Salutequità: allarme disuguaglianze. Subito governo liste attesa, aggiornamento piano nazionale cronicità, rafforzamento del nuovo sistema di garanzia dei Lea e un piano straordinario per il personale.
Il Rapporto CREA Sanità 2023 restituisce un’immagine preoccupante sull’equità dell’assistenza sanitaria: l’accesso universale alle cure è regredito con la pandemia e non accenna a riprendersi.
La spesa sanitaria
del Ssn raggiunge il 75,6% della spesa sanitaria totale contro una media dell’82,9% nei paesi Ue e i cittadini hanno speso circa 41 miliardi di tasca propria per la sanità, 1.734 euro per medi per famiglia, il 5,7% dei consumi totali, con un’incidenza complessiva sul PIL del 2,3% contro la media Ue del 2 per cento.
Ma quel che è peggio
secondo il Rapporto è la riduzione dei consumi sanitari che nel solo 2020 è stata del -8,5%, con forti differenze geografiche.
Inoltre, peggiorano anche altri indici di equità: nel 2020, 378.627 nuclei (l’1,5%) si impoveriscono per le spese sanitarie e 610.048 (il 2,3 %) devono sostenere spese cosiddette “catastrofiche”.
Numeri che nel tempo
sembrano calare, ma solo perché aumentano le rinunce: sommando queste ultime agli impoverimenti, le famiglie che registrano un disagio economico a causa dei bisogni sanitari sono 1,3 milioni, in crescita dello 0,6% rispetto al 2019.
Aumenta anche il rischio
secondo il Rapporto, che una parte della popolazione voglia fuoriuscire dal sistema pubblico: ad esempio, durante la pandemia solo le famiglie appartenenti al 20% più abbiente hanno potuto contrastare le difficoltà di accesso ai servizi del SSN con un aumento della loro spesa privata.
In queste condizioni
spiega il CREA, il 40% di risorse del PNRR vincolate per il Sud potrebbero non essere sufficienti a riequilibrare equitativamente il SSN: è necessario agire anche sul riparto della spesa corrente, in primo luogo considerando quella parte di spesa privata che rappresenta uno sgravio per i conti delle Regioni, e che incide maggiormente in quelle dove il reddito medio è più alto: ad esempio, in Lombardia arriva a 828,3 euro pro-capite mentre in Sardegna si ferma a 442,9 euro.
“È fondamentale mettere subito in pista
politiche per l’accesso alle cure, a partire dal rilancio e dal finanziamento di una strategia nazionale per il governo delle liste di attesa, l’aggiornamento del Piano nazionale della cronicità, la revisione e il rafforzamento del Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA, oggi inadeguato per misurare ciò che effettivamente viene garantito ai cittadini dalle Regioni – ha affermato alla presentazione del Rapporto CREA Tonino Aceti, presidente di Salutequità, laboratorio italiano di analisi innovazione e cambiamento delle politiche sanitarie e sociali –.
Consideriamo ineludibile
ha continuato Aceti, rafforzare il ruolo del livello centrale nel controllo e nel supporto alle Regioni e lavorare a un Piano straordinario per il capitale umano del SSN, in grado di definire strategie e investimenti di breve, medio e lungo periodo per affrontare in modo strutturale il problema delle carenze di organico, della mancata valorizzazione economica e professionale, della sicurezza, del benessere organizzativo e della scarsa attrattività delle professioni sanitarie e sociali e del loro esercizio all’interno del Servizio Sanitario, anche queste ben sostanziate nel Rapporto CREA”.
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