HDR10+ Gaming e la sfida per portare ordine nel caos del video HDR nei giochi

Samsung è insieme a Panasonic uno dei maggiori promotori del formato HDR con metadati dinamici HDR10+. Durante il focus sui nuovi prodotti 2023, Samsung ha tenuto una sessione sulla nuova declinazione Gaming del formato, una soluzione molto interessante e punta a risolvere una volta per tutte il problema del video HDR nei videogiochi. L’HDR su PC e in parte console, ad oggi è un vero ginepraio. Il formato più utilizzato resta oggi l’HDR10 che mal si sposa con contenuti sintetici generati in tempo reale come i videogiochi.

I metadati dinamici, che servono per istruire il display su come eseguire il tone mapping per adattare le immagini ai limiti tecnici dello schermo in uso, possono essere efficaci fino ad un certo punto considerando come i costruttori di monitor per PC non siano certo noti per implementare soluzioni di processing video particolarmente sofisticate nei loro prodotti, mentre gli sviluppatori di videogiochi approcciano usualmente il video HDR con soluzioni che cambiano da gioco a gioco, con linee guida per il consumatore finale spesso poco chiare. Provate a prendere un qualsiasi videogioco con supporto per video HDR e quasi sicuramente vi troverete davanti ad una confusa schermata di regolazioni video con degli slider per ombre, mezzi toni e alte luci con una generica indicazione che vi chiede si selezionare i valori che “sembrano” più corretti, senza alcun riferimento. Il risultato è che il più delle volte l’immagine non si vedrà come il game designer l’ha pensata.

HDR10+ Gaming, annunciato per la prima volta al CES del 2022, si pone di risolvere il problema non introducendo dei metadati dinamici nel flusso video, ma prendendo il controllo del monitor o del TV, impostando i parametri video corretti, disabilatando il tone mapping lato display e lasciando il compito al PC o alla console di generare un segnale HDR ottimizzato per le caratteristiche del display in uso. È quello che tecnicamente prende il nome di source side tone mapping, modalità il cui supporto è stato aggiunto alle specifiche HDMI 2.1 lo scorso anno e che Sony ha già implementato a suo modo su PlayStation 5 per l’utilizzo con i suoi TV e monitor.

HDR10+ Gaming si pone come un protocollo in grado di permettere all’engine di gioco di comunicare con il display e di conoscere le informazioni su luminosità di picco e color gamut del display collegato alla console o al PC, di impostare i parametri del monitor sui valori corretti di bilanciamento del bianco e spazio colore, e quindi di regolare automaticamente il segnale HDR generato in modo che il monitor, semplicemente applicando la curva PQ, sia in grado di visualizzare le immagini al meglio delle possibilità. La soluzione offre molti vantaggi anche per gli sviluppatori: una volta implementato il supporto ad HDR10+ nell’engine di gioco, i programmatori non devono più preoccuparsi di gestire il video HDR, ma devono solo “accenderlo”. Al resto ci pensa il protocollo. E una volta aggiunto il supporto all’engine di gioco, tutti i videogiochi basati su di essi saranno in grado di sfruttare il protocollo con monitor e TV compatibili.

HDR10+ gaming è già stato adottato da Nvidia all’interno dei suoi driver per le schede RTX 20xx, 30xx e 40xx. Il supporto arriverà anche su schede AMD e il consorzio ha avviato i colloqui con Microsoft per l’integrazione in WIndows 11 e Xbox. Aperta la discussione anche con Sony che al momento non sarebbe ostile all’idea di implementare la soluzione all’interno di PlayStation 5, soprattutto dopo il fallimento dell’iniziativa HGiG.

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