Terra (HIP 13402, HIP 118212, HIP 62207, HIP 54677 e HIP 56802).
Questi 8 segnali sono interessanti per tre motivi: all’interno dei campioni analizzati, essi sono presenti quando si punta la stella e assenti quando si “guarda” altrove, a differenza delle interferenze terrestri che in genere sono sempre presenti, indipendentemente dalla destinazione osservata.
Inoltre i segnali sono a banda stretta, nell’ordine di pochi Hz, mentre i segnali naturali sono solitamente a banda larga. E infine i segnali hanno velocità di deriva diverse da zero: cioè l’origine del segnale ha avuto una certa accelerazione rispetto alle antenne ricevitrici sulla Terra.
L’insieme di questi elementi non rende immediatamente di origine aliena i segnali radio analizzati, ma concorre a stringere un cerchio che nel 2017 non era nemmeno apparso analizzando i dati con tecniche tradizionali.
Il Green Bank Radio Telescope in West Virginia ha però effettuato delle brevi osservazioni di verifica, non trovando tuttavia degli schemi che potrebbero indicare segnali extraterrestri. Sono comunque in corso ulteriori osservazioni e analisi.
Attualmente i ricercatori stanno inoltre utilizzando lo stesso algoritmo per scandagliare i dati radio di più di un milione di stelle ottenuti attraverso il radiotelescopio MeerKAT situato in Sudafrica.
© riproduzione riservata
Resta aggiornato sugli ultimi articoli di DDay.it
FonteSETI
0Commenti
segui per ricevere le notifiche dei nuovi commenti