7 Feb 2023 12:31 – di Roberto Frulli
Dante Alighieri e Beatrice si videro probabilmente per la prima volta lì, al podere Radola, oltre le colline di Fiesole, dove le rispettive famiglie erano, entrambe, proprietarie di prestigiose dimore e lì villeggiavano.
Un luogo che il Sommo poeta amava molto e che gli fu confiscato con gli altri beni di famiglia quando Dante fu travolto dalla sua stessa passione politica e si vide costretto a lasciare la Repubblica fiorentina vagando per l’Italia.”Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e com’è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale“, fa dire Dante al suo avo Cacciaguida nel Canto Diciassettesimo del Paradiso.
Al figlio, Iacopo Alighieri, quella dimora venne, poi, restituita nel 1342. E, in questi giorni, quella storica casa colonica del XIII secolo appartenuta Dante Alighieri alle porte di Firenze, è stata venduta.
Mistero sul nome dell’acquirente così come sul prezzo.
“Si tratta di un immobile unico perché legato al padre della lingua italiana – scrive, sul suo sito, l’agenzia immobiliare che ne ha curato la vendita. – Appartenuto alla sua famiglia e utilizzato come piacevole luogo di villeggiatura, gli fu confiscato in occasione del suo esilio, per poi essere successivamente restituito al figlio Iacopo.
Oltre ad essere ricordata nella lapide murata sulla facciata, la proprietà immobiliare della famiglia Alighieri è riportata da diversi testi storici. Tra questi, ad esempio, uno di Otello Tordi in cui si legge: “Questo podere denominato Radola appartenne al Divino Poeta; fu a lui confiscato con gli altri beni di famiglia quando le fazioni dilanianti la Repubblica fiorentina lo ridussero ramingo per l’Italia. Ma al figlio suo Iacopo Alighieri venne restituito nel 1342″.
Anche altre pubblicazioni storiche che ripercorrono il passato della dimora la descrivono anche come il luogo di villeggiatura prediletto della famiglia fiorentina Alighieri.
Ne parla, ad esempio, lo storico, accademico e scrittore italiano specializzato in storia del Medioevo, nell’opera “Dante“, il professor Alessandro Barbero. Che ripercorrendo la vita del Poeta descrive, così, anche il periodo dell’esilio, proprio con documenti relativi ai beni confiscati: “Dante aveva posseduto un podere alla Radere, nel popolo di San Miniato a Pagnolle, sulle colline di Fiesole (oggi in località le Radole o la Radola), con case da ‘signore’, cortile, pozzo, capanna-forno, casa da lavoratore, arativo, vigna, ulivi e alberi”.
Il fascino della proprietà è, però, legato anche alla figura di Beatrice. Vicino alla proprietà appartenuta a Dante Alighieri, infatti, si trova anche l’imponente villa ‘Montecchi dei Portinari. “Non è improbabile, dicono alcuni – dichiara sempre Tordi nello stesso testo che Dante e Beatrice si siano incontrati per la prima volta e conosciuti qui ove le loro famiglie venivano a villeggiare. Si è indotti a pensare che si vedessero affacciandosi alle finestre delle loro stanze“. Una suggestione romantica che, molto probabilmente, ha pesato sulla decisione del misterioso acquirente di concludere l’affare.
La storicità dell’immobile venduto non è il solo pregio della casa colonica. Anche le sue caratteristiche intrinseche hanno evidentemente contribuito a determinarne l’appeal commerciale. All’esterno l’immobile è incorniciato da un ampio e florido terreno di proprietà recintato che si estende per 1,2 ettari con un parco tenuto a prato di 5.000 mq, in cui sorge un giardino d’inverno e un ampio roseto, 4.900 mq di oliveto e ulteriori 2.100 mq di area boschiva.
La superficie interna, pari a 650 metri quadri, comprende la bella villa padronale di 420 mq e, in posizione adiacente, un annesso di 220 mq su due livelli, originariamente adibito a granaio ed ora finemente ristrutturato, con due salotti, una cucina, tre camere e due bagni, oltre due terrazze.
Al piano terra della dimora principale l’ingresso immette nella zona giorno con salone e sala da pranzo, una cucina con locale lavanderia, uno studio e un servizio.
Al primo piano un secondo salotto conduce alle tre camere da letto e a due bagni, oltre al guardaroba. Salendo ulteriormente si accede alla caratteristica torre, con un ulteriore ampio locale.
Tra le pregiate finiture d’epoca ben conservate troviamo: porte, scale e molti dei pavimenti realizzati con travi in legno secolari che ben si sposano con lo stile rustico degli ambienti interni, cui si aggiungono importanti comfort di ultima generazione a render ancora più piacevole il soggiorno.
Ora è caccia al misterioso acquirente. Per capire chi si è aggiudicato un pezzo importante della Storia d’Italia.